L’Opec, per la prima volta dal 2001, ha raggiunto un accordo con gli altri Paesi produttori di petrolio che non aderiscono al cartello, tra cui la Russia, per ridurre la produzione di greggio. L’intesa è stata raggiunta al vertice che si è svolto sabato a Vienna dopo quasi un anno di discussioni all’interno a fuori dall’Opec. La storica intesa, secondo Reuters, prevede che producano 562mila barili al giorno in meno. E arriva dopo che la scorsa settimana l‘organizzazione dei maggiori produttori ha raggiunto un accordo per la riduzione di circa 1,2 milioni di barili al giorno di output, a quota 32,5 milioni di barili. La Russia e l’Arabia Saudita hanno lavorato per arrivare a una quadra, mentre l’Iran si è opposto ed è riuscito a ottenere di poter incrementare il proprio export per rifarsi degli anni di sanzioni internazionali. Dall’annuncio del taglio, il 30 novembre, il prezzo di riferimento del Brent è salito di circa il 15 per cento a quasi 55 dollari al barile.
“Dai Paesi non-Opec arriva il più grande contributo che abbiamo mai visto”, ha commentato con Reuters Gary Ross, fondatore di una società di consulenza specializzata Pira Energy, secondo cui la Russia dovrebbe limitare l’output in linea con il suo impegno di 300.000 barili al giorno e l’accordo potrebbe portare il prezzo del petrolio fino a 60 dollari al barile. L’esperto, però, non è ottimista sul rispetto dell’intesa: “Tende ad essere elevato nelle fasi iniziali, quando tutti beneficiano dei prezzi più alti, ma poi la compliance diminuirà”, è la sua previsione. I paesi produttori sono infatti stati fortemente danneggiati dal calo dei ricavi, mentre l’industria petrolifera ha dovuto tagliare gli investimenti a causa dei prezzi bassi. Dal giugno del 2014 il prezzo del greggio si è dimezzato, arrivando a toccare punte minime al di sotto dei 30 dollari.
Il ministro dell’energia russo Alexander Novak prima dell’intesa aveva sottolineato che un accordo simile era già fallito ad aprile. “Ma sono sicuro che oggi saremo in grado di superare le difficoltà e raggiungere un accordo storico”, aveva aggiunto. La decisione è “importante per i nostri paesi, per l’industria petrolifera e per l’economia globale nel suo complesso”, ha commentato il ministro dell’Energia del Qatar, Mohammed al-Sada, che attualmente è presidente dell’Opec.