BABBO BASTARDO 2 di Mark Waters. Con Billy Bob Thornton, Kathy Bates, Tony Cox. (Usa, 2016) Durata: 87’ Voto 3/5 (DT)
Willie Soke è tornato. Tredici anni dopo, Billy Bob Thornton indossa nuovamente i panni logori e sporchi di vomito di un babbo natale alcolizzato, volgare e tronfio. Trasferitosi in una città del sud degli Stati Uniti perde un lavoro dopo l’altro, beve, e pensa solo al sesso. Prima che i tentativi di suicidio si compiano riceve una mazzetta di dollari e un invito da parte del suo compare, il nano Markus, a rapinare insieme un ente di beneficienza di Chicago sotto le feste travestiti da Babbo Natale. Al Nord troverà però una sorpresa: complice del colpo c’è pure sua madre (Kathy Bates) tatuata, sboccata e zozza quanto e più di lui. Incredibilmente saturo di pesantissimo turpiloquio, battute acidissime su nani e neri, sesso improvvisato agli angoli delle strade, Babbo Bastardo 2 è un’apnea dialogica in cui il senso dell’operazione non è più come 13 anni fa quello del demolire icone popolari e politicamente corretto (il promettente regista Ted Zwigoff del primo Bad Santa scomparì letteralmente dal panorama cinema), ma macinare surreale umorismo borderline, fattanza da bar, pura inazione nichilista. In questa figura semiaddormentata, parolacciara e scalcagnata, Thornton è straordinariamente in parte come nemmeno coi Coen. Battuta cult, quando Babbo Natale raccoglie le richieste dei bimbi e uno gli chiede una sequela di titoli di videogiochi: “Non so di che cazzo parli. È come se parlassi in swahili. Vattene”.