Il ritmo resterà di 80 miliardi al mese fino a marzo, poi scenderà a quota 60 miliardi mensili. Se necessario potranno essere comprati anche bond con rendimenti inferiori a -0,4%. Ritoccate al rialzo dall'1,6 all'1,7% le previsioni di crescita dell'area euro per il 2017, ma l'inflazione resta sotto le attese. Sulle banche italiane Draghi ha ricordato che "le vulnerabilità ci sono da tempo" e si è detto "fiducioso che il governo saprà cosa fare"
La Banca centrale europea, con l’obiettivo di stimolare la ripresa dell’area euro, ha prolungato il programma di acquisto di titoli di Stato e obbligazioni societarie (quantitative easing) fino a dicembre 2017, nove mesi in più rispetto al previsto. E non è escluso che il piano grazie al quale i tassi di interesse sui titoli dei Paesi più deboli – Italia compresa – non sono più soggetti a improvvise fiammate al rialzo possa procedere anche oltre, se necessario. Ma il presidente Mario Draghi ha escluso che la Bce stia in questo modo aiutando il bilancio italiano, come sostengono alcuni in Germania: “No, ovviamente no. Non siamo di parte”, ha detto l’ex governatore della Banca d’Italia.
Fino a marzo l’Eurotower manterrà stabile a 80 miliardi al mese il ritmo degli acquisti, mentre da aprile a dicembre lo ridurrà a 60 miliardi al mese. Il Consiglio direttivo che si è riunito giovedì 8 sotto la presidenza di Mario Draghi ha lasciato le porte aperte anche a un’ulteriore estensione “in termini di dimensioni e/o durata” se “le condizioni lo richiederanno”. La decisione, ha spiegato il numero uno, è stata presa ” a larga maggioranza” per “preservare il sostanziale accomodamento della politica monetaria” necessario per sostenere la ripresa dell’eurozona e per raggiungere l’obiettivo di inflazione “sotto ma vicino al 2%”, contro lo 0,2% stimato per il 2016.
Alcuni dei parametri saranno cambiati “per garantire la corretta attuazione”: si tratta della regola del ‘capital key‘ (quella che ripartisce gli acquisti su base nazionale) e della quota di titoli con rendimenti al di sotto del tasso Bce sui depositi di cui è consentito l’acquisto, in modo da consentire a Francoforte di comprare più bond tedeschi e scongiurare la penuria di titoli “papabili”. In particolare, ha spiegato Draghi, da gennaio la Bce potrà acquistare bond con una scadenza residua fino a un minimo di un anno, contro i due anni vigenti ora come limite minimo. E, se necessario, potrà comprare titoli con rendimento anche inferiore al tasso sui depositi, pari al -0,4%, che oggi è il minimo ammesso.
Rivista al rialzo la previsione su crescita pil nel 2017 – Il pil dell’area euro, ha ricordato Draghi parlando delle prospettive macroeconomiche dei 19 Paesi, è aumentato dello 0,3% nel terzo trimestre rispetto al precedente, e le ultime stime prevedono un progresso simile nell’ultima parte dell’anno. Le previsioni di crescita per l’intero 2016 restano di un +1,7%, così come per il 2017 (contro il +1,6% stimato a settembre), mentre nel biennio successivo il pil è visto in aumento dell’1,6%. La ripresa economica è più forte, ha sottolineato il presidente, ma la ripartenza resta soggetta a rischi. Le riforme strutturali “restano essenziali” e “vanno aumentate significativamente” per aumentare la produttività e creare posti di lavoro.
Ma l’inflazione resta sotto le attese – Per quanto riguarda l’inflazione, obiettivo principale delle politiche della Bce, a novembre si è attestata allo 0,6% contro lo 0,5% di ottobre soprattutto per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia, ma “quella sottostante non mostra una ripresa consistente”. La stima per il 2016 resta a quota 0,2%, mentre gli analisti della Banca centrale europea hanno rivisto leggermente al ribasso, da +1,3 a +1,2%, il valore per il 2017. In compenso nel 2018 il progresso dei prezzi dovrebbe essere dell’1,6% contro l’1,5% stimato lo scorso settembre. Pubblicata per la prima volta la stima sul 2019, che è del +1,7%.
“Mps? L’Italia sa cosa fare. Sulla proroga per l’aumento chiedete alla Vigilanza” – A una domanda sulla situazione del sistema bancario italiano, Draghi ha risposto che “le vulnerabilità sono lì da tempo e vanno affrontate” ma “sono fiducioso che il governo sappia che cosa fare”. Nessun commento sulla richiesta di una proroga dal 31 dicembre al 20 gennaio per concludere l’aumento di capitale da 5 miliardi avanzata mercoledì dal Monte dei Paschi di Siena alla vigilanza unica. “Chiedete una risposta al consiglio di Vigilanza“, ha detto Draghi, ricordando la separazione funzionale fra la Bce e la Vigilanza bancaria. Il consiglio di Vigilanza si riunirà fra giovedì pomeriggio e venerdì mattina per valutare la richiesta.