Il 75,9% delle quote che fa capo alla deputata di Forza Italia non è bastato per ottenere in assemblea il via libera al delisting, ritenuto necessario per avere "maggiore celerità e flessibilità operativa". La società, che edita anche Visto e Novella 2000, ha chiuso i primi sei mesi del 2016 con un rosso di 231mila euro
Daniela Santanchè in minoranza. Nella sua Visibilia editore. La deputata di Forza Italia voleva revocare dal mercato alternativo Aim Italia di Borsa italiana su cui è quotata la società che edita le testate Novella 2000 e Visto comprate un anno fa da Prs. Ma l’assemblea ha respinto la proposta: gli altri azionisti, a partire dalla Alevi di Paola Ferrari, moglie di Marco De Benedetti, seguita dalla Mo.Da Gioielli e da Elena Rodriguez Palacios, con complessivamente il 13,2% del capitale, hanno votato contro. Il 75,9% rappresentato da Visibilia Editore Holding, riconducibile alla “pitonessa”, non è bastato visto che era necessario il voto favorevole di almeno il 90% dei soci.
La decisione di chiedere la revoca era stata adottata dal consiglio di amministrazione a metà novembre “anche alla luce dei risultati definitivi della prima tranche dell’aumento di capitale in opzione da oltre 998mila euro”, resasi necessaria a fronte delle perdite dell’anno precedente, che si è conclusa lo scorso ottobre con sottoscrizioni per oltre 724mila euro, oltre 688mila euro dei quali sono arrivati da Visibilia Editore Holding e 35mila euro dal mercato. Di conseguenza secondo la Santanchè “le necessità sono mutate rispetto al momento in cui, nel marzo 2010, la società (dapprima Pms Spa) aveva richiesto l’ammissione alla quotazione” ed è necessaria “maggiore celerità e flessibilità operativa nello svolgimento della propria attività”. Visibilia ha chiuso i primi sei mesi del 2016 con un rosso di 231mila euro e visto lo stop al delisting dovrà trovare vie alternative per il rilancio.