“Un’iniziativa splendida che fa conoscere un patrimonio di conoscenza, memoria e tesori inestimabili, trattato troppo male per troppo tempo. Il ministero dal 2000 al 2013 ha avuto una stagione molto dura di taglio”. Ora invece “abbiamo iniziato un’inversione di tendenza, sui diversi settori della cultura abbiamo investito un 35% in più e abbiamo deciso di recuperare la stagione dei tagli alle biblioteche”. Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact) Dario Franceschini lo dice con orgoglio, presentando a Roma, presso il Collegio romano, la serie televisiva “Una Biblioteca, un Libro”, sette documentari realizzati da Tv2000 (in onda da domenica 4 dicembre alle ore 13.45 ) e dedicati ad altrettante biblioteche storiche italiane.

Protagoniste l’abbazia di Montecassino, la Nazionale centrale e l’Angelica di Roma, la Riccardiana di Firenze, la Malatestiana di Cesena, la Badia di Cava in provincia di Salerno e la biblioteca del Centro sperimentale di cinematografia. Architetture straordinarie e libri conservati al loro interno, insieme, che entrano nelle case degli italiani. Da luoghi fisici per studiosi a spazi virtuali per il grande pubblico. Anche per questo una bella iniziativa, indubbiamente.

Ma la situazione delle biblioteche, del complesso delle biblioteche italiane, è tutt’altro che rosea. I problemi riguardanti sia il patrimonio librario che gli immobili nel quale sono conservati, tanti. Accresciuti da anni di risorse inadeguate alle esigenze. Da bilanci nei quali i numerosi “meno”, nei quali annegano i pochi “più”, sono una consuetudine. Così le parole di Franceschini mostrano la loro fragilità. Lo certificano le cifre. Quelle relative ai Lavori pubblici che il Mibact ha assegnato alle Biblioteche in questi ultimi anni. Lo stanziamento per il 2016 è stato di 2.656.311 euro, mentre nel 2015 di 2.561.613 €, nel 2014 di 4.012.508 € e nel 2013 di 3.885.455 €. Che nell’anno in corso ci siano 1.356.197 € in meno rispetto al 2014 è un dato inequivocabile e senz’altro di ben maggiore impatto sull’intero comparto rispetto ai più 94.698 € rilevabile rispetto al 2015. Ma un quadro più preciso della considerazione che si ha per le biblioteche si può avere analizzando la suddivisione regionale della cifra a disposizione per il 2016. Zero euro per Abruzzo, Molise, Trentino, Umbria e Sicilia. Zero.

Poi si passa dai 15mila euro per le Marche, dedicati alla “Manutenzione ordinaria dei locali e degli impianti della Biblioteca Statale di Macerata” agli 806.926 € del Lazio, distribuiti per lo più a Roma.
Spiccano tra le richieste di finanziamento gli zero euro per i “lavori di adeguamento alle normative vigenti in materia di sicurezza” alla Biblioteca di Montecassino a Cassino, per il “Restauro di materiali librari” alla Biblioteca Restauro dei libri a stampa a Grottaferrata e per “lavori e Tutela conservazione del Patrimonio” alla Biblioteca di Santa Scolastica, a Subiaco.

Tra Marche e Lazio, ai due opposti, ci sono i 25mila della Basilicata e i 334.664 € della Toscana. Anche qui non mancano gli “zero”, come ad esempio quelli della Biblioteca Medicea Laurenziana.

Proseguendo nell’analisi regionale ci sono i 40mila della Calabria, concentrati sulla Biblioteca Nazionale di Cosenza e i 257mila della Campania, quindi, i 45mila dell’Emilia Romagna e i 250mila del Piemonte, i 65mila della Lombardia e i 150mila della Puglia, i 70mila della Sardegna e i 133.750 del Friuli Venezia Giulia, gli 85mila del Veneto e i 100mila della Liguria.

Ovunque si è tagliato sulle richieste. Così in Sardegna sono stati finanziati solo due dei cinque interventi richiesti per la Biblioteca universitaria di Cagliari. In Toscana solo uno dei sei interventi alla Biblioteca Marucelliana. In Friuli Venezia Giulia due su cinque a Palazzo Morpurgo, sede della Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste. In Veneto uno dei due alla Biblioteca Universitaria di Padova. Ad essere, per così dire, stralciati spesso gli interventi di adeguamento funzionale delle strutture, ma non è raro che si tratti anche di restauri di vario tipo al materiale librario.

Proprio in considerazione di un quadro così disarmonico, composto da richieste in gran parte disattese, si fa strada il dubbio che Franceschini poco e male conosca il Patrimonio conservato nelle biblioteche. Di certo che poca dimestichezza abbia soprattutto con le strutture cosiddette “minori”. Non può esserci davvero altra spiegazione alle sue dichiarazioni. In ogni caso l’impressione è quasi che il ministro abbia un’idea ondivaga di quel che la biblioteca è, di quel che rappresenta. Ora lo studio coi libri impolverati dell’Azzeccagarbugli, ora la grande biblioteca, completamente aperta al pubblico, del Cardinale Borromeo. Due modelli contrapposti che da I Promessi Sposi, Franceschini sembra aver fatto suoi. Peccato che siano in contraddizione. Proprio come accade spesso al ministro. Le biblioteche in tv sono un servizio agli italiani, gli slogan di Franceschini su “l’inversione di tendenza” semplicemente uno spot.

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