E’ ufficiale: Renzi e ultrà renzini sono irrecuperabili. Lo si era intuito da tempo, ma se ne ha adesso pieno contezza. Vi spiego in poche messe perché il discorso frignone – ma tutto sommato caruccio – di domenica notte sia stata la solita buffonata renziana, dopo la quale non c’è stata autocritica alcuna. Solo boria, slogan, supponenza, rosicamento, insulti e deliri.
1. Renzi aveva detto, lui con quell’altra, che avrebbe abbandonato per sempre la politica. Ovviamente non sono stati di parola. Neanche stavolta.
2. Aveva detto di dimettersi e farsi un anno sabbatico (anche due, Matteo: vai tranquillo). Macché: niente. E’ sempre lì.
3. Ha convocato la direzione del Pd, perché “noi siamo democratici”, poi però è arrivato tardi e ha parlato solo lui, vietando il dibattito. Perché “noi siamo democratici”.
4. In tivù continua a mandare rumenta arrogantissima allo stato brado, che ripete che chi ha votato no è idiota e che loro in fondo col 40% hanno vinto. (Vamos)
5. Si è dimesso, e “un Renzi bis mai”, però se glielo chiedono altre due/tre volte – solleticandogli ego e pappagorgia – lui dice sì.
6. Ha perso, però ha vinto.
7. Il governo lo fa solo se ci stanno anche tutti gli altri, così si bruciano insieme e magari gli italiani si dimenticano che da tre anni è più insopportabile di un remix di Neffa. Evidentemente, secondo lui, Salvini ci ha scritto in fronte “Gozi” e Grillo “Nardella”.
8. Il referendum ha visto vincente anche la minoranza dem, che lui continua però a rispettare più o meno come Kohler rispettava la caviglia labile del divino Van Basten.
9. Da due anni perde ogni elezione possibile, dalla Liguria a Roma a Torino passando per la festa nazionale del 4 dicembre, ma lui e i suoi continuano ad atteggiarsi a “stocazzo”. Un po’ come se Nagatomo andasse davanti a Messi e Ronaldo e dicesse loro: “Sukate, ebeti”.
10. L’Italicum che ora ha fretta di cambiare, e che tutti trattano (giustamente) come una schifezza inaudita, non l’hanno fatto lo Spirito Santo, Rovazzi o Peter Gomez: l’ha fatto Renzi. Spacciandolo, finché ha potuto, come il Sol dell’Avvenire. E’ sempre lui: un venditore di Duna color fava spacciate per Porsche fiammanti.
10bis. Renzi e i suoi l’hanno presa così bene che, in confronto, gli americani dopo Pearl Harbor si mostrarono gandhiani.
Da tutto ciò ne consegue quel che io e molti altri sapevano già: Renzi e accozzaglia gigliomagica sono il peggio che potesse mai capitare a questo paese. Caro Pd, facci un regalo: liberati di questa zavorra caricaturale e tremenda, e una volta per tutte cambia pagina. Chiunque, lì dentro, è meglio di Renzi e i suoi. Chiunque. Emiliano, Bersani, Rossi, Tocci, Ricchiuti e tanta brava gente (non sono per nulla ironico) che albergate ancora in quel partito: è tempo di mettere le palle sul tavolo. Di liberarsi di questo Berlusconi debole. E di regalare a questo paese un centrosinistra vero, auspicabile o anche accettabile. Buona fortuna.
P.S. Un minuto di silenzio per quelli – tipo Benigni – che pare stiano già chiedendo di essere cancellati dalla lista dei sostenitori del “sì”. E’ tardi, Roberto. Per te e non solo per te. E’ tardi.