A Giuseppe Garioni, dipendente provinciale e legale rappresentante di una onlus, è contestata anche la prostituzione minorile, perché in cambio di "atti sessuali consistenti nell'essere toccati attraverso solletico e accarezzamenti nelle parti intime arrivando in alcune circostanze anche a masturbarli", regalava ai giovani denaro e in un caso anche un motorino
Violenza sessuale aggravata nei confronti di diversi ragazzi minorenni, per lo più stranieri. Con queste accuse la polizia ha arrestato Giuseppe Garioni, 56 anni, un dipendente della Provincia di Cremona e legale rappresentante della onlus Viscontea, società che si occupa di assistenza ai giovani bisognosi. Secondo chi indaga, l’uomo avrebbe in molteplici occasioni costretto i minori a subire atti sessuali consistenti nell’essere toccati attraverso solletico e accarezzamenti nelle parti intime arrivando in alcune circostanze anche a masturbarli. Le indagini dei poliziotti della squadra mobile hanno evidenziato che gli abusi sarebbero avvenuti non solo in casa dell’arrestato ma anche negli spogliatoi e negli uffici della società di calcio per ragazzi Torrazzo, di cui è lo storico presidente. Le presunte vittime hanno tra 15 e 17 anni e avrebbero subito le attenzioni del loro presidente quando ne avevano 12-13.
Al momento il dirigente sportivo si trova agli arresti domiciliari con il divieto assoluto di comunicare o avvicinare minori. Oltre alla violenza sessuale nei confronti di minori aggravata dal ruolo, a Garioni è anche contestata la prostituzione minorile perché, in cambio dei presunti abusi, avrebbe regalato denaro e un motorino. È un’inchiesta che sconvolge il mondo del calcio cittadino, di cui Garioni è da decenni uno dei personaggi chiave. Anche l’ambiente del sociale è toccato: il dipendente provinciale è impegnato con particolare attenzione nel Cambonino, quartiere alla periferia di Cremona, dove il Torrazzo gioca le sue partite. Una realtà sportiva che conta sulla prima squadra in seconda categoria e su tutte le giovanili, dai pulcini agli juniores.
“Alcuni dei casi di cui ci stiamo occupando sono in prescrizione ma l’indagine è aperta e chiediamo alle famiglie che hanno o hanno avuto bambini che hanno giocato o giocano nel Torrazzo perché dicano se qualcosa di poco chiaro possa essere accaduto”. È l’appello del capo della squadra mobile di Cremona, il vice questore aggiunto Nicola Lelario. L’indagine è partita da una denuncia presentata la scorsa estate e proseguita fra una difficoltosa raccolta di testimonianze. “Abbiamo dovuto affrontare la comprensibile vergogna delle vittime”, ha spiegato Lelario. Stando a quanto riferito dagli investigatori, palpeggiamenti e carezze sarebbero durate per anni: per i poliziotti e per la procura, quello che Garioni avrebbe creato era “un vero e proprio sistema basato sulla sudditanza psicologica, su un rapporto di amicizia che sconfinava nel morboso e contava sulla passività dei ragazzini, ovviamente incapaci per tante ragioni di ribellarsi“.