Il Motor Show è rinato. Evviva il Motor Show? Al tempo. Prima aspettiamo di vedere se quella in programma al 3 all’11 dicembre nel cuore della Motor Valley sarà, almeno alla lontana, parente delle grandi kermesse a cui eravamo abituati. Perché la passione di centinaia di migliaia di persone per un evento che, ai bei tempi, era secondo solo al Gran Premio d’Italia di F1 non va delusa.
E la storia degli ultimi anni di delusioni ne ha riservate, dalle edizioni “ridotte” fino all’ultima cancellazione del 2015. Questioni di soldi, troppi o troppo pochi, crisi, lotte intestine e passaggi di mano che sarebbe troppo lungo ripercorrere, ma che di certo molto hanno sottratto al fascino dell’appuntamento.
Non si può non ricordare questo, prima di spendere 22 euro (25 gli nultimi due giorni, ma meno in generale grazie a convenzioni e agevolazioni per gruppi, bambini, anziani etc.) e varcare i cancelli di BolognaFiere per un’edizione che è pur sempre quella della quarantesima candelina sulla torta.
L’operazione riparte da due pilastri fondamentali: il recupero delle case automobilistiche, negli ultimi tempi sempre meno presenti e vogliose di investire in quello che consideravano un “oggetto” obsoleto, e quello della gente, disamorata ma comunque vogliosa di rivivere certe emozioni.
Detto fatto, gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere i due terzi dei marchi che animano il mercato italiano: quelli dei gruppi FCA e PSA, insieme a Land Rover, Jaguar, Mercedes, Smart, Renault, Toyota, Ford, Suzuki, come pure nomi quali Lamborghini, McLaren, Bentley, Pagani e Zagato. A cui vanno ad aggiungersi Effeffe, Noble, Italdesign e Pininfarina. Mentre spiccano per la loro assenza i brand del Gruppo Volkswagen, la Bmw e la Opel.
Sul versante “adrenalina”, poi, c’è da ricordare che verrà riproposta la mitica Area 48, quella delle gare sportive ed esibizioni più spericolate di auto e moto. Con l’appuntamento clou del Memorial Bettega, a cui parteciperanno vetture impegnate nel mondiale Rally WRC. Un cordone ombelicale prezioso, con il passato.
Ma siccome i tempi cambiano e le priorità pure, non potevano non trovare spazio temi come tecnologia (leggi soprattutto connettività) ambiente, elettrificazione, design: argomenti affrontati in convegni e spazi appositi. Così come spazio ci sarà pure per le auto storiche e per le eccellenze motoristiche del nostro Paese.
La novità più curiosa, tuttavia, rimangono gli orizzonti. Non più ristretti alla Fiera, ma decisamente aperti secondo un’idea già messa in pratica a Milano col Fuori Salone: convegni e incontri in giro per la città, nel tentativo di rimettere Bologna al centro di un progetto che la ricoinvolga pienamente, come merita. Anche da qui, a ben vedere, passa la scommessa di portare 300 mila persone al Motor Show, che poi è l’obiettivo dichiarato di chi si è preso la briga di farlo rinascere.