Il tormentone è ricominciato: Virginia Raggi è di nuovo senza un assessore. Uno di quelli strategici della sua giunta: dopo le dimissioni di Paola Muraro in seguito all’avviso di garanzia ricevuto dalla procura di Roma, il Movimento 5 stelle si ritrova alle prese con l’ennesimo problema di nomina del suo mandato. E con un dilemma: come e soprattutto quando rimpiazzare l’assessora all’Ambiente? Qualche nome c’è, ma non convince. La Muraro resta una pedina importante, quasi insostituibile nella squadra di governo della Capitale e per questo non è escluso neppure che possa tornare, nel caso le accuse nei suoi confronti cadessero in tempi brevi. Per il momento le deleghe sono state assunte dalla sindaca (in via informale: l’ordinanza ufficiale non è ancora stata firmata), e la maggioranza si concentrerà sul bilancio di previsione 2017, da approvare entro Natale. Ma il problema non potrà essere tenuto in stand-by a lungo, e rischia di creare nuovi attriti all’interno del Movimento.

AVVISO DI GARANZIA NOTIFICATO DA GIORNI – Ieri il legale della Muraro ha preso atto dell’arrivo del tanto temuto avviso di garanzia: recapitato tramite posta certificata già la settimana scorsa, ma letto soltanto lunedì. Dopo il faccia a faccia con l’assessora e le dimissioni, la sindaca ha convocato il suo gruppo in Campidoglio per comunicare la novità. Un passaggio è stato fatto anche con i vertici nazionali del M5s: lo stesso Beppe Grillo ne sarebbe stato informato. La linea è stata subito condivisa dai consiglieri: probabilmente era stato stabilito da tempo che l’assessora avrebbe lasciato al momento della notifica di un avviso di garanzia. Come lasciano intuire anche le parole di una big del Movimento come Paola Taverna: “Era un atto dovuto, avevamo sempre detto che in questo caso ci sarebbe stato un passo indietro”. Tutti d’accordo sulle dimissioni, insomma. Molto meno, invece, su come gestire il post Muraro.

LA RAGGI TEMPOREGGIA – L’addio dell’assessora apre un tira e molla interno fra chi pensa che il passo indietro sia inevitabile, anzi auspicava fosse fatto prima o che addirittura quella nomina non fosse mai avvenuta; e chi invece (praticamente solo la sindaca) ha sempre difeso a spada tratta la posizione della Muraro e vorrebbe farlo ancora. Alle due posizioni corrispondono due orientamenti diversi: voltare subito pagina o temporeggiare. In mattinata, ad esempio, il capogruppo M5s in Comune, Paolo Ferrara, aveva ipotizzato un cambio lampo all’Ambiente, forse già entro la fine dell’anno: “I tempi saranno brevissimi, da questa notte abbiamo iniziato a pensarci”. Parole che però non sembrano trovar seguito nei pensieri della Raggi: per ora la sindaca assumerà le deleghe, poi si vedrà. Dal Campidoglio escludono sviluppi prima del 2017, e dopo la prima dichiarazione di Ferrara i consiglieri non hanno più fatto commenti. Nel M5s sapevano da mesi che questo momento sarebbe potuto arrivare, e per questo la ricerca di un possibile sostituto (anzi, una sostituta: per le quote rosa dovrà essere una donna) era già iniziata. Qualche candidatura è stata vagliata, ma nessuna pare all’altezza della Muraro, che continua a dirsi certa della sua innocenza. Per questo l’altra strada è che possa addirittura rientrare in giunta, se la sua posizione fosse archiviata in un arco di tempo ragionevole durante il quale la Raggi manterrebbe l’interim. Difficile, ma non impossibile. Anche se l’ipotesi viene scartata anche da chi è vicino all’ormai ex assessora (“i tempi della giustizia sono troppo lunghi”). Il fronte opposto, invece, spinge per sostituirla al più presto.

ARRIVA GRILLO – L’unica certezza è che il 21 dicembre ci sarà l’interrogatorio in procura. Dopo questa data forse il quadro comincerà ad essere più chiaro. La Muraro dovrà rispondere di aver violato in cinque casi diversi l’articolo 256 del Testo Unico sull’ambiente: i pm le contestano di aver gestito i rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni. Mentre per l’accusa di abuso d’ufficio si andrebbe verso l’archiviazione (e questa è già una buona notizia per la sua difesa). Per l’avvocato Alessio Palladino l’indagine è un equivoco: “Il capo d’imputazione non sta in piedi perché la mia assistita non è mai stata responsabile tecnico di Ama”, spiega a ilfattoquotidiano.it. “È tutto davvero eccessivo, siamo di fronte a un banalissimo caso di illecito contravvenzionale. Ci aspettiamo che venga richiesta immediatamente l’archiviazione, ma dipenderà dalla procura”.  Se ne riparlerà la settimana prossima. Intanto il 14 dicembre Beppe Grillo tornerà a Roma, ufficialmente per discutere con i parlamentari del Movimento 5 stelle delle mosse post referendum. Ma di sicuro si parlerà del caso Muraro, e a questo punto non è escluso che possa vedersi anche con la Raggi. L’ultima volta, a fine ottobre, in Campidoglio aveva conosciuto i consiglieri, tra battute ed incoraggiamenti. Stavolta l’incontro sarebbe meno conviviale.

Twitter: @lVendemiale

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