“L’esperienza di Area popolare, forse mai decollata, si conclude qui con lo scioglimento dei gruppi e la ripresa di autonome presenze parlamentari”. Le strade di Udc (Unione dei Democratici Cristiani e di Centro) e Ncd (Nuovo centrodestra) si dividono. L’annuncio in una nota congiunta dei parlamentari di Udc e del segretario nazionale Lorenzo Cesa. Da Ap escono quindi quattro deputati, Buttiglione, Binetti, De Mita e Cera, e il senatore De Poli. Il divorzio dopo il risultato del referendum costituzionale che aveva visto i due partiti schierati su fronti contrapposti: Ncd di Angelino Alfano per il Sì, Cesa e Udc a sostegno del No.
“L’idea di far precipitare il Paese verso il voto appare più il segno di una reazione emotiva che un disegno politico utile all’Italia. Su questo punto si segna l’ultima differenza nei confronti di Alfano”, spiegano nella nota gli esponenti dell’Udc. “In questo momento – si legge – riteniamo che in primo luogo spetti al presidente Mattarella definire percorsi e prospettive. Ci limitiamo a considerare che dopo il referendum il Paese ha bisogno con urgenza di una messa in sicurezza sociale, di interventi sul sistema creditizio a tutela dei risparmiatori e di una nuova legge elettorale a base proporzionale votata dal parlamento. E non ultimo c’è bisogno, al di là delle distinzioni sul referendum, di un lavoro di ricomposizione specie all’interno dell’area del cattolicesimo popolare e di ceti medi e popolari, che miri alla costruzione di un soggetto politico credibile”. La nota si conclude poi con l’appello “a noi stessi e a quanti, tra parlamentari e movimenti nella società civile, colgano come noi la rilevanza di questo passaggio”.