Giuliano Parodi, primo cittadino di Suvereto (Livorno), cancella il post, ma riceve messaggi, anche con insulti e minacce. Ma lui non chiede scusa: "Non volevo offendere, volevo solo ironizzare sulla campagna referendaria che sta degenerando. Le battute le faccio e le prendo e quella non mi sembrava particolarmente brutta"
Nell’intenzione doveva essere una battuta, nell’esecuzione è venuta fuori una schifezza: “Alex Zanardi vota Sì, peccato lo facevo più in gamba”. A scriverlo su facebook, seguito da uno smile, non è stato un utente qualsiasi, ma un sindaco, Giuliano Parodi, primo cittadino a Suvereto, piccolo Comune della provincia di Livorno (poco più di 3mila abitanti). Parodi ha rimosso il messaggio dopo essere stato travolto dalle critiche, alle quali inizialmente Parodi aveva risposto. “Giuliano non ti sembra un po’ troppo crudele?” gli chiedono. E lui: “La satira deve essere un pugno nello stomaco per funzionare, altrimenti sono le battute di Zelig”. Ma un altro ribatte: “Quindi lei fa satira? Mi sembrava di aver capito che invece facesse il sindaco“. Da Parodi nessuna scusa, ma la precisione di non avere “volontà di insultare” Zanardi, che “è una persona meravigliosa”. Anzi, tiene a precisare che la battuta non gli “sembrava particolarmente brutta”. L’obiettivo del sindaco, spiega lui, era ironizzare sulla campagna referendaria “che sta degenerando e che si basa ormai solo su come voteranno personaggi noti”.
Parodi spiega di avere per questo scelto di “buttarla in caciara” usando facebook: “Da giorni – dice – pubblico battute su questa pessima campagna elettorale, ad esempio chiedendo se il Cnel sia una preposizione articolata o un ente inutile. Le battute le faccio e le prendo. Conosco la storia di Zanardi, è una persona meravigliosa. E non mi sembrava una battuta particolarmente brutta: molti nei titoli dei giornali sportivi fanno spesso riferimento alla sua menomazione e lui stesso lo fa in modo autoironico. Lungi da me l’idea di offenderlo”. Piuttosto, aggiunge Parodi, “c’è stato un attacco mirato e ‘strano’: circa 200 messaggi pesantemente offensivi contro di me da profili che non conosco. Mi è sembrata una cosa pilotata. Un attacco pesante, con ‘auguri’ di morte a me e ai miei familiari, che mi ha spinto a togliere il post”. “Vorrei sapere dove è la morale di queste persone – continua il sindaco – visto che mi accusavano di non averla. Forse sarà stata una battuta infelice, ma ci sono comici che hanno campato sulla gobba di Andreotti…”, dice il sindaco notando che “gli stessi che si sono indignati sono quelli che stanno zitti quando il governo taglia i fondi per i disabili“. “Sono un non allineato – dice poi Parodi che dal 2014 guida una giunta civica e che ha battuto il Pd alle elezioni – e credo di dare fastidio. Ho dato scioccamente lo spunto a chi mi avrebbe attaccato comunque”.
Infine, naturalmente, la polemica politica. Ma è il Partito democratico a pretendere le scuse del sindaco del piccolo paese toscano. “La ripugnante propaganda del sindaco di Suvereto. Senza argomenti, senza rispetto, senza vergogna, chieda scusa ad Alex Zanardi” twitta tra gli altri la sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo, che è di Campiglia, paese vicino a Suvereto.
“Ogni giorno – ha scritto in una nota il comitato Basta un Sì – pensiamo che qualche esponente del fronte del No abbia raggiunto il fondo, invece siamo costretti a constatare che è stato superato ancora una volta il limite del cattivo gusto. Il premio per l’uscita più infelice va, oggi, a Giuliano Parodi, sindaco M5S di Suvereto (Gr)”. Come se la confusione non fosse già sufficiente, si accatastano anche gli errori perché Suvereto è appunto un Comune livornese e non grossetano e in più Parodi non è dei Cinquestelle ma è stato eletto nel 2014 con una lista civica (Assemblea Popolare) e al massimo proviene da Rifondazione Comunista. L’unico collegamento, flebile, con i Cinquestelle è che il sindaco di Livorno Filippo Nogarin lo aveva proposto (senza successo) come presidente della Provincia anche perché con lui fa asse spesso per “battersi” contro la maggioranza di sindaci del Pd.