Sale il numero degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Piacenza, innescata da una segnalazione della Dia di Genova, sul’associazione a delinquere che aveva ideato e testato, sul piacentino gruppo Dorini e su un’altra azienda milanese, un modello per aggirare l’incriminazione per bancarotta fraudolenta grazie al trasferimento in Bulgaria di aziende decotte. Il 25 novembre scorso, la Polizia romena, a seguito di attivazione della Dia, ha infatti arrestato Sorin Calin Adrian Moraru.
Si tratta di una figura chiave per il sodalizio dedito a operazioni di smantellamento in patria di gruppi industriali decotti e della loro successiva ricostruzione all’estero, per riconsegnarli, via prestanome, nelle mani dei proprietari originali sfuggiti a creditori, dipendenti e giudici. In questo ambito Moraru si occupava infatti di eseguire le necessarie attività operative in Bulgaria, tra le quali l’apertura di uffici, gestione di movimentazioni finanziarie, coordinamento con i professionisti bulgari e di attività di collegamento tra Italia e Bulgaria, come il trasferimento di documentazione contabile e l’accompagnamento di altri soggetti coinvolti nelle condotte distrattive.
L’uomo, che era latitante da circa due mesi, è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Piacenza il 6 ottobre scorso e da successivo mandato di arresto europeo, quale appunto partecipe di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori e composta da altre otto persone già oggetto di provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Dia il primo settembre scorso. Quel giorno erano stati eseguiti anche numerosi sequestri preventivi di società e beni aziendali, conti correnti, fabbricati, beni immobili e mobili registrati, tutti illecitamente accumulati e riconducibili alla disponibilità degli indagati, situati nelle province di La Spezia, Massa Carrara, Milano, Piacenza, Prato, Lodi e Siena per un valore stimato di oltre 150 milioni di euro.
Nella stessa indagine coordinata dal pm Roberto Fontana mercoledì 30 novembre il personale del Centro Operativo di Genova della Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un’ordinanza di sequestro preventivo di beni emessa dal Tribunale di Piacenza. Il provvedimento ha riguardato le quote di una società, con sede a Prato, che gestiva una nota casa di riposo, per un valore di oltre 10 milioni di euro.