La maggioranza assoluta dei soci della Popolare di Vicenza ha approvato l’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici, a partire dall’ex presidente Gianni Zonin. “Faremo il più presto possibile”, ha assicurato il nuovo amministratore delegato Fabrizio Viola rivolgendosi ai soci dopo l’assemblea, che si è riunita martedì nella sede della Fiera di Vicenza. Il rappresentante di Quaestio Sgr a cui fa capo il fondo Atlante, azionista di maggioranza dell’istituto di credito con il 99,3%, ha chiesto poi al consiglio di amministrazione di esplicitare nella delibera due modifiche per estendere l’azione anche a prima del primo gennaio 2013. “Vorremmo proporre di cambiare la delibera mantenendo lo stesso significato ma rendendolo esplicito, aggiungendo l’inciso ‘in carica in qualsiasi periodo fino al maggio 2015′”, ha detto Alessandro De Nicola. Inoltre “quando si parla di “ogni iniziativa opportuna, anche in via di rivalsa o regresso“, chiederei che venisse aggiunto ‘inclusa ogni azione cautelare o revocatoria‘”, ha spiegato.

Una settimana fa, in vista dell’assemblea, Zonin aveva fatto la sua contromossa citando in giudizio la banca stessa, l’ex direttore generale Samuele Sorato e il suo vice Emanuele Giustini e auspicando un ipotetico nuovo procedimento che dovrebbe a sua detta “accertare la correttezza della sua attività nell’istituto dal 1996 al 2015″. Dopo la decisione dell’assemblea l’ex padre padrone della banca ha diffuso una nota in cui sostiene la sua azione davanti al Tribunale delle Imprese di
Venezia “va esattamente nella stessa direzione” dell’azione di responsabilità, cioè “avere una sede giudiziaria che possa obiettivamente accertare le cause e le responsabilità della situazione attuale, con l’estensione anche alla gestione successiva alle mie dimissioni”. Poi torna a rivendicare “in tutta coscienza” di avere “operato in tutti questi anni con dedizione, correttezza e onestà nell’interesse della Banca e della comunità di cui questa Banca è stata per anni motore economico
e sociale, con la distribuzione ai soci per 17 anni consecutivi sotto la mia Presidenza di consistenti utili conseguenti alla gestione profittevole”. Peccato che l’ispezione della Bce partita a inizio 2015 abbia fatto infatti emergere un buco da 1,5 miliardi nascosto nei bilanci.

L’assemblea si è svolta in un clima di tensione: il vicepresidente Salvatore Bragantini ha raccolto fischi e boati di disapprovazione quando ha ricordato che “in questa sala avete votato tutto quello che vi è stato proposto”, dalle decisioni Zonin alla bocciatura dell’azione di responsabilità, lo scorso marzo. Dal palco hanno poi parlato i piccoli soci azzerati in sede di aumento di capitale, quando Atlante è diventato unico azionista. L’imprenditore di Asiago Giancarlo Stella ha raccontato di “essere stato consigliato a vendere le azioni della BpVi nel 2013, ma poi non l’ho fatto. Adesso con la perdita del valore delle azioni sono stato costretto a chiedere prestiti alle banche”. “Voi avete distrutto la mia vita, ma non la mia dignità”, ha raccontato una socia, commossa.

Luigi Ugone, rappresentante dell’associazione “Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza”, ha parlato di un istituto “alla deriva che ora prevede migliaia di licenziamenti. L’azione di responsabilità presentata oggi è un’iniziativa politica e di marketing, noi ci asterremo dalla votazione”. In effetti 323 piccolissimi soci si sono astenuti. “Non possiamo votare no visto che la riteniamo comunque giusta”, ha aggiunto Andrea Filippini, chiedendo anche lui “l’astensione”. Andrea Arman, portavoce degli Azionisti associati Banca Popolare di Vicenza e del coordinamento Don Torta, ha detto “che questa banca non è più un istituto del territorio e dei risparmiatori, quanto è stato fatto è un’operazione puramente finanziaria. Oggi lasciamo libertà di voto ai nostri associati”. L’avvocato Matteo Moschini ha avvertito: “E’ bene sapere che eventuali soldi ricavati andranno alla banca, ma certamente non ai soci”. Poi un attacco all’ex dg Iorio “che si è messo in tasca 6-7 milioni di euro in poco più di anno, ma ha fatto perdere alla banca qualcosa come 2 miliardi di euro”.

Per quanto riguarda il futuro dell’istituto, il presidente Gianni Mion ha annunciato che “la Bce ha chiesto che l’eventuale piano di fusione tra le due banche”, Pop Vicenza e Veneto Banca, anch’essa gestita da Atlante, “sia pronto entro il prossimo 31 gennaio”. “I tempi sono stretti”, ha ammesso Mion, che però confida nel nuovo amministratore delegato Viola, che “ha dato prova di grande capacità in recenti ristrutturazioni bancarie”.

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