Confronto a Dimartedì (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il deputato M5S, Luigi Di Maio, sul caso delle firme false a Palermo. Scanzi osserva: “Molti vi accusano di aver adottato due pesi e due misure: quando sono successi casi di irregolarità avete subito usato la scimitarra e la sciabola, da Tavolazzi a Pizzarotti. Nel caso di Palermo, avete adottato un atteggiamento più tranquillo, perché erano coinvolti deputati a cui tenevate molto, come Riccardo Nuti“. Scanzi stigmatizza il fatto che il parlamentare siciliano si sia avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm: “Per un cittadino è legittimo, ma sei fai parte del M5S è grave. Altro appunto: prima o poi il M5S vorrà fare una selezione più congrua, canonica e giusta della classe dirigente o c’è ancora il mito del ‘prendiamo tutti, purché siano iscritti’?”. “Il M5S nella vicenda di Palermo non è stato a guardare” – risponde il vicepresidente della Camera – “Abbiamo invitato quelli coinvolti a sospendersi, nel momento in cui sapevano di essere indagate. Alcune auto-sospensioni sono arrivate, altre no, così il M5S ha agito sospendendo direttamente. Qui però siamo ancora nella fase in cui non c’è un rinvio a giudizio. E noi abbiamo già agito. Ricordo che vengo da una regione in cui il presidente, Vincenzo De Luca, è uno che invita al voto di scambio e non so quanti processi ha avuto addosso”. Il faccia a faccia poi è incentrato sui toni esasperati di Beppe Grillo nella campagna referendaria. “Perché Grillo invita a votare di pancia?” – dichiara Di Maio – “Perché non ci dobbiamo far fregare. Il quesito è bellissimo. E’ il testo che è preoccupante”