Centinaia di migliaia di persone con le bandiere e le immagini del Lider Maximo si sono riunite sabato nella plaza Antonio Maceo di Santiago di Cuba per dare l’ultimo saluto a Fidel Castro, morto il 25 novembre scorso a 90 anni, che è stato poi sepolto in quella città, nel cimitero di Sant’Ifigenia, dove riposa l’eroe dell’indipendenza cubana Jose Marti. L’urna di legno con le ceneri è arrivato a Santiago alla fine di un viaggio di quasi 1.000 chilometri da L’Avana, in più fasi, durante il quale ha attraversato le città a bordo di una jeep militare. Da mercoledì scorso migliaia di persone sono scese in piazza per vedere passare il convoglio. “Fidel ci ha insegnato che cosa era resistere senza rinunciare ai principi e alle conquiste del socialismo”, ha detto il presidente cubano Raul Castro, visibilmente commosso. Alla celebrazione, culmine di un viaggio durato quattro giorni delle ceneri dell’ex dittatore, hanno partecipato i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, della Bolivia, Evo Morales, e del Nicaragua, Daniel Ortega, oltre agli ex presidenti del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff e all’ex calciatore Diego Maradona.
“Giuriamo di difendere la patria e il socialismo. Fidel, hasta la victoria siempre”, ha detto Raul Castro ai cubani. “Lo giuriamo”, è stata la risposta. Stanco e con la voce roca, Raul ha parlato al suo popolo citando l’”esempio” di Fidel: “Ci ha mostrato quello che potevamo fare, quello che possiamo fare. E ora quello che potremmo fare. Sì se puede”. E la folla ha fatto eco: “Si se puede”. Una frase storica, rievocata da Barack Obama nella campagna elettorale del 2008 con “Yes we can”.Castro, nel suo intervento, ha ricordato il difficile periodo che il Paese ha attraversato negli anni ’90, quando Cuba è entrata in una grave crisi economica dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica, e ha detto che in quel momento e negli altri della sua vita, il fratello Fidel “non ha mai perso la fede nella vittoria”.
Ripercorrendo le tappe della vita del Lider Maximo, incluse le più difficili, Raul ha ricordato la crisi dei missili e “l’impero americano”. Ma Fidel “ci ha mostrato che abbiamo potuto creare una Cuba libera, trasformata in una potenza dal punto di vista della medicina e della biotecnologia”. “Ci ha mostrato” che se si è potuto combattere per la “Namibia libera, per l’Angola e per l’apartheid’’, e che quindi Cuba ce la può fare. “Si è potuto, si può e si potrà superare qualsiasi ostacolo per l’indipendenza, la sovranità della patria e il socialismo”.
La cerimonia di saluto è stata più breve di quella simile che si è svolta a L’Avana. Ed è dedicata solo al popolo cubano. Le personalità presenti, fra i quali Nicolas Maduro presidente del Venezuela, non sono intervenute. A parlare dal palco sono state le associazioni dei lavoratori, degli agricoltori, dei combattenti della rivoluzione cubana. Fidel era un “soldato delle idee”, ha detto il presidente del sindacato dei lavoratori. “Ci ha mostrato che i principi non si discutono, si difendono a ogni costo” gli ha fatto eco il presidente dell’associazione degli agricoltori. “Porteremo avanti la rivoluzione con lealtà, continueremo l’opera”, ha aggiunto il presidente dell’associazione dei combattenti della rivoluzione cubana. “Gli studenti non lo tradiranno, non falliranno nella loro opera di portare avanti la rivoluzione”, ha detto il presidente dell’associazione studentesca.
Con l’intervento di Raul Castro si è chiuso l’ultimo saluto pubblico a Fidel Castro. La cerimonia di sepoltura ha chiuso i nove giorni di lutto nazionale, consegnando “Fidel all’eternita”, come dicono i cubani. Non ci saranno monumenti o luoghi pubblici dedicati alla memoria di Castro. Lo aveva chiesto espressamente lui stesso. “Il leader della Rivoluzione ha respinto qualsiasi manifestazione di culto della personalità ed è rimasto coerente con quell’atteggiamento fino alle ultime ore di vita”, ha detto il fratello Raul nel corso della cerimonia di addio. Come è noto, Fidel Castro ha insistito perché, “una volta morto, il suo nome e la figura non siano mai utilizzati per intitolare istituzioni, piazze, parchi, viali, strade o altri siti pubblici e non vengano eretti in sua memoria monumenti, busti, statue e altre forme simili di tributo”, ha ricordato il presidente cubano, annunciando che in occasione della prossima sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare presenterà le proposte legislative necessarie affinché il desiderio del fratello venga rispettato.
Mondo
Funerali Fidel Castro, centinaia di migliaia di persone per l’ultimo saluto al Lider Maximo
Tra i presenti alla celebrazione i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, della Bolivia, Evo Morales, e del Nicaragua, Daniel Ortega, oltre agli ex presidenti del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff e l’ex calciatore Diego Maradona
Centinaia di migliaia di persone con le bandiere e le immagini del Lider Maximo si sono riunite sabato nella plaza Antonio Maceo di Santiago di Cuba per dare l’ultimo saluto a Fidel Castro, morto il 25 novembre scorso a 90 anni, che è stato poi sepolto in quella città, nel cimitero di Sant’Ifigenia, dove riposa l’eroe dell’indipendenza cubana Jose Marti. L’urna di legno con le ceneri è arrivato a Santiago alla fine di un viaggio di quasi 1.000 chilometri da L’Avana, in più fasi, durante il quale ha attraversato le città a bordo di una jeep militare. Da mercoledì scorso migliaia di persone sono scese in piazza per vedere passare il convoglio. “Fidel ci ha insegnato che cosa era resistere senza rinunciare ai principi e alle conquiste del socialismo”, ha detto il presidente cubano Raul Castro, visibilmente commosso. Alla celebrazione, culmine di un viaggio durato quattro giorni delle ceneri dell’ex dittatore, hanno partecipato i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, della Bolivia, Evo Morales, e del Nicaragua, Daniel Ortega, oltre agli ex presidenti del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff e all’ex calciatore Diego Maradona.
“Giuriamo di difendere la patria e il socialismo. Fidel, hasta la victoria siempre”, ha detto Raul Castro ai cubani. “Lo giuriamo”, è stata la risposta. Stanco e con la voce roca, Raul ha parlato al suo popolo citando l’”esempio” di Fidel: “Ci ha mostrato quello che potevamo fare, quello che possiamo fare. E ora quello che potremmo fare. Sì se puede”. E la folla ha fatto eco: “Si se puede”. Una frase storica, rievocata da Barack Obama nella campagna elettorale del 2008 con “Yes we can”.Castro, nel suo intervento, ha ricordato il difficile periodo che il Paese ha attraversato negli anni ’90, quando Cuba è entrata in una grave crisi economica dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica, e ha detto che in quel momento e negli altri della sua vita, il fratello Fidel “non ha mai perso la fede nella vittoria”.
Ripercorrendo le tappe della vita del Lider Maximo, incluse le più difficili, Raul ha ricordato la crisi dei missili e “l’impero americano”. Ma Fidel “ci ha mostrato che abbiamo potuto creare una Cuba libera, trasformata in una potenza dal punto di vista della medicina e della biotecnologia”. “Ci ha mostrato” che se si è potuto combattere per la “Namibia libera, per l’Angola e per l’apartheid’’, e che quindi Cuba ce la può fare. “Si è potuto, si può e si potrà superare qualsiasi ostacolo per l’indipendenza, la sovranità della patria e il socialismo”.
La cerimonia di saluto è stata più breve di quella simile che si è svolta a L’Avana. Ed è dedicata solo al popolo cubano. Le personalità presenti, fra i quali Nicolas Maduro presidente del Venezuela, non sono intervenute. A parlare dal palco sono state le associazioni dei lavoratori, degli agricoltori, dei combattenti della rivoluzione cubana. Fidel era un “soldato delle idee”, ha detto il presidente del sindacato dei lavoratori. “Ci ha mostrato che i principi non si discutono, si difendono a ogni costo” gli ha fatto eco il presidente dell’associazione degli agricoltori. “Porteremo avanti la rivoluzione con lealtà, continueremo l’opera”, ha aggiunto il presidente dell’associazione dei combattenti della rivoluzione cubana. “Gli studenti non lo tradiranno, non falliranno nella loro opera di portare avanti la rivoluzione”, ha detto il presidente dell’associazione studentesca.
Con l’intervento di Raul Castro si è chiuso l’ultimo saluto pubblico a Fidel Castro. La cerimonia di sepoltura ha chiuso i nove giorni di lutto nazionale, consegnando “Fidel all’eternita”, come dicono i cubani. Non ci saranno monumenti o luoghi pubblici dedicati alla memoria di Castro. Lo aveva chiesto espressamente lui stesso. “Il leader della Rivoluzione ha respinto qualsiasi manifestazione di culto della personalità ed è rimasto coerente con quell’atteggiamento fino alle ultime ore di vita”, ha detto il fratello Raul nel corso della cerimonia di addio. Come è noto, Fidel Castro ha insistito perché, “una volta morto, il suo nome e la figura non siano mai utilizzati per intitolare istituzioni, piazze, parchi, viali, strade o altri siti pubblici e non vengano eretti in sua memoria monumenti, busti, statue e altre forme simili di tributo”, ha ricordato il presidente cubano, annunciando che in occasione della prossima sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare presenterà le proposte legislative necessarie affinché il desiderio del fratello venga rispettato.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
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Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.