A scoprire il corpo è stato un ospite del Cara di Borgo Mezzanone. Al momento non è stato possibile identificare la vittima. Si ipotizza che sia stata uccisa e poi data alle fiamme nel tentativo di cancellare le tracce
Il cadavere di una donna di colore è stato trovato stamattina, intorno alle 7.30, vicino al Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Il corpo era bruciato per metà ed era seminudo, abbandonato in una collinetta in mezzo alla campagna. A scoprire il corpo è stato un altro extracomunitario che vive in un accampamento lungo la pista dell’ex aeroporto militare. L’uomo, che si stava recando al lavoro nei campi, ha notato il corpo sotto un vigneto e ha avvisato i carabinieri di stanza nel Cara.
Al momento non è stato possibile identificare la vittima, presumibilmente di una trentina di anni, perché sprovvista di documenti di identità. Il fatto che il cadavere era seminudo e parzialmente bruciato farebbe pensare a un omicidio, al momento l’ipotesi più probabile. Nei pressi del luogo del ritrovamento sono in corso delle ricerche. Sul luogo del rinvenimento, oltre ai carabinieri del comando provinciale che hanno avviato le indagini coordinate dal pm della procura di Foggia Francesco Di Liso, è arrivato il medico legale che dovrà cercare di stabilire, attraverso una prima ispezione cadaverica, quale sia stata la causa della morte della donna, che non aveva con sé documenti di riconoscimento. Gli investigatori ritengono che possa trattarsi di una prostituta. I militari stanno ascoltando alcuni cittadini stranieri della zona per cercare innanzitutto di risalire all’identità della vittima.
Si tratta della seconda vittima in poche ore e nella stessa zona. Ieri un ragazzo di 20 anni è morto carbonizzato in un violento incendio che si è sviluppato nella notte all’interno del cosiddetto Ghetto dei Bulgari, l’insediamento di baracche che si trova in località Pescia, nel territorio di Foggia, Borgo Mezzanone e Tressanti. E’ questo il secondo incendio in pochi giorni che avviene nei ghetti che nel foggiano ospitano i migranti. Le fiamme si sono propagate velocemente travolgendo i rifugi vicini, anche quello dove dormiva Ivan Miecoganuchev, di 20 anni. A nulla sono valsi i tentativi per salvare il giovane, giunto in Puglia con il padre per racimolare qualche soldo per la famiglia.
Stava dormendo ed è rimasto intrappolato nella propria baracca raggiunta dalle fiamme appiccate da una persona in stato di ebbrezza. E’ questa la ricostruzione fatta da alcuni testimoni di quanto avvenuto nella notte nella baraccopoli dove, a causa delle fiamme, sono andate distrutte una ventina di rifugi costruiti con plastica, cartoni, metalli e dove vivono circa 300 bulgari, 100 dei quali sono bambini.