I 350 lavoratori dell'Istituto di statistica che chiedevano la propria stabilizzazione con il passaggio della manovra a palazzo Madama hanno proclamato lo stato di agitazione annunciando di voler rimanere in assemblea permanente
Levata di scudi dei precari dell’Istat all’indomani del referendum. I 350 lavoratori dell’Istituto di statistica che chiedevano la propria stabilizzazione con il passaggio in Senato della legge di Stabilità, hanno proclamato lo stato di agitazione annunciando di voler rimanere in assemblea permanente “da questa mattina e fino alla definitiva approvazione della legge di Stabilità, assemblea permanente nell’Aula Magna della sede centrale di via Balbo 16”. Il Coordinamento precari Istat spiega che “dal 6 dicembre la legge di Bilancio comincerà l’iter di approvazione al Senato. Si tratta della sola finestra utile al recepimento dell’emendamento finalizzato alla stabilizzazione dei 350 precari che da oltre un quinquennio rendono possibili le attività ordinarie dell’Istituto Nazionale di Statistica”.
“Dopo la prima bocciatura in sede di Commissione bilancio della Camera, per effetto di un diktat da parte del governo Renzi volto a espellere dalla manovra tutti i provvedimenti in materia di riassorbimento del precariato storico nella Pa, l’esito referendario – continua la nota – ha scompaginato lo scenario politico e di fatto annullato ogni possibilità di rimandare il tema a futuribili provvedimenti connessi all’approvazione dei decreti attuativi della riforma Madia e all’accordo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, sottoscritto la scorsa settimana con i sindacati confederali”. Tuttavia “la stabilizzazione dei precari dell’Istat, selezionati attraverso una procedura concorsuale pubblica, non è più rinviabile anche alla luce dell’avvio del Censimento Permanente, previsto per i primi mesi del 2017, che potrà essere garantito solo attraverso il consolidamento in ruolo di tutto il personale a termine” .