Benvenuti a Ten Talking Points, l’unica rubrica che fa #ciaone e se ne vanta. Altre considerazioni.
1. Ogni volta che qualcuno osa sconfiggerla, la Juve reagisce con virulenza inaudita. Il sangue dell’Atalanta è ancora sul selciato dello Stadium, il primo tempo è stata una mattanza a cielo aperto. Neanche Renzi domenica è stato maciullato così. Ora toccherà a Torino e Roma scontare la pena. Mettete a letto i bambini: sarà tremendo.
2. Spalletti voleva una vittoria brutta e l’ha avuta. Non ne poteva più di trionfi giocando bene e cercava comprensibilmente anche lui tre punti di contrabbando. Li ha ottenuti con la Lazio, che nel primo tempo ha giocato meglio ma ha pagato due errori individuali. La Roma è largamente la più accreditata per il secondo posto. Lunedì batterà il Milan fischiettando, le mani in tasca e il batacchio garrulo al vento.
3. Mattarella pensa a un governo tecnico. Si ipotizzano Wallace alla Difesa, Lulic alle Pari Opportunità, Sinisa Farinacci agli Esteri, Medel ai Beni Culturali e Suso come ministro tecnico. Molto tecnico.
4. Niang ha giocato così male che a guardarlo sembrava Pistocchi. Sosa può far comodo giusto per far meta, De Sciglio si esalta solo con Conte e Locatelli dopo tante gare da titolare si è – per una volta – montolivizzato un po’. Con il Crotone tre punti fondamentali per i rossoneri, attesi dalla fucilazione con la Roma e dal punticino (forse) con il quasi Leicester orobico. C’è poi Lapadula: dopo aver sbagliato un gol inaccettabile, è stato ancora una volta decisivo. Il ragazzo sembra sempre più un Gattuso reinventatosi attaccante. Vi è in lui un parossismo di grinta, voglia e propensione pugnace. Avete presente Cuperlo? Ecco: l’opposto.
5. Sabato pomeriggio, Barcellona-Real. Il Barça sta vincendo uno a zero e manca poco. Anzi pochissimo. Il commento tecnico è di Fabio Capello. Il quale, con la sua allegrezza da Göring prestato chissà perché al calcio, sentenzia al 90esimo: “Attenti che se c’è una punizione poi spunta Sergio Ramos e la risolve lui”. Detto, fatto. Don Fabio soverchia.
6. Soverchia un po’ meno il buon Klopp, che tra un giro e l’altro di notte con la sua Mokka brutta come Rosato imbarca tre reti col Bournemouth. Era avanti 3-1 in trasferta, l’ha persa 4-3. E il Chelsea ringrazia.
7. Pioli è bravo, ma in quattro partite ha preso 10 reti. Ha vinto con la Fiorentina grazie a dieci minuti iniziali irripetibili e a un arbitro dadaista, il derby l’ha acciuffato nel recupero e con Hapoel Beer Sheva (nota corazzata) e Napoli è stato vilipeso. In classifica è decimo, sideralmente staccato da quel terzo posto che era il minimo sindacale per una rosa inferiore solo a Juve e Roma. L’Inter attuale è uno dei più grandi flop sportivi degli ultimi cinquant’anni, anche se il recupero di Ranocchia lascia ben sperare. (Gli avversari).
8. Ciò detto, Inter campione del mondo. Agile, in scioltezza e fischiettando La vie en rose con Vecchioni allo xilofono, Pucci al clavicembalo e Lerner giù di Farfisa.
9. La Fiorentina spezza la reni al Palermo, la Sampdoria meriterebbe più rispetto, il Pescara soffre come Chicco Testa dopo il referendum e il Sassuolo torna a fiammeggiare sulle macerie dell’Empoli. Avanza poi uno strapuntino di rubrica per rammentarvi che il Napoli di Che Gue Sarri ha sciorinato venerdì un gioco bellissimo. Quando lui vuole e i soldati lo ascoltano, il Commodoro Marxista è un rivoluzionario autentico. Di quelli da tutto o niente, massimalisti estetici che non fanno prigionieri e amano la vertigine del collettivo. Sia lode.
(9bis. Non so che cazzo ho scritto nel rigo precedente, però suonava bene).
10. Chievo-Genoa e Udinese-Bologna sono state così brutte che, a guardarle, mi è venuta quasi voglia di rivalutare Nardella. A martedì prossimo.