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Paperon de’ Paperoni, il funerale in provincia di Parma e la salma nella cripta del Comune: “Contro il capitalismo”

Nuova provocazione del primo cittadino Luigi Lucchi che ha deciso di dare spazio al lavoro dell'artista Guido Prussia: "Nessuna spesa dell'amministrazione, ma abbiamo approfittato dell'evento per risanare con l'aiuto dei profughi che ospitiamo un ambiente da tempo in disuso"

Il papero più ricco del mondo è morto e il suo funerale sarà celebrato in Italia, in provincia di Parma. È a Berceto, comune montano del parmense, che sarà per sempre ricordato il passaggio a miglior vita di Paperon de’ Paperoni, celebre personaggio Disney a cui il Comune dedicherà una vera e propria tomba all’interno della cripta del palazzo municipale. Le esequie, che si terranno il 30 novembre 2016, sono l’ennesima provocazione lanciata dal sindaco Luigi Lucchi, che già in passato ha fatto finire il suo paese sotto i riflettori con iniziative contro i tagli alle risorse delle amministrazioni locali e la tassazione imposta ai cittadini, che lo hanno portato in questi anni, tra le altre cose, a minacciare una protesta in mutande davanti al Quirinale, a chiedere l’elemosina di fronte al Duomo di Parma e a mettere all’ingresso del municipio un sacco da boxe per far sfogare i suoi concittadini contro le ingiustizie dello Stato.

L’ultima trovata è nata in realtà dal lavoro di un artista genovese di origine bercetese, Guido Prussia, che ha realizzato l’opera simbolo della morte di Zio Paperone, cedendola in comodato d’uso al Comune di Berceto, che la esporrà nella cripta riqualificata per l’occasione. “L’amministrazione non ha speso nulla, ma abbiamo approfittato dell’evento per risanare, con l’aiuto dei profughi che ospitiamo nel nostro territorio, un ambiente che da tempo era in disuso” ha detto a ilfattoquotidiano.it il primo cittadino Lucchi.

Per pubblicizzare l’iniziativa sono state distribuite centinaia di cartoline con il testamento che il papero miliardario, “emblema del capitalismo romantico”, come si legge, ha lasciato al nipote Paperino: “Voglio riposare nella cripta del comune di Berceto”. Zio Paperone, secondo il racconto di Paperino, si sarebbe lasciato morire “non riconoscendosi più nell’attuale mondo degli affari. Un’economia di carta, un turbo-capitalismo spietato che affama interi popoli”. Berceto sarebbe stato scelto per il legame con i Sioux, con cui il Comune è gemellato, che sono stati vittime della corsa all’oro tanto caro a Paperone. Ma a ben guardare, c’è un altro filo rosso che dal parmense arriva fino in America: il pittore bercetese Martino Jasoni, infatti, immigrato negli Stati Uniti nel Novecento, studiò a fianco di Walt Disney prima di fare ritorno nel suo paese natale.

Nell’idea di Lucchi le cartoline, stampate a sue spese, dovranno essere firmate dai cittadini e chiunque fosse interessato, e inviate al segretario generale delle Nazioni Unite per sensibilizzarlo sulla questione delle disuguaglianze economiche nel mondo. Argomento che, nella giornata del funerale, sarà trattato in un consiglio straordinario dall’esperto Marco Mori di Genova. Dopo le esequie, celebrate con tanto di orazione e carro funebre, la tomba di Paperon de’ Paperoni rimarrà sempre aperta ai visitatori, che potrebbero arrivare in pellegrinaggio perfino da oltre i confini italiani.