Il sito americano pubblica un articolo sull'attività di social network e realtà web legate all'azienda del cofondatore del Movimento. La replica dei parlamentari dal blog di Grillo: "Accusa ridicola. Abbiamo i nostri canali ufficiali. In Italia i produttori di bufale sono i giornali tradizionali e l’unica propaganda che fanno è quella pro Renzi e pro Pd"
Il sito americano Buzzfeed rilancia le accuse a realtà web legate alla Casaleggio associati (tra gli altri Tze tze, La Fucina, La Cosa) e in un articolo pubblicato a poche settimane dalle elezioni Usa, li mette al centro di un presunto network di propaganda in favore della Russia. “I leader del Movimento”, scrivono il direttore della sezione Europa Alberto Nardelli e il fondatore Craig Silverman, “hanno costruito una rete di siti internet e account di social network che diffondono notizie false, teorie cospirazioniste e storie pro Cremlino a milioni di persone”. Nell’articolo inoltre, si ipotizza un rapporto sempre più stretto con Mosca e si dice di aver sottoposto 12 domande alla Casaleggio associati senza però ricevere risposta. Il blog di Beppe Grillo ha pubblicato una nota di replica a firma dei gruppi di Camera e Senato: “L’accusa è ridicola”, si legge. “Il M5s ha i suoi account social ufficiali, il suo sito ufficiale e il suo blog ufficiale, così i suoi portavoce. Altri siti o account social non ufficiali non sono riconducibili al Movimento”.
Buzzfeed passa in rassegna l’attività del blog di Beppe Grillo in rete e di una serie di altri siti internet come TzeTze, La Fucina e La Cosa che vantano oltre un milione di seguaci sui social network e che rilanciano “gli elementi centrali della campagna del Movimento, disinformazione e attacchi ai rivali politici e in particolare a Matteo Renzi”. Tra le notizie false è stata citata ad esempio la storia che gli Usa stiano “segretamente finanziando i trafficanti per portare immigrati dal Nord Africa in Italia”. Oppure un video in cui si sostiene che ci sarebbe un disegno europeo per fermare la lotta della Russia contro l’Isis. Per concludere con le immagini rilanciate da Rt, media russo di propaganda, di una manifestazione di piazza per il No al referendum che in realtà era in difesa del Sì. Buzzfeed inoltre sostiene che molte delle news rilanciate dai siti della galassia M5s siano riprese da fonti di proprietà del Cremlino come Sputnik.
Secondo i giornalisti c’è uno stretto legame tra i siti della Casaleggio associati e il sito del Movimento 5 stelle: “Tutti condividono lo stesso indirizzo IP”, si legge nell’articolo. Gli strumenti usati dal M5s per la democrazia diretta, ricordano da Buzzfeed, sono controllati dall’azienda e da un piccolo gruppo di parlamentari attraverso “l’associazione non profit Rousseau”. A questo proposito viene citata la testimonianza anonima di un ex dipendente di Google Ads che mette in correlazione l’attività dei siti M5s con quella di un sito pro Trump che, stando alla rivelazione di Buzzfeed, operava in una città della Macedonia. La parte conclusiva dell’articolo è dedicata all’analisi del rapporto tra il Movimento 5 stelle e la Russia. Viene evidenziato un cambio di atteggiamento, da quando Grillo sul blog criticava l’Europa per il non intervento di fronte all’invasione della Crimea da parte di Mosca fino alla partecipazione del deputato Manlio Di Stefano alla conferenza del partito di Putin a marzo scorso.
Gli eletti del M5s sul blog di Grillo hanno replicato dicendo che “negli ultimi mesi hanno incontrato centinaia di figure istituzionali di paesi stranieri, tra cui quello russo”: “Le accuse di fare propaganda pro Cremlino”, si legge, “o di diffondere notizie false è ridicola. In Italia i produttori di bufale sono i giornali tradizionali e l’unica propaganda che fanno è quella pro Renzi e pro Pd. Buzzfeed dovrebbe fare un articolo sulla libertà di stampa in Italia visto che il nostro Paese è al 77° posto nella classifica di Reporter senza Frontiere ed è considerato parzialmente libero”. Per il M5s l’altra “bufala riportata da Buzzfeed è che i parlamentari M5s abbiano firmato un contratto con la Casaleggio Associati. I due giornalisti che firmano l’articolo dovrebbero correggere immediatamente almeno questa frase e scusarsi tramite una nota con i lettori per aver diffuso questa informazione falsa e che avrebbe richiesto solo un attimo di attività di verifica per non essere pubblicata, così come tutto il resto dell’articolo”.