Le imminenti dimissioni di Renzi trattengono a Roma presidente della Repubblica, presidente del Senato e ministri. Così non restano che imprenditori e vip, dalla Fracci all'ex re di Spagna Juan Carlos. E al Piermarini torna l'opera di Puccini (la terza del trittico con Bohème e Tosca) a 112 anni dalla prima volta. Che fu un disastro di fischi e grida. Forse premeditato da alcuni rivali...
Ci saranno sovrani e ex sovrani di ogni tipo: dalle stelle del balletto come Carla Fracci e Roberto Bolle ai direttori dei più grandi teatri del mondo, dal Bolshoi alla Musikverein di Vienna fino all’ex re di Spagna Juan Carlos. Ma alla Prima della Scala con la Madama Butterfly mancheranno tutti i politici: Renzi non c’è più, Mattarella domani lo aspetta per le dimissioni, gli altri annunciati sono candidabili a Palazzo Chigi. La scorsa edizione fu quella di Renzi, che
La Prima nel mondo
Come sempre la Prima sarà un evento che rimbalzerà sulle tv e nei cinema di mezzo mondo: la lirica tornerà peraltro su Rai1 (dalle 17,45), dopo che negli ultimi anni la Prima
L’amore disperato che accieca la Madama Farfalla
La Butterfly è la sesta opera più rappresentata al mondo, dopo Traviata, Carmen, Bohème, Flauto Magico e Tosca. Come succede a molte opere liriche, è una storia senza tempo, che potrebbe essersi consumata ieri, con le dovute differenze. In breve racconta la storia di Cio-Cio-San (che letteralmente vuol dire Madama Farfalla) che è una geisha giapponese di Nagasaki e incontra l’ufficiale americano Pinkerton. Lei si innamora alla follia, lui dopo un mese la ripudia e, dopo averla messa incinta, se ne torna negli Stati Uniti. Dettaglio: lei ha 15 anni. Ma lei, la Farfalla, niente. Come tutti gli innamorati pazzi è sicura che il suo amore ritornerà, lo dice a tutti, lo giura a se stessa. “Un bel dì, vedremo levarsi un fil di fumo sull’estremo confin del mare. E poi la nave appare”. Lui però continua a non tornare. Non torna dopo un anno, non torna dopo due anni. Torna dopo tre anni, alla fine.. Però non è solo: è con sua moglie e è tornato solo per portarsi via il bambino avuto da quella ragazza che abbandonò per educarlo secondo i canoni occidentali. I sogni di Cio-Cio-San si sbriciolano in mille pezzi. La luce si spegne. Distrutta dal dolore, dopo aver bendato il bambino, Madama Butterfly si toglie la vita tagliandosi la gola. Una storia “molto
La prima volta alla Scala nel 1904. E fu un disastro (forse premeditato)
Madama Butterfly aprirà la stagione del Piermarini 33 anni dopo l’ultima volta (Turandot, 1983). La regia sarà del lettone Alvis Hermanis, i protagonisti saranno Maria José Siri (Cio-Cio-San), Bryan Hymel (Pinkerton), Carlos Álvarez (Sharpless) e Annalisa Stroppa (Suzuki). La Madama fu allestita per la prima volta alla Scala 112 anni fa. E d’altra parte il risultato sembrava assicurato, visto che si riproponeva il “team” di Puccini con Luigi Illica e Giacomo Giacosa, autori di Bohème (8 anni prima) e Tosca( 4 anni prima). E invece la Prima fu un disastro. L’editore Giulio Ricordi raccontò di “grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate”, un “linciaggio”, disse Puccini, forse premeditato, forse ordito da Sonzogno, l’editore rivale di Ricordi. E proprio quella versione viene ora riproposta dal direttore artistico Riccardo Chailly, un’operazione già proposta – e andata a segno – con la Fanciulla del West, sempre del compositore lucchese. Ma perché la Butterfly ebbe così tante versioni? Puccini era continuamente incerto e incontentabile, curava il dettaglio fino al microscopico. E questo lo portavano “spesso a subire le pressioni dell’editore – spiega lo stesso Chailly – soprattutto di fronte a un insuccesso”. Così
E la caratteristica più evidente di quella versione originale è che era in due atti e non in tre, un formato “moderno”. Anche in questo caso Ricordi disse a Puccini di dividerla in tre. Ma il compositore rispose: “Il dramma deve correre alla fine senza interruzioni, serrato, efficace, terribile”. Accenti renziani che parlano di velocità e ritmo. Ma il paragone appare già stonato.