"Per il nostro panettone noi di Motta avremmo potuto usare tofu tritato, papaya, seitan, alga essiccata, e cuocerlo per trenta secondi nel microonde. Invece no! Lo abbiamo preparato seguendo la nostra ricetta, originale dal 1919. Da sempre”, recita la voce fuori campo dello spot ideato dalla Saatchi&Saatchi Italia. Sui social, però, le reazioni allo spot sono per la maggior parte tutte vegane: “Complimenti al #PanettoneMotta e al creativo dell'agenzia @Saatchi_Italy 17mil.per uno spot il cui messaggio è prendere in giro i #vegani”, scrive @woodoow su Twitter
Motta sfotte i vegani e sui social si crea il finimondo. Galeotto fu il nuovo spot natalizio del celebre panettone milanese, marchio di proprietà dal 2009 della veronese Bauli, che irride gli ingredienti usati per l’alimentazione vegana, ovvero derivanti dal non sfruttamento degli animali, quindi anche uova e latte. “Per il nostro panettone noi di Motta avremmo potuto usare tofu tritato, papaya, seitan, alga essiccata, e cuocerlo per trenta secondi nel microonde. Invece no! Lo abbiamo preparato seguendo la nostra ricetta, originale dal 1919. Da sempre”, recita la voce fuori campo dello spot ideato dalla Saatchi&Saatchi Italia, dal budget complessivo per la Bauli di 17 milioni di euro. Testo umoristico che ha pure una coda ulteriormente comica che fa: “E da oggi anche con bacche di goji! Scherzo…”.
Sui social, però, le reazioni allo spot sono per la maggior parte tutte vegane: “Complimenti al #PanettoneMotta e al creativo dell’agenzia @Saatchi_Italy 17mil.per uno spot il cui messaggio è prendere in giro i #vegani”, scrive @woodoow su Twitter; “Cara #Motta , la tradizione poteva essere rispettata anche senza offendere chi fa scelte sane e #crueltyfree. 17mil sprecati”, si accoda @Amalia_Cri; “#panettonemotta : Come Rendersi Ridicoli Rifiutando il Progresso Etico”, è il tweet di @LiberaMenteLB. C’è perfino chi, come i creatori della miniserie web Vegan Chronicles, si è gettato in una rapida e altrettanto dissacrante parodia dello spot Motta dove la solita voce fuori campo accompagna la preparazione del panettone affermando: “Per il nostro panettone Motta abbiamo usato: mestruo di pollo, glutine anticeliaco, i cazzo di canditi che fanno cacare a tutti, dai sul serio, ma chi è che ha avuto l’idea dei canditi, sembrano tipo gomme da masticare ciancicate e sputate e attaccate sotto a un tavolo e riciancicate… panettone, ehm sì… fanculo, meglio il pandoro”.
C’è invece chi come la Pasticceria Scarpato, sede in provincia di Verona come lo storico marchio Bauli, ha inserito da tempo nel proprio menù di prodotti dolciari un “panettone” vegano. “Capisco e posso anche condividere l’idea che la tradizione non deve subire variazioni, anche se in realtà la gran parte dei produttori sta scegliendo la strada dell’innovazione”, spiega al FQMagazine Marco Ferraresi amministratore delegato della Scarpato. “Della variante vegana non ne facciamo una mission ideologica, ma da due anni questo è un segmento di mercato in crescita e un’azienda al passo coi tempi non può trascurarlo. Avevamo già provato esperimenti per scelte più salutistiche con farine integrali e sostituendo lo zucchero, poi abbiamo iniziato a fare prove per trovare una versione vegana che però fosse gradevole. Produrre dolci tristi e non mangiabili è contro la nostra filosofia, ecco quindi il nostro “Dolce Natale Vegan” con uvetta, canditi come nella tradizione ma con al posto di burro e uovo che i vegani non mangiano, lo zucchero di canna, la fibra d’avena e le proteine di soia,. Per chi vuole continuare con la tradizione abbiamo anche il panettone classico. Unica puntualizzazione: il termine “vegano” ha oramai un significato comune, ma non legale. Infatti il nostro Dolce Natale Vegan non possiamo chiamarlo “panettone vegano” perché la normativa disciplinare richiede che si possa denominare panettone solo quel dolce fatto con burro e uova”.