Giù la moneta unica che arriva a toccare il livello più basso da marzo 2015: peggio di quanto accadde subito dopo lo shock della Brexit, sottolineano gli analisti.
L’euro perde terreno nei confronti del dollaro. E’ la prima conseguenza economica derivante dall’annuncio di dimissioni da parte del premier Matteo Renzi. La moneta unica europea ha fatto segnare una perdita dell’1,3% rispetto alla chiusura di venerdì. Uno scivolone, quello dell’euro, che arriva ai minimi degli ultimi 20 mesi, poco sopra quota 1,05 sul dollaro. Peggio di quanto accadde subito dopo lo shock della Brexit, sottolineano gli analisti. La moneta unica subito dopo il passo indietro del presidente del Consiglio italiano è arrivata a 1,0506 dollari, il livello più basso dal marzo 2015, per poi risalire leggermente a quota 1,0524 dollari (-1,3%). La prospettiva della parità fra moneta unica e biglietto verde – sostengono alcuni commentatori – non è più così improbabile.
E ora, dall’Asia all’Europa passando per gli Stati Uniti, tutti gli occhi sono puntati sui mercati e su come apriranno le principali borse dopo l’annuncio delle dimissioni del premier italiano. Borse sulle quali non potrà non pesare l’incertezza sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Il primo segnale arriva da Tokyo che apre in negativo la prima seduta della settimana, subito dopo il risultato del referendum in Italia, mentre lo yen si apprezza nei confronti dell’euro sul mercato delle valute: l’indice Nikkei fa segnare una perdita dello 0,41,% a quota 18.320,44, cedendo quasi 100 punti. La valuta nipponica, considerata rifugio, va consolidando la fase di apprezzamento, a quota 120,20 nei confronti della moneta unica. Anche Shangai apre con segno ‘meno’, subito dopo il risultato del referendum in Italia. L’indice Composite di Shanghai cede l’1,23% e si attesta a 3.203,78 punti, mentre quello di Shenzhen perde l’1,03%, fermandosi a quota 2.063,07.