Le pagelle di Michele Monina
Alessandro Cattelan 7
Alessà, abbiamo riso e scherzato. Io in pantofole, a casa, tu lì, senza calzini. Il fatto che l’assenza di calzini sia diventato un leitmotif di questa tua sesta edizione alla conduzione del talent di Sky qualcosa ci dice. Non so cosa, ma qualcosa ci dice. Del resto, derby romano alla mano, sembra che i calzini siano diventati centrali per poter decodificare la realtà. Per il resto tutto bene, brillante, simpatico, wow.
Arisa 6
La storia è vecchia. Ciclicamente Arisa si lamenta di essere osteggiata dal sistema. Tipo Mia Martini. In genere lo fa tra una sua partecipazione a Sanremo e una a X Factor. Perché Arisa è ininterrottamente in tv dal 2009, anno del suo esordio. Ha vinto un Sanremo Giovani, vinto un Sanremo Big, co-condotto con Carlo Conti, Emma e Rocio un Sanremo, è stato giudice di X Factor, e fatto altre cose. Lei, in teoria, sarebbe una cantante, e oggi infatti questo dice: preferiscono farmi fare altro invece che cantare, come un Lapo Elkann qualsiasi, tenuto lontano dalla Fiat. Qualcuno le regali un manager e un bravo ufficio stampa. Ieri è stata sedata pesantemente, ma ci ha ugualmente regalato qualche perla. Senza di lei, comunque, questo X Factor sarebbe stata una delle più immani rotture di coglioni di tutti i tempi. Sucaaaaaaa
Fedez 6
Repetita iuvant. Fedez non ha bisogno di X Factor. X Factor ha bisogno di Fedez. Fedez va a X Factor, quindi, per un motivo specifico: spingere la musica della sua etichetta, la Newtopia. E questo fa, bene. Come? Rovazzi che lancia la sua nuova cagata da lì. Roshelle, della sua scuderia da un paio di anni, che caso strano finisce esattamente nella sua squadra e su cui viene fatto un lavoro di fino per farla uscire per quel che è, la sola cantante del programma in linea coi nostri tempi, contemporanea. Bravo stratega. Bravo produttore. Simpatico come un catetere infilato da mano malferma.