Il giorno dopo l’incidente aereo in Colombia che è costato la vita a 71 persone, compresi i giocatori della squadra brasiliana Chapecoense, continuano le indagini per capire quali sia stata la causa dello schianto. Sono state rinvenute le due scatole nere del velivolo, un Avro Regional Jet 85 della compagnia boliviana Lamia. Gli esperti ipotizzano sia precipitato perché aveva superato la sua autonomia di volo. I sei superstiti, tra cui 3 calciatori, rimangono ricoverati in ospedale. Al portiere Jackson Follman è stata amputata la gamba destra a causa delle gravi lesioni riportate. Intanto continuano le manifestazioni di cordoglio da parte di tutto il mondo del calcio: la federazione argentina ha promesso di fornire alla Chapocoense alcuni suoi giocatori, mentre i dirigenti del club brasiliano hanno messo a disposizione delle famiglie delle vittime lo stadio per la celebrazione del funerale collettivo.

La causa dello schianto – Secondo diversi esperti di aviazione, l’aereo che trasportava la squadra Chapecoense sarebbe precipitato per aver superato il suo limite di autonomia di volo nel viaggio di 3mila chilometri fra Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, e Medellin, in Colombia. Il velivolo a fabbricazione britannica risalente agli anni ’90 è un ‘Regional Jet’, quindi è progettato per percorrere brevi distanze. Strano che possa essere stato scelto per percorrere la tratta di 2.265 chilometri: una distanza molto vicina alla sua autonomia di volo. “I protocolli di sicurezza aeronautica prevedono che un velivolo debba avere combustibile sufficiente per arrivare a destinazione, ma anche per sostenere un’eventuale attesa e per raggiungere aeroporti alternativi in caso si presenti un’emergenza”, ha spiegato un funzionario dell’aviazione civile della Colombia. Mentre l’aereo con a bordo la squadra Chapecoense si avvicinava al suo punto di destinazione, nell’aeroporto dove sarebbe dovuto atterrare si è presentata proprio un’emergenza: un Airbus 320 ha ottenuto priorità di atterraggio a causa di una perdita di carburante. A quel punto l’RJ85 di Lamia ha continuato a volare in attesa di ricevere l’ordine di atterrare o di cambiare meta e dirigersi verso uno scalo vicino. Secondo gli specialisti, il pilota avrebbe dovuto informare subito la torre di controllo del poco carburante rimasto,  chiedendo la via più veloce per atterrare. La carenza di combustibile avrebbe poi causato i problemi elettrici, perché i generatori si sono spenti. Inoltre, l’assenza di combustibile spiegherebbe anche il motivo per cui l’aereo non si è incendiato o non è esploso nello schianto.

I superstiti – Le autorità di soccorso hanno confermato che i corpi di 71 persone sono stati recuperati, mentre tre giocatori, due membri dell’equipaggio e uno dei 22 giornalisti che erano a bordo sono ricoverati nei centri medici nelle vicinanze. Al portiere brasiliano Jackson Follman è stata amputata la gamba destra a causa delle gravi lesioni riportate. “Con l’espressa autorizzazione della famiglia del paziente – si legge nel comunicato dell’Hospital San Vicente Fundación del municipio di Rionegro – l’ospedale informa che il giocatore ha subito un intervento chirurgico, una procedura con cui gli è stata amputata la gamba destra”. Inoltre, il direttore medico Ferney Rodriguez spiega che il 24enne “è in fase di stabilizzazione in terapia intensiva” e “tutti gli sforzi sono concentrati su un suo rapido recupero”. “La famiglia ci ha chiesto di divulgare queste informazioni in modo che gli siano inviate le migliori energie e preghiere per la sua guarigione”, ha aggiunto.

Il bambino soccorritore – Da Cerro El Gordo, il luogo dello schianto, arrivano i primi racconti dei soccorritori. Secondo quanto hanno riferito a Efe alcuni testimoni, un bambino di 10 anni ha contribuito a salvare il primo superstite, il giocatore brasiliano Alan Ruschel. “Quando stavamo parcheggiando le camionette – ha raccontato Sergio Marulanda, un abitante del posto – è arrivato un bambino e ci ha detto che alcuni feriti stavano venendo estratti dall’altra parte del velivolo”. “Un poliziotto mi ha detto: sei il primo arrivato, fai salire il bambino sulla camionetta e vai a prendere i feriti”, ha spiegato Marulanda, originario di La Unión e tifoso dell’Atlético Nacional, la squadra che il Chapecoense avrebbe dovuto sfidare nella finale della Copa Sudamericana.

La proposta del calcio argentino – La Federazione calcistica dell’Argentina (Afa), assieme ai club che la compongono, ha deciso di mettere disposizione del club brasiliano alcuni giocatori, che potranno unirsi alla squadra per “contribuire alla ricostruzione” della formazione, dopo l’incidente aereo. “Il club Chapecoense e tutta la comunità di Chapecó – si legge in una nota dell’Afa – stanno affrontando una tragedia irreparabile, che richiede la solidarietà delle federazioni sorelle”. I club argentini, aggiunge la nota, “mettono a disposizione” la cessione di calciatori per “contribuire alla ricostruizione di una squadra che sarà onorata dalla memoria di tutti”. Una proposta simile a quella avanzata già ieri dalle società del Brasileirao, il campionato di calcio brasiliano, che hanno chiesto alla federazione di evitare la retrocessione in serie B della Chapecoense e di autorizzare il prestito gratuito di giocatori per la stagione 2017.
I funerali nello stadio – I dirigenti della Chapecoense hanno offerto lo stadio della società, l’Arena Conda di Chapecó, alle famiglie delle vittime per la celebrazione del funerale collettivo. Lo ha confermato il segretario generale della Federazione di calcio brasiliana (Cbf), Walter Feldman, in una conferenza stampa. Feldman ha fatto sapere che i velivoli delle forze aeree brasiliane sono già pronti nella città di Manaos, a nord del Paese, per effettuare il trasferimento a Chapecò delle salme, una volta concluse le operazioni di identificazione. La città dello Stato di Santa Caterina è in lutto e si è già riunita nella cattedrale di Santo Antonio e nell’Arena Conda per ricordare le vittime. Anche in Colombia, al Nemesio Camacho Stadium di Bogotà, è stata organizzata una fiaccolata in onore delle 71 persone che hanno perso la vita.

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