E' arrivato il Sì del Senato alla fiducia sulla manovra, che è legge dopo il voto sul provvedimento. Dubbi su quanto accadrà in direzione del Partito democratico, dove potrebbe esserci solo una comunicazione del premier, con il dibattito rinviato dopo il primo giro di consultazioni al Quirtinale. Sullo sfondo il dialogo tra i partiti per il nuovo governo e per la nuova legge elettorale che dovrà portare alle urne. Napolitano: "Voto subito è tecnicamente incomprensibile"
“Siamo il partito di maggioranza relativa. Dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a chiudere la crisi” di governo “nelle modalità che individuerà”. Tradotto: governo di tutti o elezioni subito. Matteo Renzi ha aperto così il suo intervento in direzione nazionale del Pd, ricordando che il referendum avrà ripercussioni sul parlamento, ma anche sul partito. E soprattutto sul metodo del partito. “Il punto centrale è che restano le due questioni fondamentali: il bicameralismo paritario e il rapporto conflittuale tra Stato e regioni” ha sottolineato Renzi, secondo cui il Pd deve riflettere su cosa vorrà essere nei prossimi mesi con questa situazione. “C’è un passaggio interno che si deve fare, che sarà duro ma che a mio giudizio dovrà arrivare dopo il passaggio della crisi di Governo che si sta per aprire” ha aggiunto il premier dimissionario. Che poi ha spiegato: “Noi non abbiamo paura di niente e nessuno, se gli altri vogliono andare a votare, dopo la sentenza della Consulta, lo dicano perché qui si tratta tutti di assumersi la responsabilità. Il Pd non ha paura della democrazia e dei voti” ha detto Renzi, illustrando il bivio di fronte al partito: o governo di tutti o elezioni anticipate. Tutto nel minor tempo possibile. “O si va a votare dopo la sentenza della Consulta o se invece vogliono un nuovo governo che affronti la legge elettorale ma anche gli appuntamenti internazionali il Pd è consapevole ma non può essere il solo perché abbiamo già pagato il prezzo in un tempo non troppo lontano” ha annunciato Renzi, secondo cui “anche altri devono caricarsi il peso almeno in parte perché è difficile sostenere che noi in nome della responsabilità veniamo tratteggiati come, cito, ‘il quarto governo non votato dal popolo’, ‘il quarto dopo il colpo di stato del 2015’, ‘il governo figlio di un parlamento illegittimo o ‘il terzo governo di trasformismo di Alfano e Verdini”. E’ il bivio indicato da Matteo Renzi in direzione dopo le sue dimissioni. In tema di consultazioni, poi, Renzi ha proposto che “ci sia una delegazione al Quirinale composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente Matteo Orfini e dai due capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda“, facendo quindi intendere che lui non farà parte della delegazione.
Parole, quelle di Matteo Renzi, già anticipate nella sua consueta Enews. Concetti chiari: “Non sono io a decidere ma devono essere i partiti – tutti i partiti – ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento” ha scritto il premier uscente, che poi ha esplicitato le due ipotesi sul campo. Elezioni anticipate? “Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte”. Avanti con questa legislatura? “Allora i gruppi dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale: i 60 anni dell’Unione Europea, i vari G7 a cominciare da quello di Taormina, la presidenza del consiglio di sicurezza dell’ONU”. La road map di Matteo Renzi è questa e in linea di massima coincide con quella del presidente della Repubblica, che non intende sciogliere le camere se non in presenza di una legge elettorale coerente per entrambi i rami del Parlamento.
L’intervento del premier è arrivato dopo la fiducia del Senato alla legge di Bilancio e prima delle dimissioni formali, che arriveranno alle 19 quando Renzi salirà al Colle per formalizzarle. Nel mezzo la direzione nazionale del Pd, che contrariamente a quanto ci si aspettava alla vigilia dovrebbe non essere una resa dei conti. Anzi. Innanzitutto i tempi: inizialmente convocata per le 15, è slittata alle 17.30, come si evince dal sito internet del Partito democratico. La vera notizia, però, è che non dovrebbe esserci dibattito. Secondo fonti interne al Nazareno, la direzione potrebbe aprirsi e chiudersi in poco tempo con le comunicazioni di Matteo Renzi. In pratica il segretario prenderebbe la parola all’inizio della riunione, spiegando le sue intenzioni e sottolineando il ruolo in questa fase del presidente della Repubblica. Il dibattito interno al partito sull’analisi del voto e gli scenari per il governo, invece, verrebbe rinviato a un secondo momento, dopo il primo giro di consultazioni al Quirinale. Questo calendario sarebbe frutto di un’intesa di massima tra le varie anime del Pd. Fonti della minoranza, tuttavia, spiegano che se Renzi dovesse chiedere il voto sulla relazione e aprire un’analisi di quanto accaduto al referendum piuttosto che limitarsi a comunicare le dimissioni e annunciare la proposta di governo di responsabilità, allora la sinistra interna chiederà di tenere il dibattito in direzione già nella giornata di oggi. “Ci aspettiamo che formalizzi l’apertura della crisi e basta. Altrimenti se dovesse fare un discorso politico sulla linea del Pd alle consultazioni, è chiaro che dovrà esserci un dibattito e noi lo chiederemo” hanno spiegato dalla minoranza interna.
Per quanto riguarda le mosse politiche, non è mistero che Renzi proporrà in direzione e agli altri partiti la possibilità di un governo di responsabilità nazionale, con l’obiettivo di scrivere insieme una legge elettorale nel minor tempo possibile e poi – forse – andare al voto. Mattarella, però, non ha la minima intenzione di sciogliere le camere senza una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato. Secondo alcuni retroscena, poi, quando Renzi salirà al Quirinale il capo dello Stato potrebbe proporgli un reincarico. Che Renzi, a rigor di logica, tenterebbe di rifiutare, riproponendo il governo di responsabilità nazionale. Chi può coinvolgere in questa operazione? Di certo Forza Italia. Secondo Repubblica Berlusconi è disponibile, ma a determinate condizioni: suoi ministri all’interno dell’ipotetico governo di larghe intese, voto nel 2018 e legge elettorale improntata al proporzionale. Il pontiere dell’asse Arcore-Rignano potrebbe essere ancora una volta Verdini, che ha fatto sapere di voler puntare su una grande coalizione per evitare le urne e finire la legislatura. Renzi valuta. E intanto non può non ascoltare il messaggio che gli arriva dalla sinistra extra-Pd. Il mittente è Giuliano Pisapia, che si è detto pronto a unire la sinistra: “Poi alleanza aperta con il Pd, ma Renzi rompa con Alfano e Verdini“. Chi invece continua a volere le elezioni al più presto sono la Lega e il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio, nello specifico, vede solo una finalità dietro i movimenti per un esecutivo post Renzi: “Vogliono trascinarci in un altro governo di scopo perché prima di settembre 2017 non scatta pensione. #elezionisubito”. Un pensiero esplicitato ancor meglio dal leader Beppe Grillo: “Dobbiamo aspettarci la prossima mossa che è certa secondo me: demonizzarci, a me e al ‘nostro popolò, mentre inventeranno un trucco di legge elettorale affinché il M5S non possa mai superare il livello di ‘guardia’”.
CRONACA ORA PER ORA
17.54 – Boccia: “Singolare la protesta degli attivisti con le borse di lusso”
“Per la prima volta ho visto protestare qualcuno con la borsa Etro, è un modello di protesta molto originale. La stragrande maggioranza del Pd, a partire dai militanti che al mattino alzano la saracinesca del circolo, vuole il congresso; vedo che non è così tra i sostenitori di Renzi. Io ovviamente, ci metto sempre la faccia e non intendo iniziare adesso a passare da una porta secondaria per entrare nella sede del mio partito a causa di ultrà che non vogliono il congresso. È lesa maestà? Pazienza, ce ne faremo una ragione. Io voglio solo il congresso come tanti altri democratici”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, arrivando al Nazareno per la direzione Pd.
17.40 – Fischi e contestazioni all’arrivo di Francesco Boccia
Fischi e grida all’arrivo della Direzione Pd del deputato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio che in questi giorni ha fatto un chiaro endorsment al governatore Michele Emiliano in polemica con Renzi. I simpatizzanti della maggioranza Pd, riuniti sotto il Nazareno gli hanno gridato ‘Andate via’.
17.36 – Militanti davanti al Nazareno: chiedono elezioni subito
“Elezioni! Elezioni!”. Lo chiedono in coro alcuni elettori Pd riuniti in via del Nazareno dove è in programma la direzione del Partito Democratico. I vari membri del partito stanno arrivando alla spicciolata per assistere al discorso del premier dimissionario Matteo Renzi.
17.03 – Renzi: “Non disperderemo fiducia di milioni di italiani”
“Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua Enews. “Gli oltre 13 mln di voti raccolti sono stati insufficienti a farci vincere”, osserva.
17.00 – Renzi: “Pronto a cedere campanello al mio successore”
“Io sono pronto a cedere il campanello al mio successore, con un abbraccio e l’augurio di buon lavoro. Stiamo scrivendo un dettagliato report da consegnare e stiamo facendo gli scatoloni. Scatoloni che ci fanno spuntare molti sorrisi e qualche ricordo amaro. Ma la storia di questi mille giorni non la faranno i rancorosi commenti di queste ore”. Così Matteo Renzi nell’e-news.
16.56 – Renzi: “Io mi dimetto, non decido io ma partiti”
“Non sono io a decidere ma devono essere i partiti – tutti i partiti – ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento”. Così Matteo Renzi, nell’e-news, confermando le sue dimissioni alle 19.
16.40 – Grillo: “Ci demonizzano, ma non sarò ‘comico mannaro'”
“Mi dispiace, non sarò il vostro comico mannaro”. Così Beppe Grillo dal suo blog dove lancia l’allarme: “Dobbiamo aspettarci la prossima mossa che è certa secondo me: demonizzarci, a me e al ‘nostro popolò, mentre inventeranno un trucco di ‘leggè elettorale affinchè il M5S non possa mai superare il livello di ‘guardia’”.
15.42 – Delrio: “Nuovo governo per portarci alle elezioni”
“Un nuovo governo può nascere, ma deve essere un governo con un compito chiaro: gestire l’ordinario e portarci rapidamente alle elezioni. Questo è quello che ha chiesto il paese il 4 dicembre e il Pd non può avere paura di votare”. Lo dice Graziano Delrio al Foglio Online. “Noi – ribadisce il ministro – ci affidiamo al presidente della Repubblica, è lui il dominus, e il Pd mostrerà il massimo della collaborazione. Ma per senso di responsabilità bisogna anche dire che un nuovo governo, se dovrà nascere, non potrà che rivolgersi anche alle altre forze politiche uscite vincitrici dal voto del 4 dicembre. Se un governo nasce, deve nascere così”.
15.07 – Napolitano: “Voto subito è tecnicamente incomprensibile”
“Non posso dire niente anche perchè non l’ho capita. L’ho trovata tecnicamente incomprensibile”. Lo ha detto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, avvicinato a Palazzo Madama, in merito alla proposta di un ricorso immediato ad elezioni anticipate.
14.45 – Renzi alle 19 al Quirinale per dimissioni formali
“Legge di bilancio approvata. Alle 19 le dimissioni formali. Un grazie a tutti. Evviva l’Italia”. Lo annuncia il premier Matteo Renzi su Twitter. Su Facebook Renzi aggiunge: “La legge di Bilancio 2017 è stata approvata anche dal Senato. Credo sia un’ottima legge e vi invito a vedere le slide che abbiamo preparato un mese fa all’atto dell’approvazione in Consiglio dei Ministri. Stasera alle 19 sarò al Quirinale per formalizzare le dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono stati mille giorni straordinari, grazie a tutti e viva l’Italia”.
14.39 – Rafforzate misure di sicurezza davanti al Nazareno
Rafforzate le misure di sicurezza davanti la sede del Pd al Nazareno dove oggi pomeriggio inizierà la direzione del partito dopo la vittoria del No al referendum. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito in servizio di vigilanza. Secondo quanto si è appreso, sono stati allertati cinofili, artificieri e antisabotaggio pronti a intervenire sul posto nel caso in cui ce ne fosse la necessità. La sicurezza è stata rafforzata anche per far fronte a eventuali proteste che potrebbero essere improvvisate davanti la sede del partito.
14.37 – La manovra è legge: Senato approva con 166 sì
Il Senato ha approvato tutta la legge di Bilancio con 166 sì, 70 no e 1 astenuto. La manovra è dunque legge.
14.31 – Fonti parlamentari: Renzi al Colle non oggi, ma domani
E possibile che i tempi dei prossimi passaggi istituzionali si allunghino sensibilmente e che il premier Matteo Renzi possa salire al Quirinale non oggi al termine della Direzione Pd ma domani. Lo si apprende da fonti parlamentari.
14.21 – Di Battista: “Non vogliono voto per non perdere il vitalizio”
“Dopo Monti, Letta e Renzi vogliamo un governo con la piena legittimità popolare. Il M5S vuole andare al voto il prima possibile. Ora capite perché non ci vogliono far votare?”. A scriverlo su Fb è Alessandro Di Battista, M5S, che posta un cartello con su scritto: ‘La pensione d’oro arriva dopo 4 anni di legislatura e cioè a settembre 2017. Ecco perché non vogliono farti votare prima’.
14.19 – Legge di Bilancio, c’è la fiducia del Senato: 173 Sì, 108 No
Il governo incassa la fiducia del Senato sull’articolo 1 della legge di bilancio che contiene la parte normativa della manovra. I sì sono stati 173 i no 108 senza astenuti. Ora si passa alla votazione sugli stanziamenti dei ministeri previsti dagli articoli 2 fino al 19.
14.11 – D’Alema non parteciperà a direzione del Pd
Massimo D’Alema non sarà alla riunione della direzione perché, fanno sapere fonti a lui vicine, a Bruxelles per una serie di riunioni alla Feps.
13.47 – Mattarella annulla visite istituzionali
Il presidente Sergio Mattarella, dopo quella di oggi a Milano, ha annullato anche la visita che era prevista lunedì 12 dicembre a Bologna dove era in programma una tappa all’università della città. Lo si è appreso al Quirinale. A Bologna Sergio Mattarella era atteso per ricevere, in mattinata, il ‘Sigillum Magnum’ dell’Alma Mater e, nel pomeriggio, ad un incontro sui vent’anni dalla morte di Giuseppe Dossetti. “Gli Uffici del Quirinale – si legge in una nota della Prefettura e dell’Università di Bologna – hanno comunicato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, impegnato in queste ore a seguire l’evoluzione politica a Roma, non potrà essere a Bologna il 12 dicembre, come precedentemente annunciato”. Lunedì il Capo dello Stato era atteso nell’Aula Magna di Santa Lucia per ricevere il ‘Sigillum Magnum’, la massima onorificenza accademica dell’Università petroniana, poi al convegno ‘Costruzione e rinnovamento. Dossetti tra Costituzioni e Concilio’.
13.33 – Consulta: “Su Italicum data udienza imposta dai termini”
La scelta di una data anteriore rispetto a quella fissata del 24 gennaio per la trattazione delle questioni relative alla legge elettorale “avrebbe privato le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie”. Lo sottolinea la Corte Costituzionale che rileva come la Consulta “opera secondo le regole degli organi giurisdizionali”.
13.21 – Toninelli: “Al voto con il Legalicum”
“Siamo al lavoro per riscrivere l’unica regola che possa permetterci di andare al più presto ad elezioni. Si chiamerà ‘Legalicum’, perchè sarà l’applicazione al Senato della legge che nascerà dalla sentenza della Corte Costituzionale”. Lo scrive su facebook Danilo Toninelli, deputato M5s.
12.36 – Direzione Pd: ipotesi di comunicazione da parte di Renzi e rinvio dibattito
Una direzione senza dibattito, forse. La riunione del parlamentino Pd di questo pomeriggio dovrebbe vedere solo la comunicazione del presidente del consiglio Matteo Renzi. A quanto si apprende, il premier annuncerà le dimissioni e dirà che il Pd proporrà alle consultazioni di sostenere un governo di responsabilità nazionale aperto al sostegno di un ampio raggio di forze. La relazione del premier non dovrebbe essere votata in direzione. La direzione dovrebbe poi proseguire dopo il primo giro di consultazioni al Quirinale. Questo è il calendario della direzione, frutto di un’intesa di massima tra le varie anime del Pd. Fonti della minoranza spiegano tuttavia che se Renzi dovesse chiedere il voto sulla relazione e aprire un’analisi del voto al referendum, piuttosto che limitarsi a comunicare le dimissioni e annunciare la proposta di governo di responsabilità, allora la sinistra interna chiederà di tenere il dibattito in direzione già nella giornata di oggi.
12.32 – Toninelli (M5s): “Parlamento vuole restare per pensione”
“Abbiamo paura che questo Parlamento vada avanti sino a fine legislatura, o magari arrivando ai 4 anni e mezzo e un giorno necessari per assicurarsi le pensioni d’oro, che vada avanti per fare una pessima legge elettorale, fatta apposta per svantaggiare gli unici avversari della partitocrazia, che siamo noi del Movimento 5 Stelle”. Lo ha detto Danilo Toninelli, deputato del Movimento 5 stelle, a Voci del mattino, Radio1 Rai. “Renzi e la sua maggioranza hanno creato un caos istituzionale senza precedenti; se oggi ci sono 2 leggi elettorali diverse per Camera e Senato è indiscutibilmente colpa loro. E allora noi diciamo con serietà e responsabilità: utilizziamo le legge elettorale che la Corte costituzionale, esaminando i ricorsi sottoscritti da noi e presentati da un pool di straordinari avvocati prima anti-porcellum e ora anti-italicum, in qualche modo legalizzerà il 24 gennaio, rendendo costituzionale una pessima legge. Prendiamo questa legge applichiamola anche al Senato e andiamo a votare. E’ l’unico modo affinché il Parlamento rispetti il responso del referendum e la volontà dei cittadini”.
12.31 – Berlusconi lascia l’ospedale San Raffaele
Silvio Berlusconi ha appena lasciato l’ospedale San Raffaele di Milano, dopo essere rimasto alcune ore per dei controlli medici. L’ex premier, col volto visibilmente stanco, ha lasciato il reparto D accompagnato dalla scorta e dal medico personale Alberto Zangrillo, con il quale è entrato subito in auto. Ai cronisti Berlusconi si è limitato a rispondere con un gesto di saluto con la mano.
12.26 – Senato, terminate le dichiarazioni di voto
Nell’Aula del Senato si sono concluse le dichiarazioni di voto relative al voto di fiducia alla legge di Bilancio, alle 13 e 30 avrà luogo la prima chiama.
12.24 – De Petris (Si): “Fiducia assurda, arroganza Renzi non ha fine”
“L’assurda e ingiustificata decisione di imporre la fiducia su questa legge di bilancio è del tutto in linea con tutta la politica di questo governo: truffaldina sin dalla manovra con cui Renzi è arrivato a palazzo Chigi, cinica e del tutto disinteressata ai problemi e alle sofferenze reali del popolo italiano, sempre e solo bassamente demagogica”. Lo dice la capogruppo di Sinistra italiana Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato.
12.23 – Gaetti (M5s): “No a triste fiducia, la pù indecente”
“No a questa triste fiducia, come molti italiani hanno confermato domenica scorsa”. Così in Aula al Senato il senatore Luigi Gaetti del movimento 5 Stelle in dichiarazioni di voto. “Non avete voluto capire – ha detto rivolgendosi al governo – che gli italiani hanno bisogno”. “Delle tante fiducie chieste da questo governo, – ha aggiunto – questa è la più indecente. Con un paio di giorni di lavoro si poteva almeno andare incontro alle esigenze degli italiani”.
11.39 – Di Maio: “Ostacolano voto perché a settembre scatta la pensione”
“Parlamentari vogliono trascinarci in un altro governo di scopo perché prima di settembre 2017 non scatta pensione. #elezionisubito”. Lo scrive in un tweet il vicepresidente della Camera del M5S, Luigi Di Maio.
11.23 – Berlusconi al San Raffaele per controlli
L’ex premier Silvio Berlusconi si è recato stamani all’ospedale San Raffaele per eseguire una serie di controlli a distanza di quasi 6 mesi dall’intervento a cuore aperto. Lo si apprende da fonti vicine a Forza Italia. Berlusconi si è era già recato al San Raffaele il 27 novembre scorso. Secondo quanto riferisce il San Raffaele, per Silvio Berlusconi si tratta di una visita di routine prevista dopo l’ultimo controllo del 27 novembre scorso. Quel giorno, all’uscita dall’ospedale, dove si era trattenuto per un paio d’ore, l’ex premier aveva detto: “Bene bene, è tutto a posto. Mi hanno detto che è tutto a posto”.