CRONACA ORA PER ORA - Il presidente del Consiglio davanti ai suoi per la direzione di mercoledì 7 dicembre ha intenzione di confermare il suo passo indietro e annunciare il suo sostegno a un esecutivo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione possibile delle altre forze politiche. Il capo dello Stato contrario alle urne anticipate senza un sistema di voto omogeneo per entrambe le Camere. La Consulta ha annunciato la prima udienza per il 27 gennaio
Governo istituzionale. Governo di responsabilità nazionale con la maggioranza più ampia possibile. Governo di scopo. Si può chiamarlo come si vuole, ma la linea di Matteo Renzi è quella che in serata finalmente esplicita il ministro dei Trasporti Graziano Delrio: “Penso che la primavera sia la scadenza in cui andremo alle elezioni, ma decide il presidente della Repubblica”. E il capo dello Stato ritiene “inconcepibili le elezioni anticipate” senza leggi elettorali omogenee per Camera e Senato, come racconta in esclusiva l’Huffington Post. Quindi il gruppo dirigente del Pd ha intenzione di presentarsi già domani pomeriggio davanti alla direzione del Pd per annunciare il sostegno a un governo “istituzionale” e “di scopo”. “Istituzionale”: parola che rimanda in prima battuta all’ipotesi che il successore di Renzi possa essere il presidente del Senato Piero Grasso, ma resta nell’orbita anche quelli di Piercarlo Padoan (che in partenza è un economista indipendente). Renzi ha un pallino, in particolare: se dev’essere governo di transizione (istituzionale, di responsabilità, di scopo), allora bisogna farlo con la maggioranza più larga possibile. Il Pd, insomma, non è intenzionato a reggere un governo da solo facendosi “rosolare” dalle opposizioni che chiedono le urne anticipate e accusano i democratici di volere restare al governo. Resta che su un punto il Quirinale è stato chiaro: la priorità è intervenire il prima possibile sulla modifica dell’Italicum che, così come è scritto, non vale per il Senato. Su tutto questo pende poi il ritmo dettato dalla Corte Costituzionale sulla riforma elettorale: la sentenza della Consulta che ha fissato la prima udienza per il 27 gennaio.
Le tappe fino al nuovo governo
I prossimi giorni saranno decisivi. La prima tappa è quella della legge finanziaria che sarà discussa in Aula il 7 dicembre (dichiarazioni di voto alle 12 e prima chiama alle 14.30) e approvata nel pomeriggio. Non è detto che venga posta la fiducia perché comunque il provvedimento è stato bloccato e sono state escluse ulteriori modifiche. Alle 15 è in programma la direzione Pd con l’obiettivo di dare la linea ufficiale del partito. Renzi ha l’intenzione di rassegnare le dimissioni venerdì. Questo vuol dire che le consultazioni al Quirinale cominceranno almeno sabato. Un nuovo governo potrebbe forse nascere la prossima settimana.
Bersani: “La legislatura non deve finire per forza”
La discussione di queste ore era stata focalizzata sulla possibilità o meno di andare al voto già a febbraio, ipotesi che sembra ormai sempre più remota. A tentare il presidente del Consiglio era stato quel 40 per cento dei consensi raccolti al referendum che in un certo senso teme di dilapidare se dovesse ritirarsi nei prossimi mesi. Tutta la minoranza del partito, tuttavia, oltre a dire che Renzi non si dovrebbe dimettere da capo del governo, ha anche spiegato che la legislatura deve andare avanti “com’è successo con Enrico Letta“, ha spiegato Pierluigi Bersani parlando a DiMartedì anche perché “se andiamo così a rotta di collo finiamo contro un muro”. Il ministro Alfano nelle scorse ore aveva invocato la possibilità di andare alle urne già a febbraio: “Ho visto che aria tira all’interno del Pd e ho fatto un pronostico. A chi va cercando pretesti per fare proseguire la legislatura come Forza Italia non lo otterrà gratis, è troppo comodo. Accusano noi di fare un governo con il Pd e poi vogliono la prosecuzione della legislatura: non lo otterranno gratis”.
Tutto è iniziato col 40% nel 2012. Abbiamo vinto col 40% nel 2014.
Ripartiamo dal 40% di ieri!— Luca Lotti (@LottiLuca) December 5, 2016
Renzi ai ministri: “Incredibile, ma non riesco ad andarmene”
Il presidente del Consiglio nei giorni scorsi ha accettato la richiesta del Quirinale di congelare le sue dimissioni fino all’approvazione della legge di stabilità. Sempre parlando con il Capo dello Stato, aveva espresso il desiderio di prendersi un “anno sabbatico per staccare, magari per un anno negli Stati Uniti, ma i miei amici del Pd non me lo permettono”. Il suo obiettivo, come ha ripetuto anche nel discorso della sconfitta e come ricostruivano i giornali in edicola oggi, è quella di “togliersi”. Concetto che ha ribadito anche ai suoi ministri a Palazzo Chigi. “Sembra assurdo ma non riesco ad andarmene”, avrebbe detto. “Di solito i miei predecessori facevano le barricate per restare, io invece voglio togliermi di torno e non ce la faccio”. La preoccupazione di Renzi è anche quella di non lasciare “la bandiera delle elezioni anticipate a Grillo e agli altri. Se lo facciamo il Pd è morto, fa la fine che ha fatto dopo aver appoggiato il governo Monti“.
M5s: “No a tavoli per la legge elettorale”
Beppe Grillo sta chiedendo a gran voce le elezioni anticipate con la legge elettorale modificata dalla Consulta perché il M5s non ha intenzione di fare trattative per trovare un accordo partitico per un altro sistema di voto. Sul blog del leader, del resto, oggi è comparsa la presa di posizione di Alessandro Di Battista: “Non ci faremo trascinare in estenuanti trattative sulla legge elettorale. Per noi l’Italicum, la legge elettorale che loro si sono votati, ha dei profili di incostituzionalità (se fosse così chi l’ha votata dovrebbe vergognarsi e sparire dalla scena politica). A ogni modo ce lo dirà la Corte Costituzionale. Una volta che si sarà pronunciata andremo al voto con quella legge corretta, sia alla Camera che al Senato. Punto”.
CRONACA ORA PER ORA
22.16 – Renzi orientato a dimettersi venerdì
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sarebbe orientato a salire al Quirinale per le dimissioni nella giornata di venerdì. Lo si apprende da fonti della maggioranza.
21.38 – Delrio: “Dal voto un bel bagno di umiltà”
“Dal voto è venuto un bel bagno di umiltà. Dobbiamo ripartire ascoltando di più il malcontento della gente. Nessuna arroganza. Il nostro messaggio era di fiducia e speranza, ma sappiamo che c’è gente che sta male”. Lo afferma il ministro Graziano Delrio, su Dimartedì a La7.
21.31 – Delrio: “Primavera buona per votare”
“Io penso che in primavera sarà una data buona per votare, dopo la decisione della Consulta sull’Italicum”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio a ‘diMartedì’ su La7. “Il Paese ha chiesto elezioni, noi come Pd dobbiamo discutere, credo che il partito sia stato molto democratico. In Forza Italia o M5s non ci sono stati Comitati per il Sì”, ha aggiunto.
21.27 – Delrio: “Governo di scopo per portarci alle elezioni”
“Crediamo sull’esigenza di avere un governo di scopo che ci porti alle elezioni, con la persona e il tempo che vorrà Mattarella”. Lo ha detto il ministro Graziano Delrio su Dimartedì. Sull’eventuale nuova candidatura Renzi, ha aggiunto: “Lo sceglieranno le primarie”.
21.11 – Riunione senatori Fi: “Nessuna voglia di entrare in governi”
Nessun desiderio di partecipare a nuovi governi di nessuna natura. A ribadirlo, secondo quanto raccontano alcuni presenti, sono stati i senatori di Forza Italia che si sono riuniti questa sera con il loro capogruppo Paolo Romani.
20.27 – Bersani: “Non è che se cade Renzi, deve venire giù l’Italia”
“Quando cadde il governo Letta non è che siamo andati a votare. Io, che non stavo benissimo, sono corso ad abbracciare Letta e a dare la fiducia a Renzi. Non è che se Renzi ha deciso di dimettersi deve venir giù l’Italia”. A dirlo è Pier Luigi Bersani, nel corso di un’intervista a DiMartedì.
20.21 – Obama chiama Renzi: “Usa resta stretto alleato”
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato al premier Matteo Renzi per discutere dell’esito del referendum costituzionale e gli ha assicurato che l’Italia resterà uno stretto alleato Usa. Lo riferisce la Casa Bianca.
20.15 – Salvini: “M5s sui miranti più a sinistra del Pd”
“I cinque stelle sono più a sinistra del Pd su temi importanti come la questione dei migranti e della sicurezza, con i 500mila sbarchi in tre anni sono una vergogna”. Così Matteo Salvini, intervistato da Giovanni Floris a ‘DiMartedì’, “i grillini ritengono che tutta l’Africa ci stia in Italia”.
20.12 – Bersani: “Voto? Anche in autunno”
“A gennaio la Corte costituzionale deve decidere. Vogliamo dare al Parlamento la possibilità di ragionare su leggi elettorali che abbiano un criterio?”. Così Pierluigi Bersani nell’intervista a DiMartedì in onda questa sera su La7. Al voto si può andare in “primavera, estate, autunno… Quando arriva marzo, non so cosa ci dirà l’Ue, con i problemi che abbiamo – dice Bersani – Ci vuole un governo che in tranquillità, senza impegnarsi con cose che spettano al Parlamento, si occupi del tema economico-sociale, cosa che non abbiamo visto in questi mesi, mentre il Parlamento fa la legge elettorale”.
20.01 – Costituzionalisti: “Le Province ora restano”
“Le Province restano perché gli articoli 114 e 118 della Costituzione, e in generale tutto il titolo V, sono rimasti immutati rispetto alla riforma del 2001 dopo il no al referendum”: lo afferma all’ANSA il professor Antonio D’Atena – docente emerito di diritto costituzionale all’Università Tor Vergata di Roma e fino all’anno scorso presidente dell’Associazione italiana costituzionalisti – che così si esprime in merito alla legge 56, la cosiddetta Delrio, che ha riformato gli enti locali.
19.54 – Salvini: “Governo di responsabilità? No a inciuci, voto subito”
“Nessun inciucio, nessuna perdita di tempo, voto subito”. Così Matteo Salvini, segretario della Lega Nord replica alla proposta che il premier Matteo Renzi farà domani in direzione Pd e cioè quella di un governo di responsabilità.
19.46 – Bersani: “Non sfidare ancora il Paese”
“Sconsiglio di sfidare il paese ancora e temo che ci sia ancora in giro questa aria qua… io ho sempre detto che non si può vincere sulle macerie e la divisione di un paese soprattutto quando si rischia perdere..”. Lo ha detto a Di Martedì Pierluigi Bersani spiegando, più direttamente, che la sfida sarebbe andare a elezioni anticipate.
19.34 – Monti: “La legislatura può andare avanti fino al 2018”
“Anche se Renzi s’è dimesso esiste una maggioranza di centrosinistra che può andare avanti con il governo sino alla conclusione naturale della legislatura”. Lo ha detto Mario Monti intervistato da Giovanni Floris a ‘Dimartedì’ su La7.
19.34 – Formigoni: “Io e altri pronti a non votare la fiducia”
“Io e altri siamo pronti a non votare la fiducia al governo. Il Senato c’è e vuole poter dire la sua su questo provvedimento che va cambiato in alcune parti visto che contiene molte norme mancia ed è lacunoso per altri versi”. Ad affermarlo è l’esponente di Ncd Roberto Formigoni. “C’è tutto il tempo per esaminare con attenzione la legge di bilancio visto che siamo al 6 dicembre e l’esercizio provvisorio scatterebbe il 31 dicembre. Poi al massimo si può mettere la fiducia alla Camera”, aggiunge.
19.18 – Renzi in direzione Pd confermerà dimissioni ma non chiederà voto subito
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, secondo le indiscrezioni dell’agenzia Adnkronos, domani in direzione Pd confermerà le dimissioni già annunciate ieri al capo dello Stato Sergio Mattarella e, nel suo intervento non farà una chiamata alle urne a breve. Il Partito democratico starebbe lavorando ad un documento in vista della Direzione di domani nel quale si dà la disponibilità al sostegno di un governo istituzionale. Si apprende da fonti della maggioranza dem. Un governo non politico, si sottolinea. Se il tentativo non dovesse andare in porto, “il Pd -specificano le stessi fonti- non ha alcun timore di andare al voto”.
17.30 – Lega: “Inaccettabile data udienza della Consulta da anticipare”
La Lega – riunita con il segretario Matteo Salvini – chiede ufficialmente alla Consulta “di anticipare entro l’anno la sentenza sull’Italicum. La data annunciata del prossimo 24 gennaio è folle perché dopo il voto sul referendum, che ha dato indirizzo di forte cambiamento, tenere il paese in stallo per tutto questo tempo non è ammissibile. Serve un governo forte che può uscire solo da un voto popolare, altre proposte sono irricevibili”. Lo riferiscono i capigruppo Gianmarco Centinaio e Massimiliano Fedriga al termine della riunione.
16.30 – Grillo: “Il voto non è un’arma. Ma noi vogliamo andare al voto al più presto”
“Noi vogliamo andare al voto al più presto perché i cittadini hanno il diritto di esprimersi, non per usarlo contro qualcuno. L’arma contro la volontà popolare sono stati i governi alla Renzi e alla Monti non eletti da nessuno”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog dove commenta: “Renzi non è abituato alle elezioni, ne ha paura e crede che sia un ordigno del M5s: ‘Non lascio questa arma a Grillo’ ha detto il premier dimissionario congelato. Vorrei tranquillizzarlo. Le elezioni non sono un’arma, tantomeno una mia arma. Sono lo strumento democratico che gli italiani hanno, come sancito dalla Costituzione, per eleggere i rappresentanti della Camera e del Senato (grazie alla vittoria del NO, altrimenti li avrebbero decisi i partiti) e indicare così la loro volontà su quello che il governo deve fare”.
16.15 – Consulta: “Il 24 gennaio udienza su Italicum”
La Corte costituzionale ha fissato per l’udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sulla legge elettorale Italicum. Così una nota della Consulta.
16 – Finito il vertice di Forza Italia ad Arcore
E’ durato circa 2 ore e mezza il vertice di Forza Italia ad Arcore, dove Silvio Berlusconi ha riunito i suoi dirigenti per analizzare la situazione politica dopo il referendum.
Quasi tutti hanno lasciato villa San Martino, la residenza dell’ex presidente del Consiglio, direttamente in auto senza fermarsi a parlare con i giornalisti in attesa all’esterno.
15.45 – Monsignor Galantino: “Tutti sotterrino l’ascia di guerra”
“Tutti sotterrino l’ascia di guerra”. E’ il monito di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando l’esito referendario. “Non lo so se chiedo molto, ma veramente chiedo che un po’ tutti sotterrino l’ascia di guerra fatta di parole pesanti, fatta anche di espressioni tante volte al limite della volgarità”.
15.30 – Di Maio: “Alleanze non ne facciamo”
Sulle prossime mosse del Movimento 5 stelle parla il vicepresidente Luigi Di Maio: “Alleanze non ne facciamo, resta in piedi il nostro modo di procedere. Noi avremo il nostro programma e chiederemo al Capo dello Stato di avere il mandato per fare il governo, chi ci sta vota il nostro programma. Chi non ci sta deve prendersi le sue responsabilità”.
15 – Bersani: “Non si vince sulle macerie del Paese”
Pierluigi Bersani ha confermato la sua contrarietà al voto anticipato: “Io sono totalmente contrario”, ha detto intercettato alla Camera. “Come dissi una volta, ‘non si può vincere sulle macerie del Paese’. Aggiungo che neanche si può perdere sulle macerie del Paese”.
14.30 – Manovra: voto fiducia in Senato entro domani sera
Il governo chiederà la fiducia sulla legge di bilancio che approderà, blindata, domani mattina alle 9,30 in aula al Senato. Il voto di fiducia ci sarà domani pomeriggio con le dichiarazioni di voto che cominceranno alle 12 e la prima chiama alle 14,30: l’ok definitivo alla legge di Bilancio arriverà quindi domani pomeriggio. Le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12 e la prima chiama è prevista per le 14.30.
12.11 – Manovra in aula già domani sera
Sulla legge di bilancio “chiederemo di fare il più presto possibile” ed è quindi “presumibile” che vada in Aula domani sera. Lo afferma il capogruppo Pd in Commissione Bilancio del Senato, Giorgio Santini, spiegando che “se non ci saranno emendamenti, basterà un voto”, non necessariamente di fiducia. L’obiettivo è quello del “passaggio più rapido” del testo così come approvato alla Camera, sottolinea, escludendo che ci possa essere una riapertura del provvedimento. La decisione ufficiale sui tempi dell’Aula sarà presa dalla capigruppo convocata alle 13.00.
11.30 – Blog Grillo: “No al tavolo con i bari sulla legge elettorale”
“Renzi, Alfano, Verdini e Boschi hanno bloccato il Parlamento con queste riforme costituzionali dannose e bocciate dalla stragrande maggioranza degli italiani. Hanno fallito e devono andare a casa. Il M5S non intende bivaccare mesi su mesi alla ricerca di una quadra con i partiti politici responsabili dei disastri in Italia. Non ne possiamo più”. Lo scrive, in un post sul blog di Beppe Grillo, Alessandro Di Battista che sottolinea: “Non ci faremo trascinare in estenuanti trattative sulla legge elettorale. Il Paese è stufo. Per noi l’Italicum, la legge elettorale che loro si sono votati, ha dei profili di incostituzionalità (se fosse così chi l’ha votata dovrebbe vergognarsi e sparire dalla scena politica). A ogni modo ce lo dirà la Corte Costituzionale. Una volta che si sarà pronunciata andremo al voto con quella legge corretta, sia alla Camera che al Senato. Punto. E, finalmente, il Popolo italiano deciderà chi dovrà governare il Paese”.
11 – Prodi: “Io? Un parroco non deve tornare nella propria parrocchia nemmeno per confessare”
“Un parroco non deve tornare nella propria parrocchia nemmeno per confessare”. Così Romano Prodi, intervenendo a Roma alla presentazione di un libro su uno storico segretario della Cisl, Pierre Carniti. Prendendo la parola, Carniti, aveva salutato l’ex premier dicendo “saluto il mio amico che potrebbe tornare utile in questa situazione”, con chiaro riferimento all’attuale crisi di governo. Il nome di Prodi è circolato in queste ore come possibile ‘traghettatore’ in questa delicata situazione politica.
10.30 – Alfano: “Fi vuole proseguire la legislatura? Non sarà gratis”
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano entrando alla riunione dei gruppi Ap ha commentato: “Noi siamo un partito di persone serie e responsabili, siamo un movimento di responsabilità ma non a ogni costo. Ho visto che aria tira all’interno del Pd e ho fatto un pronostico. Vediamo come va la direzione del Pd, a chi va cercando pretesti per fare proseguire la legislatura come Forza Italia non lo otterrà gratis, è troppo comodo. Accusano noi di fare un governo con il Pd e poi vogliono la prosecuzione della legislatura: non lo otterranno gratis”.
10 – Speranza: “Legislatura vada avanti e Renzi resti segretario Pd”
A frenare sull’ipotesi del voto subito è la stessa minoranza del partito. “Nessuna fretta per il Congresso”, ha detto il deputato Roberto Speranza, “ne parleremo dopo aver messo in sicurezza il Paese”. Ancora meno per le elezioni, “Chi ha 400 parlamentari deve essere il perno della stabilità. C`è da fare una legge elettorale prima di tornare al voto… e non solo”. E ha aggiunto: “Con 400 parlamentari il Pd deve sostenere il percorso che indicherà il presidente Mattarella per garantire stabilità al Paese. Questa è la priorità”. Quanto alla possibilità che sia la Consulta a fare la legge elettorale, con le modifiche all’Italicum, l’esponente dem spiega “L’Italicum è valido solo per la Camera. Ma in questo Paese spaccato, c’è bisogno di costruire una legge elettorale in un campo più largo, fuori dai confini del governo”.
9.39 – New York Times: “L’Italia non ha benzina per la crescita”
Secondo il quotidiano americano, il nostro Paese “non ha un chiaro percorso per tirarsi fuori dai pericoli della sua opprimente crisi bancaria”. Lo scrive in prima pagina, con un articolo intitolato “In Italia, un fresco segnale della disfunzione europea”. Commentando la situazione politica italiana all’indomani del voto referendario si afferma che “gli elettori domenica hanno respinto con enfasi le modifiche costituzionali, amplificando le preoccupazioni che le banche italiane possano sprofondare nel disastro”. “La crisi esistenziale non era oggetto di consultazione ma alla fine questo è il risultato”, scrive il quotidiano, sottolineando gli aspetti di incertezza economica che il nuovo quadro ha creato in Italia ed Europa.
9.31 – Boccia (Confindustria): “Ora governo stabile”
“Confindustria è un corpo intermedio, non un partito. Non inseguiamo il consenso elettorale né i sondaggi. Rappresentiamo l’impresa e prendiamo posizione rispetto ai suoi interessi e alla necessità che nel Paese continui la stagione di riforme”. Così Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, intervistato dal Corriere della Sera, spiega le ragioni del suo appoggio al ‘sì’. “Sono orgoglioso” spiega ancora Boccia, che racconta anche di una chiamata a Renzi dopo la sconfitta nel referendum: “Sì l’ho chiamato. Non lo avevo mai fatto in questi mesi, proprio perché volevo sottolineare l’autonomia delle scelte di Confindustria dalla politica. Ma dopo aver sentito in tv il suo discorso nella notte mi è sembrato giusto chiamarlo”. Sul futuro esecutivo, si limita a dire: “Per noi è importante un governo stabile che affronti i problemi”.