Sconosciuti hanno aperto i rubinetti delle botti della cantina Vistarino, a Pavia, facendo finire 5300 ettolitri di vino nelle canalette di scolo. Il fatto è successo lo scorso week end, ma è stato reso noto solo ora per tutelare il riserbo delle indagini. Ma, almeno fino a questo momento, pare che il rebus rimanga senza soluzioni. La scientifica è stata in grado di ritrovare tracce di gomma e ritiene che i rubinetti sono stati aperti utilizzando i piedi e non le mani.
”Una cosa veramente singolare – ha detto il direttore generale della cantina, Tommaso Bucci– non abbiamo ricevuto richieste da parte della malavita, non ci sono screzi in azienda, non ci sono motivi per ritorsioni. Difficile quindi aiutare la polizia”. Resta il danno ”superiore ai 500mila euro -spiega Bucci- frutto di un gesto che resta incomprensibile”. Ma per il presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Michele Rossetti si tratta di un “atto intimidatorio”. Restano da capirne le ragioni: “Esprimiamo grande solidarietà alla famiglia Giorgi di Vistarino -dice- ma non basta. Gli inquirenti, nei quali nutriamo la massima fiducia, devono arrivare ai colpevoli in tempi rapidi e assicurarli alla giustizia. Non è possibile che un’azienda che ha fatto della qualità la propria bandiera e che ha fatto tanti investimenti, specie negli ultimi anni, si veda sfregiata in questo modo”.
Per Rossetti “non si può assistere impotenti all’attacco di imprenditori che vogliono fare dell’Oltrepò del vino una terra migliore”. Il presidente del Consorzio chiede celerità ma anche un maggior presidio del territorio: “Dentro ogni cantina che produce c’è un patrimonio da salvaguardare. Negli ultimi tempi in Oltrepò Pavese si ha paura a lasciare aperto il cancello delle aziende per l’assenza di controlli preventivi sul territorio. Così non va bene”.