I dati dei rapporti realizzati tra marzo 2015 e settembre 2016 dall’Ufficio europeo per la protezione della proprietà intellettuale. La Penisola da sola subisce circa un decimo delle perdite complessive contabilizzate dai 28 Paesi Ue nel loro insieme. Primo tra i settori colpiti quello dell'abbigliamento e degli accessori, seguito dal farmaceutico
Perdite per oltre 8 miliardi di euro e quasi 100mila posti di lavoro. E’ il prezzo pagato ogni anno dall’Italia a causa della contraffazione di abbigliamento e accessori, farmaci, alcolici, cosmetici e giocattoli. Il settore più colpito è quello di abiti, scarpe e accessori, che da solo pesa per oltre la metà dei danni economici subiti dalla Penisola: 4,5 miliardi di euro e 80mila posti di lavoro – inclusi quelli indiretti – andati in fumo. Sono i dati che emergono dai risultati di una decina di rapporti realizzati tra marzo 2015 e settembre 2016 dall’Ufficio europeo per la protezione della proprietà intellettuale, l’Euipo, che alla vigilia delle feste natalizie mette in guardia i cittadini europei dall’acquisto dei falsi.
L’Italia è una delle principali vittime del fenomeno: da sola subisce circa un decimo delle perdite complessive dovute alla contraffazione e alla pirateria contabilizzate dai 28 Paesi Ue nel loro insieme. Queste, secondo i dati dell’Euipo, ammontano infatti a 83 miliardi l’anno per quasi 800mila posti di lavoro perduti. Di questi, 48 sono direttamente legati ai prodotti contraffatti immessi sul mercato, pari al 7,4% delle vendite, mentre 35 sono dovuti agli effetti indiretti. Senza contare i 14,3 miliardi stimati di mancate entrate per le casse dei 28 Stati.
Primo tra i settori colpiti, si legge in uno degli studi Euipo, quello di “abiti, scarpe e accessori”. Segue il farmaceutico dove, spiega l’Ufficio Ue, “le mancate vendite del settore italiano causano ogni anno perdite fino a 1,59 miliardi, pari al 5% delle vendite dell’industria italiana dei medicinali, cui si aggiunge la perdita di 3.945 posti di lavoro diretti”. Terzo il comparto di borse e gioielli, per quasi 1 miliardo: primo Paese produttore ed esportatore di borse e valigie, l’Italia “registra ogni anno una perdita di 520 milioni”, ovvero “un terzo del calo totale delle vendite nell’Ue”. Gioielli e orologi contraffatti causano invece “ogni anno una perdita di 400 milioni”. Quarta vittima il settore dei cosmetici e dei prodotti per l’igiene personale, di cui l’Italia è terzo produttore in Europa e tra i maggiori consumatori: “La perdita annua in termini di mancate vendite dirette è pari al 7,9%”, per “oltre 624 milioni”.
Al quinto posto i giocattoli: i guadagni sfumati salgono a 201 milioni, pari al “15,6% delle vendite dirette”. Sesti vino e alcolici, che “perdono annualmente 162 milioni, ossia il 2,7% del mercato complessivo” a cui tra l’altro “si aggiungono 18 milioni l’anno in mancate accise” per lo Stato. A seguire gli articoli sportivi, di cui l’Italia è il maggior produttore Ue: “Palloni, caschi sportivi, racchette, sci, attrezzature ginniche e skateboard” contraffatti costano “53 milioni ogni anno”. Infine la musica, dove a causa della pirateria nel solo 2014 “ha perso 7,8 milioni”, di cui “3 milioni nelle vendite su supporto fisico e 4,7 milioni in quelle digitali“.