Che cosa succederà ai 10mila biglietti dei Coldplay che potrebbero essere ancora in circolazione? La domanda è d’obbligo, perché il tribunale di Roma, accogliendo in parte il ricorso della Siae, ha vietato la loro vendita da parte dei bagarini digitali. E per ogni biglietto che dovesse essere d’ora in poi ceduto online sui siti di secondary ticketing portati davanti al giudice, e cioè Viagogo, Seatwave e Ticketbits, il rischio è una sanzione da 2mila euro. La stessa che dovrebbe pagare Live Nation, la società organizzatrice dei due concerti della band inglese che si terranno a Milano il prossimo luglio, qualora immettesse direttamente sul mercato secondario altri tagliandi, come accaduto nell’ormai strafamoso caso finito al centro dell’inchiesta delle Iene. Bene, quanti sono i biglietti che rischiano così di rimanere bloccati in un limbo virtuale? Secondo le stime fornite in conferenza stampa dal direttore generale di Siae Gaetano Blandini, potrebbero essere 7-10mila. Di qui l’auspicio suo e del presidente della società a difesa del diritto d’autore Filippo Sugar che “quei biglietti vengano restituiti, in modo che possano tornare in vendita al prezzo normale”.
La decisione del giudice contro il secondary ticketing –
Ma le conseguenze dell’ordinanza del tribunale di Roma, sebbene abbiano una finalità cautelare in attesa del giudizio di merito, vanno oltre il destino di qualche migliaia di biglietti. Perché, decidendo sul ricorso d’urgenza presentato da Siae dopo che i biglietti dei Coldplay erano scomparsi in pochi minuti dal rivenditore ufficiale TicketOne per riapparire poco dopo sui siti di secondary ticketing, il giudice inizia a fissare i primi paletti nel nebuloso mondo del bagarinaggio online. Un’attività che non è illecita – chiarisce il magistrato – quando viene svolta “in maniera occasionale e non organizzata”. Quantomeno “a normativa vigente”, sottolinea l’ordinanza nel ricordare che a breve una stretta in materia verrà introdotta dalla norma inserita nella legge di bilancio in fase di approvazione in Parlamento. Ma diverso è il caso in cui il bagarino non sia l’acquirente di un biglietto che a un certo punto si accorge di non poter più andare al concerto. “Al di fuori di tale ipotesi – si legge infatti nell’ordinanza – va considerata illecita la vendita sul mercato secondario dei biglietti di un evento musicale quando l’attività di secondary ticketing viene svolta in maniera professionale e organizzata dalle stesse società che organizzano l’evento e/o che gestiscono piattaforme informatiche di commercio elettronico, ponendo in essere una vera e propria attività lucrativa che si interpone tra i distributori ufficiali e i consumatori”.
In questo caso il giudice ravvisa infatti “una sostanziale elusione delle disposizioni a tutela del diritto patrimoniale d’autore”, con conseguente danno sia per gli autori, che per i consumatori finali e l’Erario.
Due le modalità in cui questo può avvenire: l’organizzatore di eventi vende una parte dei biglietti direttamente a un sito di secondary ticketing oppure i siti di secondary ticketing fanno acquisti su TicketOne aggirando i limiti del sistema di sicurezza grazie a opportuni software. Entrambe modalità sulla cui messa in pratica esistono “numerosi indizi sufficientemente gravi, precisi e concordanti” che, benché non per forza legati al caso Coldplay, portano il giudice a vietare ogni ulteriore vendita sul mercato secondario dei biglietti dei due concerti milanesi della band acquistati direttamente da Live Nation o tramite programmi informatici da TicketOne. Come detto, ogni violazione del divieto costerà a Live Nation, Viagogo, Seatwave e Ticketbits 2.000 euro di multa. Il tribunale ha invece respinto la richiesta di Siae di sequestrare le piattaforme di secondary ticketing e i biglietti rimasti in circolazione su quei siti. Questo perché al momento è impossibile distinguere i biglietti venduti occasionalmente e autonomamente sul mercato secondario dagli utenti finali da quelli che invece sono stati rimessi in vendita secondo le modalità contestate.
Numeri e nuovi sospetti –
La decisione del tribunale, contro cui Live Nation ha già annunciato ricorso, è stata festeggiata in conferenza stampa dai vertici di Siae e di Federconsumatori, l’associazione dei consumatori che ha supportato il ricorso. Nel corso dell’incontro con i giornalisti Blandini ha reso noti i dati sulle emissioni dei biglietti per le due date a San Siro dei Coldplay: circa 95.600, di cui 85.500 attraverso TicketOne, 2.600 attraverso le rivendite fisiche del circuito Best Union e 7.500 direttamente da Live Nation. Numeri che danno adito a nuovi sospetti. Perché secondo lo stesso Blandini, a fronte di questi dati, appare insolitamente alta la quota di biglietti venduti nel corso della prevendita riservata ai possessori di carte di credito American Express: ben 27.260. Mentre Claudio Trotta, il promoter di Bruce Springsteen che da tempo ha preso posizione contro il secondary ticketing, non ha perso occasione per far notare nel corso della conferenza stampa che 95.600 biglietti sono un bel po’ in meno dei 120mila posti offerti in teoria dallo stadio di San Siro sulle due date. Come a dire che qualcosa non torna ancora. Sospetti su cui la procura di Milano avrà modo di fare chiarezza nell’ambito dell’inchiesta aperta sui concerti di Bruce Spingsteen e dei Coldplay. E che al momento vede indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa Roberto De Luca e Antonella Lodi, amministratore delegato e direttrice operativa di Live Nation. Oltre che Corrado Rizzotto, ex ad di Vivo Concerti, società al 100% della casa discografica Warner.