La riforma della Costituzione per cui siamo chiamati ad esprimerci mira a creare un accentramento del potere in mano a pochi, capitanati dal premier di turno. E’ un attacco alle fondamenta democratiche del Parlamento e delle istituzioni in generale, consegnate nelle mani di una “abusiva” maggioranza frutto dell’Italicum. Sulle ragioni del “No” alle modifiche istituzionali vi invito a leggere la sintesi di esperti costituzionalisti pubblicata nel sito www.libertaegiustizia.it
Con questo appello vorrei invece contribuire a far comprendere ai lavoratori italiani il perché una tale riforma rappresenta un regalo ai mercati e alle banche che sino ad oggi non hanno fatto altro che spingere gli Stati a distruggere i diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli. Questa non è una riforma voluta dal governo Renzi ma dai mercati, dalla finanza internazionale. E’ una riforma che avrà effetti anche sulle future generazioni, quando Renzi sarà soltanto un lontano ricordo.
Non dobbiamo dunque commettere l’errore di pensare che si tratti di una riforma pro Renzi o contro Grillo, la posta in gioco siamo noi, sono i diritti dei cittadini, ed in particolare i diritti dei lavoratori. Non a caso, il governo Renzi che sponsorizza così tanto questa riforma, è lo stesso governo che ha contribuito alla distruzione dei diritti dei lavoratori con il Jobs Act (ancor prima con la legge Fornero) che ha eliminato il contratto “stabile”, nel senso che il lavoratore illegittimamente licenziato non potrà più riottenere il reintegro (tranne in rarissimi casi).
Più accentramento del potere nelle mani di pochi significa facilitare l’ascesa politica delle istanze del capitale, che dirova diritti in nome di una spudorata ricerca del profitto a tutti i costi.
La riforma è infatti voluta dalla finanza della JP Morgan, da Marchionne, dall’agenzia di rating Fitch. “Ce lo chiedono i mercati”, ricordate? La lettera che nel 2011 la Bce inviò al governo Berlusconi contenente precise riforme volute da queste entità tanto economiche quanto politiche: tagli alla spesa pubblica (salvo poi dirottare le risorse dei cittadini per salvare la finanza internazionale dai suoi fallimenti con gli interventi della Troika), riforma del sistema pensionistico in senso sfavorevole, salari più bassi e licenziamento dei dipendenti.
Sono questi i “mercati” (o meglio gli investitori internazionali) a cui dovremmo consegnare la nostra Costituzione? Che l’obiettivo sia proprio quello di soddisfare i mercati lo ammette candidamente il premier Renzi.
Stanno cercando di impaurirci: Renzi avverte che si rischia un governo tecnico, il Financial Times sostiene che se vince il “No” rischiano di saltare 8 banche (come se la crisi bancaria dipendesse dalla Costituzione e non dal sistema stesso). A proposito di banche, ricordiamoci che nel 2012 il prelievo forzoso fu attuato a Cipro proprio dietro le pressioni dei mercati e che la normativa sul bail in è stata già approvata e, quindi tutto predisposto per colpire i risparmi, tutelati dalla nostra (attuale) Costituzione.
Abbiamo perso fin troppi diritti, e per riconquistarli non possiamo perdere l’opportunità di farlo con l’equilibrio di poteri attualmente garantito dalla nostra Costituzione, e che verrebbe meno con la riforma. Rischiamo di esporci agli attacchi della finanza internazionale senza alcuna possibilità di difesa. E’ vero, adesso le cose non funzionano, ma dobbiamo tutelare la nostra libertà di potere cambiare il futuro, migliorando la qualità della classe dirigente.
I mercati voglio il “Si”, io mi auguro che gli italiani alzino la testa e dicano “No”. La libertà, la dignità e i diritti di cui usufruiamo oggi sono il frutto della resistenza di ieri contro il potere dominante. Oggi, quel potere dominante sono i mercati.
Lidia Undiemi
Dottore di ricerca in diritto dell'economia
Referendum Costituzionale - 30 Novembre 2016
Referendum, il Sì è l’attacco finale dei mercati al benessere dei lavoratori
La riforma della Costituzione per cui siamo chiamati ad esprimerci mira a creare un accentramento del potere in mano a pochi, capitanati dal premier di turno. E’ un attacco alle fondamenta democratiche del Parlamento e delle istituzioni in generale, consegnate nelle mani di una “abusiva” maggioranza frutto dell’Italicum. Sulle ragioni del “No” alle modifiche istituzionali vi invito a leggere la sintesi di esperti costituzionalisti pubblicata nel sito www.libertaegiustizia.it
Con questo appello vorrei invece contribuire a far comprendere ai lavoratori italiani il perché una tale riforma rappresenta un regalo ai mercati e alle banche che sino ad oggi non hanno fatto altro che spingere gli Stati a distruggere i diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli. Questa non è una riforma voluta dal governo Renzi ma dai mercati, dalla finanza internazionale. E’ una riforma che avrà effetti anche sulle future generazioni, quando Renzi sarà soltanto un lontano ricordo.
Non dobbiamo dunque commettere l’errore di pensare che si tratti di una riforma pro Renzi o contro Grillo, la posta in gioco siamo noi, sono i diritti dei cittadini, ed in particolare i diritti dei lavoratori. Non a caso, il governo Renzi che sponsorizza così tanto questa riforma, è lo stesso governo che ha contribuito alla distruzione dei diritti dei lavoratori con il Jobs Act (ancor prima con la legge Fornero) che ha eliminato il contratto “stabile”, nel senso che il lavoratore illegittimamente licenziato non potrà più riottenere il reintegro (tranne in rarissimi casi).
Più accentramento del potere nelle mani di pochi significa facilitare l’ascesa politica delle istanze del capitale, che dirova diritti in nome di una spudorata ricerca del profitto a tutti i costi.
La riforma è infatti voluta dalla finanza della JP Morgan, da Marchionne, dall’agenzia di rating Fitch. “Ce lo chiedono i mercati”, ricordate? La lettera che nel 2011 la Bce inviò al governo Berlusconi contenente precise riforme volute da queste entità tanto economiche quanto politiche: tagli alla spesa pubblica (salvo poi dirottare le risorse dei cittadini per salvare la finanza internazionale dai suoi fallimenti con gli interventi della Troika), riforma del sistema pensionistico in senso sfavorevole, salari più bassi e licenziamento dei dipendenti.
Sono questi i “mercati” (o meglio gli investitori internazionali) a cui dovremmo consegnare la nostra Costituzione? Che l’obiettivo sia proprio quello di soddisfare i mercati lo ammette candidamente il premier Renzi.
Stanno cercando di impaurirci: Renzi avverte che si rischia un governo tecnico, il Financial Times sostiene che se vince il “No” rischiano di saltare 8 banche (come se la crisi bancaria dipendesse dalla Costituzione e non dal sistema stesso). A proposito di banche, ricordiamoci che nel 2012 il prelievo forzoso fu attuato a Cipro proprio dietro le pressioni dei mercati e che la normativa sul bail in è stata già approvata e, quindi tutto predisposto per colpire i risparmi, tutelati dalla nostra (attuale) Costituzione.
Abbiamo perso fin troppi diritti, e per riconquistarli non possiamo perdere l’opportunità di farlo con l’equilibrio di poteri attualmente garantito dalla nostra Costituzione, e che verrebbe meno con la riforma. Rischiamo di esporci agli attacchi della finanza internazionale senza alcuna possibilità di difesa. E’ vero, adesso le cose non funzionano, ma dobbiamo tutelare la nostra libertà di potere cambiare il futuro, migliorando la qualità della classe dirigente.
I mercati voglio il “Si”, io mi auguro che gli italiani alzino la testa e dicano “No”. La libertà, la dignità e i diritti di cui usufruiamo oggi sono il frutto della resistenza di ieri contro il potere dominante. Oggi, quel potere dominante sono i mercati.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Le Idf e lo Shin Bet hanno sventato un piano terroristico che prevedeva l'uso di una bomba da 100 kg a Kabatiya, in Cisgiordania. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che nel corso dell'operazione, i soldati hanno perquisito decine di siti, arrestato 15 terroristi, localizzato armi e smantellato esplosivi.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Sono stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre dal Nova Festival insieme al mio compagno, Avinatan Or. Siamo stati presi con la forza, separati e siamo entrati nell'inferno sulla terra". Lo ha detto l'ostaggio liberato Noa Argamani al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aggiungendo che "non abbiamo più tempo! Sono qui oggi, il che è un miracolo, ma ci sono ancora 63 ostaggi che stanno vivendo questo incubo, senza sapere se vivranno o moriranno. Non c'è bisogno che vi racconti di Kfir e Ariel Bibas e della loro madre Shiri. Una madre e i suoi bambini che sono stati brutalmente assassinati in prigionia".