L'indagine avviata dal commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager ha appurato che i trader si scambiavano informazioni sensibili su posizioni e strategie sul mercato dei derivati in euro
La Commissione europea ha multato Crédit Agricole, Hsbc e Jp Morgan Chase per un totale di 485 milioni per aver partecipato a un cartello riguardante i derivati sui tassi di interesse. Il cartello comprendeva sette banche (oltre alle tre multate anche Barclays, Deutsche Bank, Rbs e Société Générale, che hanno transato alla fine del 2013) e riguardava prodotti finanziari come i Forward rate agreement, gli Interest rate swap o le opzioni sui tassi di interesse, utilizzati dalle società per gestire il rischio derivante dalle fluttuazioni dei tassi di interesse o a fini di speculazione finanziaria. Questi strumenti si prezzano a partire da un tasso di interesse di riferimento come l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) o l’Eonia (Euro Overnight Index Average).
L’Euribor riflette il tasso di interesse applicato ai prestiti in euro sul mercato interbancario (cioè quando le banche si prestano soldi l’una con l’altra) ed è basato su dati singoli, trasmessi su base quotidiana da una serie di banche ad una società, che si incarica di calcolarlo. L’indagine della Commissione ha appurato che il cartello, che ha funzionato tra il settembre 2005 e il maggio 2008, ha coinvolto le sette banche in periodi variabili, coprendo l’intero spazio economico europeo (i 28 Stati Ue più Islanda, Norvegia e Liechtenstein). I trader che vi hanno partecipato erano in regolare contatto attraverso chat aziendali o servizi di messaggistica istantanea.
Lo scopo delle comunicazioni tra i trader, che avevano un “linguaggio molto libero”, ha notato il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, era quello di distorcere il normale andamento delle componenti di prezzo per i derivati sui tassi di interesse. E ci sono riusciti comunicandosi i dati sull’Euribor che intendevano trasmettere all’agente di calcolo e scambiandosi informazioni sensibili sulle rispettive posizioni di trading o sulle proprie strategie di trading o di prezzo. In pratica, questo significa che le sette banche hanno colluso, invece di competere, sul mercato dei derivati in euro. Si tratta di un mercato che non è importante solo per le banche, ma anche per molte aziende, che utilizzano i derivati sui tassi di interesse per gestire i propri rischi finanziari.