Ma quale guida autonoma. Il veicolo del futuro, prossimo, sarà nientemeno che volante. Con tanti saluti ai problemi di ingorghi, sinistri e quant’altro. Diamo forse i numeri? Niente di tutto questo. L’auto volante, o meglio il mezzo, è già da tempo allo studio, poiché viene vista come la soluzione realmente in grado di dare una svolta significativa alla mobilità individuale.
L’ultima azienda ad avere annunciato questo progetto è la stessa Uber, che non più tardi della fine dello scorso ottobre ha annunciato piani reali per offrire il servizio di trasporto “Elevate” costituito da mezzi volanti, a propulsione totalmente elettrica, in grado di consentire trasporti a breve raggio in tempi ristrettissimi, il tutto con costi non lontani da quelli garantiti a terra con UberX.
Naturalmente la compagnia di San Francisco, che in meno di dieci anni è riuscita a ridefinire l’idea di lavoro flessibile e a ridisegnare profondamente il business americano del trasporto via taxi, non intende certo affrontare l’intricatissimo sviluppo tecnico e legislativo che serve per immaginare un futuro simile nel trasporto individuale. Molto più semplicemente, intende lavorare per catalizzare su questa prospettiva investitori privati ed interessi governativi, in modo da rendere possibile il progetto in tempi ristretti. Quando ristretti? Uber si aspetta di mettere in atto il servizio entro una decina d’anni. Poco davvero. Il veicolo prefigurato dovrebbe essere ad ala fissa, dotato di piccoli motori elettrici inclinabili in modo da far funzionare il veicolo come elicottero ed aereo; viene inoltre individuata una velocità di crociera attorno ai 240 km/h con autonomia limitata – ma sufficiente – a percorrenze attorno ai 160 km.
Solo sogni? No, contrariamente a quanto si possa pensare. In questa partita, diversi “attori” stanno già lavorando da tempo. Qualche esempio: l’anno scorso, la NASA ha fatto volare per la prima volta il suo GL-10 Greased Lightning a dieci motori; la Joby Aviation (California) prevede di avere a in funzione entro cinque anni taxi a due posti completamente elettrici a 12V, dotati di tecnologia VTOL (Vertical Take-Off and Landing, decollo e atterraggio verticali); eVolo, in Germania, afferma che il suo Volocopter a diciotto eliche dovrebbe essere pronto per il mercato già nel 2018. Lo stesso Pentagono ha investito in ricerca 89 milioni di dollari per un velivolo VTOL a propulsione ibrida (LightningStrike, della Aurora Flight Sciences).
All’auto volante pensa seriamente, inoltre, uno dei massimi “guru” della Silicon Valley, Marc Andreessen – intervistato da TheVerge –, che sta preparando investimenti in start-up orientate a questa tecnologia rivelando, tra l’altro, che tre di esse sono già al lavoro sull’automobile volante, di cui una finanziata anche dallo stesso Larry Page (co-fondatore di Google). Sullo sfondo, rimane come comune denominatore una vera e propria ondata di tecnologia pronta a riversarsi in diversi aspetti della società e del trasporto, improntata in massima parte all’automazione delle “cose”: dagli elettrodomestici alle automobili, passando dagli stessi aeroplani. Prepariamo il brevetto?