Polemica fibrillante a Dimartedì (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e l’editorialista dell’Unità, Mario Lavia, il quale accusa il giornalista di essere “alleato” di Berlusconi in virtù della stessa posizione nei confronti del referendum costituzionale. “Io non sono alleato di Berlusconi” – risponde Travaglio – “visto che quest’ultimo mi ha fatto 60 cause chiedendomi centinaia di migliaia di euro. Non so lei dov’era mentre io battagliavo contro Berlusconi per 20 anni. Si sciacqui la bocca quando parla di me e di Berlusconi. E pensi agli alleati del Sì” – continua – “ovvero Briatore, Crisafulli, Bondi, Cicchitto, Verdini, De Luca, Pera, Giuliano Ferrara, Casini, Violante, Tosi, Schaeuble, Juncker, l’ambasciatore americano, JP Morgan”. E precisa: “Io e Berlusconi diciamo cose completamente opposte. Se lui per ragioni sue di bottega ha deciso di scrivere questa controriforma costituzionale con Renzi e poi di cambiare idea, sono affari suoi. Io invece ho detto peste e corna di questa riforma. La Costituzione ha una sua provvidenza laica, per cui per difendersi dagli assalti usa spesso degli strumenti insospettabili, tipo Berlusconi. Non dimentichiamo che ce la siamo rischiata grossa la Costituzione ai tempi della Bicamerale ”. Travaglio poi osserva: “I rischi dei mercati se vince il No? I mercati non tremano, tramano. Il Sì interessa i grandi poteri”