C’è Isabella che soffre di anoressia nervosa, ci sono le “Solite” che cyber-bullizzano le compagne meno alla moda con sms offensivi, e c’è un’intera classe che non sa più chiacchierare, e seduta a cena davanti a una pizza, piuttosto che alzare lo sguardo dal display del cellulare, usa Whatsapp. Sono i compagni di scuola di Pilla, la protagonista dei racconti scritti dalle mamme genovesi Eliana Ferraris e Federica Salaris, ‘Il mondo di Pilla’, edito da Nutrimenti, per affrontare il tema dell’adolescenza ai tempi dei nativi digitali. Un mondo fatto di amicizie e inimicizie, dubbi e insicurezze, ingiustizie e crudeltà, dove smartphone e nuove tecnologie giocano un ruolo fondamentale.

“Pilla è una ragazzina delle medie – racconta Eliana , autrice delle storie illustrate da Federica – è una ragazzina come tante, che ha problemi con compagne di classe prepotenti che la bullizzano, che ha un’amica anoressica, che desidera un telefonino ma poi quando ce l’ha si rende conto che il mondo virtuale ha inglobato i rapporti umani, isolandola e facendola sentire sola. E’ un personaggio in cui tutti i ragazzi possono immedesimarsi, ed è per questo che ho iniziato a scrivere le sue avventure. Vorrei che fossero, per i ragazzi, un’occasione per riflettere: da genitore, credo che sia più utile spiegare ai nostri figli che bisogna pensare alle conseguenze prima di agire, piuttosto che dire loro di non fare questo o quello”.

La collana ‘Il mondo di Pilla’, in vendita in libreria dal 15 settembre – raccontano le mamme genovesi – è nata dopo aver partecipato all’esperienza formativa organizzata dal Sert di Genova Quarto ‘Incomincio da 3’, il primo corso in Italia, cioè, dedicato ai genitori, per insegnare a riconoscere i sintomi delle baby dipendenze digitali. “Oggi, fin dalla più tenera età, i nostri bambini si trovano alle prese con le nuove tecnologie: cellulari, tablet, social network, internet. Strumenti che non sono giocattoli, e che a volte possono ferire tanto gravemente da causare, nei ragazzi, danni irreparabili. Così, i nostri figli non solo devono fare i conti con i problemi più classici legati a quel periodo dello sviluppo che va dall’infanzia all’età adulta, come i disturbi alimentari o il bullismo, ma anche con le conseguenze che un uso improprio o irresponsabile dei nuovi media può comportare: dal cyber bullismo fino al sexting”.

Lo scambio, cioè, di materiale a sfondo sessuale tra due o più persone, che spesso, però, rischia di diffondersi sul web in maniera incontrollata, con gravi conseguenze per la vittima ritratta. Come è successo a Tiziana Cantone, che a 31 anni si è tolta la vita dopo che un video hot che la vedeva protagonista ha iniziato a circolare senza il suo consenso su Whatsapp Facebook, precipitandola in un incubo. O a Carolina Picchio, studentessa di Novara, che a 14 anni decide di uccidersi dopo che alcuni video con scene esplicite di sesso sono finiti sui social. E poi c’è il caso di Rimini, una ragazzina di 17 anni violentata nel bagno di una discoteca: le amiche riprendono tutto con i cellulari, potrebbero intervenire, ma non lo fanno. Né denunciano lo stupro. Invece, il giorno dopo condividono i filmati su Whatsapp.

“Ciò che come genitori, o insegnanti, o educatori, dobbiamo cercare di fare, è spiegare ai ragazzi il potere della tecnologia che si trovano tra le mani – sottolinea Salaris – e quali conseguenze può avere un uso superficiale di tale tecnologia”. Le avventure di Pilla sono tre per il momento, “ma abbiamo molte idee per proseguire con la collana”, racconta Ferraris, funzionano proprio così: consigliano raccontando, procedono per esempi. Il primo volume, “I messaggini fanno male”, parla di bullismo, e di quanto dolore possa causare uno scambio di sms. “Pilla è vittima di un gruppetto di compagne di classe, le Solite, che la prendono in giro sulla chat della classe, la chiamano ‘la più obesa sfigata della scuola’, ma quando una nuova studentessa arriva, Giulia, Pilla scioccamente crede di poter uscire da quella situazione comportandosi come le ragazze che la bullizzano. Giulia, però, trova la forza di rivolgersi a un insegnante, a differenza di Pilla, e la professoressa affronta il problema con una riflessione sulla banalità del male”. Il saggio, cioè, scritto dalla filosofa statunitense Hannah Arendt. “E così, Pilla capisce che è facile fare del male se non si riflette sulle proprie azioni”.

Poi c’è “Una tempesta di bi-biip”, in cui Pilla e una sua amica comprendono la fragilità dei rapporti virtuali, “e decidono – spiega Ferraris – che, dopotutto, silenziare il cellulare e vedersi di persona è meglio”. Il terzo volume, “Leggera da morire”, infine, racconta di una compagna di classe di Pilla, bella e magra, ma in realtà prigioniera dello specchio e della bilancia. “Ho cercato di immedesimarmi nei ragazzi, documentandomi e confrontandomi con altri genitori – spiega Ferraris – e da questa esperienza sono nati i racconti. Non voglio insegnare nulla a nessuno, ma spero che queste storie siano uno stimolo a ragionare. Perché le disavventure di Pilla, per quanto possano sembrarci lontane, possono capitare a tutti”.

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