Cinema

Non solo Bertolucci, da Hitchcock a Kubrick a von Trier: quando la crudeltà dei registi diventa arte

Il tira e molla etico attorno ad Ultimo tango a Parigi ricrea una sorta di atmosfera torbida sul set di quello che divenne comunque il secondo film più visto nella storia del cinema italiano con 15.632.773 spettatori; quando invece in fatto a crudeltà da set, nel dietro le quinte oltre la pellicola montata, possiamo annoverare ben altri “casi”

di Davide Turrini

Lars Von Trier con Bjork in Dancer in the dark

Durante le riprese di Dancer in the dark nell’autunno 1999, dopo una recitazione martellante sequenze su sequenze, dodici ore al giorno, tutti i giorni per mesi, la cantante islandese Bjork non ne poté talmente più della presenza invasiva, frastornante, totalitaria di Von Trier, tanto da definirlo “un pornografo emozionale”, che all’improvviso senza dir nulla scomparve dal set. Alcuni emissari della produzione danese la ritrovarono dopo quattro giorni, ma fu necessario un contratto scritto con ciò che Lars poteva fare e cosa no per continuare le riprese del film. Soprattutto, e questo l’ha raccontato Bjork dopo qualche anno, Von Trier e i suoi non si potevano più permettere di ritoccare il tema del film, Selmasongs, composto dalla cantante. Von Trier accettò e il set si concluse. Il film vinse la Palma d’Oro a Cannes nel 2000.

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