Sia padre che figlio hanno condiviso la bufala del cosiddetto Pizzagate. A perdere il posto, almeno per ora, è solo il figlio. Michael Flynn jr, rampollo del generale in pensione diventato consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, ha lasciato il transition team del presidente eletto per aver contribuito con una serie di tweet alla diffusione di notizie false secondo cui alcuni esponenti del Partito Democratico gestivano un traffico di bambini in una pizzeria di Washington. Anche il padre, Michael Flynn sr, (generale a riposo filo-russo secondo cui “la paura dei musulmani è razionale”, scelto da Obama nel 2012 per guidare la Defense Intelligence Agency, l’intelligence militare, ma costretto a lasciare nell’agosto del 2014 per divergenze con la Casa Bianca) ha condiviso le stesse notizie false, ma lui resta al suo posto.
Anche il figlio del generale, quindi, era entrato in qualche modo a far parte della squadra di transizione. Inizialmente il vice di Trump, Mike Pence, aveva sostenuto che il figlio del generale non aveva alcun coinvolgimento nel transition team ma successivamente Jason Miller, portavoce del presidente eletto, ha precisato che Flynn junior non aveva più niente a che fare con lo stesso team. Miller non ha spiegato il motivo del licenziamento, ma due fonti dell’entourage di Trump hanno riferito al New York Times che è esso legato alla diffusione di notizie false su Hillary Clinton, in particolare ad suo presunto coinvolgimento in una traffico sessuale di minori legato ad una pizzeria di Washington Dc, la Comet Ping Pong.
Una storia alla quale ha creduto Edgar Welch, 28 anni, entrato domenica sera nel locale, indicato come teatro del traffico, per “indagare da solo” e fare giustizia: ha sparato alcuni colpi d’arma da fuoco ed ha seminato il panico tra gli avventori, prima di arrendersi alla polizia e ammettere che non aveva trovato riscontri. Ma per il figlio di Flynn finché il Pizzagate “non sarà dimostrato falso, resta una storia“, come ha twittato poche ore dopo l’assalto.
Proprio questo episodio ha riacceso l’attenzione sull’uso dei social media da parte di Flynn e rilanciato i dubbi sulla sua idoneità a rivestire la nuova, delicata carica. Ex direttore della Defence Intelligence Agency, Flynn è autore di vari post infondati, sulla diffusione delle legge islamica in Usa, sull’attacco all’ambasciata Usa a Bengasi e, sei giorni prima delle elezioni, sulla prove raccolte dagli inquirenti a New York a carico della Clinton e di esponenti del suo staff per pedofilia, riciclaggio, falsa testimonianza ed altri reati.
In mezzo a questa bufera è atteso il primo incontro tra Flynn e il consigliere per la Sicurezza Nazionale uscente, Susan Rice. Anche se i membri del transition team di Trump stanno lavorando ormai da settimane alla Casa Bianca, finora i contatti tra Rice e Flynn sono stati molto sporadici. E l’incontro ufficiale di oggi non appare destinato ad essere tra i più facili, considerati gli attacchi pubblici e ripetuti rivolti da Flynn all’amministrazione Obama e allo stesso presidente. In uno dei controversi tweet anti-Islam di Flynn c’è quello in cui venivano rilanciate le notizie false secondo cui Barack Obama sia in realtà un jihadista.
“Ho profonde preoccupazioni riguardo a Flynn che è così ingenuo da credere a cose a cui neanche un bambino delle elementari crederebbe oppure è consumato da una tale cattiva fede da superare quello che dovrebbe essere un naturale scetticismo”, ha dichiarato Tim Kaine, l’ex candidato alla vice presidenza, che è membro della commissione Forze Armate al Senato.
Ma gli attacchi all’ex capo dell’agenzia di intelligence militare arrivano anche da un ex funzionario della Cia che, intervistato dalla Cnn, ha definito l’intera squadra di Trump “un clown show“. “Abbiamo avuto degli straordinari servitori dello stato alla Casa Bianca e nella sua Situation Room con altri presidenti repubblicani – ha detto Philip Mudd, che si occupava di anti-terrorismo a Langley – ora siamo passati ad un consigliere per la Sicurezza Nazionale che afferma che l’avversario politico deve essere messo in prigione e mezzo miliardo di musulmani devono essere messi sotto controllo“.