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Governo Gentiloni, fiducia anche al Senato: 169 sì. Il premier: “L’esecutivo non è nato da amore per continuità”

Al nuovo esecutivo il sostegno dello stesso numero di senatori che dettero il via a Renzi. Non partecipano al voto M5s, Lega e Ala. I verdiniani: "Contro di noi una conventio ad excludendum". L'ok arriva grazie a Pd, Ncd, Autonomie e metà gruppo misto. Il discorso del presidente del Consiglio: "Dati incoraggianti per la ripresa, ma occhio a povertà. Stop a facili slogan sul lavoro, per noi è la priorità"

Il governo-fotocopia ottiene anche una fiducia-fotocopia. Alla Camera, ieri, l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni aveva preso solo 10 voti in meno (su 630), al Senato oggi il numero di sì pronunciati sotto al banco del presidente Piero Grasso sono stati 169, cioè gli stessi di quando Matteo Renzi si presentò per la prima volta a Palazzo Madama, il 25 febbraio 2014. Anche oggi, come a Montecitorio, non hanno partecipato al voto i gruppi dei Cinquestelle, della Lega Nord e dei verdiniani di Ala che, in dichiarazione di voto, hanno voluto precisare che contro di loro è stata decisa una conventio ad excludendum e che però è fuori strada chi pensa che gli esponenti ex berlusconiani e a lungo renziani siano “eterodiretti da un convitato di pietra” (cioè Matteo Renzi). I voti contrari alla fine sono solo quelli di Forza Italia, Sinistra Italiana, Conservatori e Riformisti (cioè i fittiani), parte del gruppo Gal e altri “cespugli” che al Senato non mancano mai né dall’una né dall’altra parte.

Con il via libera di Palazzo Madama, dunque, il governo Gentiloni è nel pieno dei poteri. Il presidente del Consiglio, nelle repliche al dibattito parlamentare, ha ribadito che il suo non è un governo nato “per amore della continuità”, ma per “senso di responsabilità“. Ha anche ricordato alcuni dati che suggeriscono segnali di ripresa economica, ma ha sottolineato che non vanno dimenticati i segnali preoccupanti sulle fasce di povertà e che il lavoro resta una priorità: il traguardo, afferma, è un sistema di tutele universali: “Serve serietà e consapevolezza perché non lo risolviamo purtroppo con facili slogan”. L’obiezione risulta perfino facile, visto che gli slogan sono stati spesso lanciati dal posto che ora occupa il capo del governo. E su questo solco, peraltro, si segnala che se i toni di Gentiloni hanno marcato l’unico segno di discontinuità con l’ex premier Renzi, c’è chi tiene alto il vessillo del Jobs Act. E’ il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che all’Ansa spiega che lo scenario più probabile è che le elezioni politiche siano prima del referendum abrogativo sulla riforma del lavoro, proposto dalla Cgil, già vagliato dalla Cassazione e in attesa di essere approvato definitivamente dopo la pronuncia della Consulta, l’11 gennaio. Il non detto è che in caso di elezioni politiche, per legge, un referendum non può essere tenuto prima di un anno.

La mappa del voto. Gentiloni si sostiene su Pd, Ncd, Autonomie e gruppo misto
Così secondo la mappa del voto di fiducia al Senato di oggi il governo Gentiloni si regge su 4 gambe: il Partito Democratico, il gruppo Ncd-Centristi per l’Italia (che sono gli ex Udc), una cospicua parte del gruppo misto e del gruppo delle Autonomie. Non c’è più, come negli ultimi mesi, il contributo di Ala, ora fusa con Scelta Civica. Nel Pd in 111 su 113 hanno votato al Senato: non votano il presidente del Senato Pietro Grasso (come da prassi) e il senatore Felice Casson, in missione (anche se, si fa notare con ironia tra i democratici, Casson da tempo è in missione…). Compatti i centristi: arrivano infatti i 28 sì di Ncd e anche l’ok di Antonio De Poli, unico esponente Udc a Palazzo Madama dopo lo scioglimento di Area Popolare. Nelle Autonomie in 16 su 19 danno la fiducia a Gentiloni: all’appello mancano i senatori a vita Renzo Piano e Carlo Rubbia (spesso assenti) nonché Claudio Zin, eletto nella circoscrizione America Meridionale. Tre, infine, i membri di Gal che hanno votato sì: Paolo Naccarato (eletto con il Pdl), Riccardo Villari (pure lui entrato con il Pdl) e Angela D’Onghia (ex sottosegretario, eletta con Scelta Civica) mentre rispetto alle precedenti votazioni ha cambiato trend – non votando la fiducia – Michelino Davico, noto globetrotter dei gruppi parlamentari (è stato iscritto a 4 diversi gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione: Lega Nord, Gal, Italia dei Valori e ora Moderati). E al governo un aiuto determinante arriva dal gruppo Misto: su 28 senatori in 11 votano la fiducia. Oltre ai 7 che solitamente davano la fiducia all’esecutivo Renzi (dall’ex montiano Della Vedova agli ex M5s Molinari, Bencini e Fuksia), a Gentiloni giungono gli ok di Dario Stefàno e Luciano Uras – eletti con Sel -, di Maurizio Rossi di Liguria Civica e dell’ex presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti.

Il discorso di Gentiloni: “Chiedo la fiducia e esprimo la fiducia al Senato”
La differenza più evidente tra Renzi e Gentiloni è l’approccio davanti al Senato. “Chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia fiducia nel Senato” esordisce il capo del governo nell’Aula di Palazzo Madama. Renzi, invece, si presentò mani in tasca ad annunciare la riforma per chiudere il Senato, restituisce l’immagine più tangibile della vittoria del No al referendum. La riforma del governo Renzi (“L’ho condivisa pienamente”, rivendica Gentiloni) è stata bocciata dai cittadini e dunque il Senato continuerà a esistere nel pieno delle sue funzioni. “Quindi – premette il nuovo premier, guardando i banchi dell’emiciclo – la fiducia che chiedo al Senato è un po’ particolare: chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia nei confronti del prerogative del Senato”.

I banchi dell’opposizione sono semideserti: M5s e Lega proseguono il loro Aventino contro la prosecuzione della legislatura. E anche quelli del Pd si svuotano presto, appena iniziano le dichiarazioni di voto. Forza Italia non ha mai il record di assenze, quindi non può contribuire a affollare i banchi. Gentiloni sceglie di chiudere ancora una volta il suo intervento, lungo circa venti minuti, con un richiamo rivolto di nuovo ai Cinquestelle: “Difenderò le prerogative del Parlamento nei confronti di tutti. Invito chi in questi mesi si è battuto alzando la bandiera del Parlamento contro ipotetici e a mio avviso inesistenti tentativi autoritari a rispettare il Parlamento e a partecipare alle sue riunioni in modo civile“.

Il premier omaggia l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, scomparso di recente, nell’Aula dove ha seduto negli ultimi anni da senatore a vita: “Chiedo ai ministri di lavorare con responsabilità e dignità. Ciampi quando presentò il suo governo disse, e lo dico anche io, che per il tempo che sarà necessario in questa delicata transizione servirò con umiltà gli interessi del Paese”. E’ una transizione e un atto di responsabilità il suo governo, ribadisce Gentiloni: “Non un amore della continuità ma la presa d’atto del diniego degli altri gruppi a convergenze più ampie, ha spinto le forze che hanno sostenuto questa maggioranza a dar vita a questo governo”.

“Sottrarsi alla responsabilità sarebbe stato più utile dal punto di vista politico partitico ma molto più pericoloso per il Paese”, aggiunge il premier, che davanti ai senatori riconosce a Renzi la “coerenza” di essersi dimesso dopo la bocciatura della sua riforma. Il nuovo governo, ricorda, durerà finché avrà la fiducia, ma “a prescindere” dalla data del voto è “urgente” intervenire sulla legge elettorale. Il governo “non sarà attore protagonista” ma “avrà il compito di facilitare la ricerca di una soluzione e avrà il compito anche di sollecitare le forze politiche”, spiega. Nella consapevolezza che il sistema di voto influenzerà il nuovo assetto del sistema politico.

CRONACA ORA PER ORA 

16.20 – Il Senato tornerà a riunirsi il 20 dicembre
Il Senato tornerà a riunirsi martedì 20 dicembre. Lo ha comunicato il presidente Pietro Grasso al termine del voto di fiducia sul governo di Paolo Gentiloni. Nella stessa giornata è convocata la conferenza dei capigruppo.

16.09 – Governo, c’è anche la fiducia del Senato: 169 sì
Il governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia anche al Senato. I sì sono stati 169, i no 99. I votanti sono stati 268. M5s, Lega Nord e Ala non hanno partecipato al voto.

15.58 – Prima riunione operativa del consiglio dei ministri
Il nuovo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni presiede oggi il primo Cdm ‘operativò, con diversi provvedimenti all’ordine del giorno. Una riunione per l’insediamento si era svolta lunedì sera, subito dopo il giuramento al Quirinale e il passaggio della campanella con Matteo Renzi. Il Cdm di oggi si svolge mentre in Senato è in corso la votazione sulla fiducia al governo.

15.46 – Ncd: “Assenza dei senatori M5s e Lega è fatto gravissimo”
“L’assenza dei senatori del M5s e della Lega oggi in aula è un fatto gravissimo. Dov’è la coerenza? Si sono battuti per mantenere il Senato e oggi non si presentano in Parlamento. Gran bel modo di dimostrare che credevano in quello che dicevano. È il caso, poi, che ricordassero che sono stati votati per rappresentare gli italiani nel Parlamento, soprattutto in momenti importanti come questo, anche per dire di no, non per stare in Piazza quando non sono d’accordo con le scelte del Governo e della maggioranza del Parlamento”. Lo afferma Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra.

15.21 – Amoruso (Ala) voterà contro la fiducia
Il verdiniano Francesco Maria Amoruso resterà in Aula e voterà contro la fiducia al governo Gentiloni. Il resto del gruppo, invece, uscirà dal Senato.

15.19 – Sacconi (Ncd) non voterà, in dissenso
Maurizio Sacconi (Nuovo Centrodestra) non parteciperà al voto di fiducia al governo Gentiloni.

15.17 – Zanda conclude l’intervento, Gentiloni fa segno ok
Il presidente dei senatori Pd , Luigi Zanda, termina il’intervento in Aula al Senato in vista del voto di fiducia al nuovo esecutivo e il neopremier Paolo Gentiloni per due volte guardando verso i banchi del Pd fa il segno dell’ok con il pollice rivolto verso l’alto.

15.14 – Zanda: “Gentiloni ha equilibrio e esperienza” 
“Il presidente Gentiloni ha tutto l’equilibrio e l’esperienza necessari per guidare il governo sino all’appuntamento delle elezioni che il Parlamento e le forze politiche chiedono vengano celebrate in tempi brevi, con una legge elettorale omogenea per la Camera e il Senato”. Così il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, interviene nell’Aula del Senato dichiarando il voto a favore del nuovo governo. E aggiunge: “Sulla legge elettorale dico solo che per scriverla servirà l’apporto della maggioranza e dell’opposizione e servirà che non venga pensata né contro qualcuno, né a favore di qualcuno”.

15.11 – Merkel a Gentiloni: “Contenta di lavorare ancora con lei”
La cancelliera Angela Merkel si congratula “di tutto cuore” con il neopremier italiano Paolo Gentiloni. In un messaggio inviato a Roma la Merkel ricorda come “Germania e Italia siano legate da una profonda amicizia”, da un partenariato a tutto campo, “da quello economico a quello politico, da quello culturale e quello sociale”. “Sono contenta di proseguire con lei la stretta collaborazione dei nostri due paesi per il bene dei nostri cittadini e per il bene dell’Europa” aggiunge la Merkel – secondo quanto reso noto in un comunicato – augurando a Gentiloni il successo con “la benedizione di Dio”.

15.10 – Zanda: “Per la legge elettorale servirà anche l’opposizione”
Per riscrivere la legge elettorale “servirà l’apporto della maggioranza e dell’opposizione e servirà che venga pensata non contro qualcuno né a favore di qualcuno”. Lo dice il capogruppo Pd in Senato, Luigi Zanda, durante le dichiarazioni di voto in aula sulla fiducia al nuovo esecutivo.

15.08 – Gli ex Sel Stefàno e Uras voteranno la fiducia
“Facciamo nostra la preoccupazione del Capo dello Stato. In questa fase, il Parlamento ha il dovere di mettere in sicurezza il Paese e le nostre comunità”. Lo dicono Dario Stefàno e Luciano Uras, senatori del gruppo Misto (ex Sel) annunciando il loro voto di fiducia al governo.

15.08 – Assemblea del Pd domenica alle 10 all’Ergife
“Analisi situazione politica e determinazioni conseguenti”. E’ questo, ha quanto si apprende, l’ordine del giorno in calce alla convocazione dell’assemblea nazionale del Partito democratico di domenica a Roma. La formula della convocazione, spiegano fonti Dem, lascia aperta la possibilità che l’assemblea decida di convocare il congresso del partito. L’assemblea inizierà alle 10 all’hotel Ergife.

15.01 – Romani (Fi): “Maggioranza solo nelle Aule del Parlamento”
“Le riforme devono essere fatte dal Parlamento, non dal governo. Strappare al centrodestra pezzetti e pezzettini, mentre il centrodestra restava saldamente ancorato a Berlusconi, è stato un azzardo molto grave che avete pagato. Oggi sta per nascere il 4 governo non eletto. Questa maggioranza è maggioranza solo nelle Aule e non nel Paese. Basta a imposizioni, ricorsi alla fiducia e decreti legge a ogni piè sospinto. Accanto alla legge elettorale c’è la possibilità di riformare i partiti e di fissare regole certe attraverso le primarie. Parlo di regole certe e riconosciute da tutti i contendenti”. Lo ha detto il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani nel suo intervento al Senato. “La nostra sarà un’opposizione dura leale e senza sconti”, ha avvertito Romani.

14.51 – Cartelli M5s sui banchi del Senato: “20 milioni di no”
“20 milioni di NO”. Il M5S espone sui banchi del Senato una serie di cartelli gialli cartelli in segno di protesta durante le dichiarazioni di voto alla fiducia al governo. A nulla sono valsi gli inviti della presidenza al ritiro.

14.50 – Montevecchi (M5s): “Noi abbiamo già difeso le istituzioni, voi no”
“Noi abbiamo rispettato il rispetto per le istituzioni combattendo insieme agli altri per difendere la nostra Costituzione. Cosa di cui non potete fregiarvi voi. E allora concludo ricordandole che le istituzioni sono di tutti e 20 milioni di cittadini hanno espresso chiaramente la loro volontà: tornare a decidere il prima possibile chi deve governare l’Italia e con quale Paese”. Lo afferma in Aula la senatrice M5S Michela Montevecchi citando le parole del premier Paolo Gentiloni (il parlamento non è un social network) e annunciano il “No” alla fiducia dei pentastellati, che espongono in Assemblea dei cartelli con la scritta: “20 milioni di no”.

14.48 – Montevecchi (M5s): “Renzi aveva detto che era in gioco il governo: ma le facce sono le stesse”
“Renzi aveva detto che dalla riforma dipendevano le sorti politiche del governo. Ma qui ci sono gli stessi ministri. Renzi non se ne è andato, e ci sta in questo governo con due cani da guardia, Luca Lotti e Maria Elena Boschi”, attacca Montevecchi che sottolinea: “avete silenziato il Paese con un governo che è un insulto a tutti gli italiani che hanno votato No il 4 dicembre”.

14.47 – Stefàno e Uras (ex Sel) verso voto di fiducia
I senatori ex Sel Dario Stefano (Movimento la Puglia in Più) e Luciano Uras verso la maggioranza del governo Gentiloni. A quanto si apprende, i due, ora nel gruppo Misto guidato da Loredana De Petris (Sinistra italiana) sarebbero orientati a votare la fiducia in Senato al nuovo esecutivo.

14.46 – D’Anna (Ala): “Niente sottobosco. Ma a sotto-Boschi avremmo ceduto…”
Non perdono il buonumore i senatori verdiniani, pur esclusi dal governo Gentiloni. Racconta l’agenzia Dire che al termine di una lunga riunione nella sede di via Poli, ribadiscono il loro no alla fiducia, rifiutando sdegnosamente l’offerta di “posti di sottogoverno”. Vincenzo D’Anna si lascia andare a una battuta: “Una giornalista mi ha chiesto, sbagliando: ‘Allora niente sottoboschi?’. E io ho risposto: ‘No, niente ‘sottobosco’. ‘Sotto-boschi’ avremmo ceduto”, dice, con un gioco di parole sul cognome dell’ex ministro delle riforme Maria Elena Boschi. Il collega Ciro Falanga lo riprende, bonariamente: “Non dire così, che poi ti chiamano sessista”.

14.42 – Boschi assente al Senato, passaggio di consegne al ministero
Dopo che il governo si è presentato al gran completo ieri in Aula alla Camera per la fiducia, oggi al Senato si registra qualche assenza mentre interviene il premier Paolo Gentiloni per la fiducia. Non c’è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, ma perché impegnata, a quanto si apprende da fonti parlamentari, nel passaggio di consegne al suo vecchio ministero e nella preparazione del Consiglio dei ministri che si terrà questo pomeriggio. Assente anche il ministro Anna Finocchiaro, che ha fatto il suo esordio in Aula alla Camera da ministro per i rapporti con il Parlamento.

14.39 – Bianconi (Ncd): “No a scadenze, il voto è baratro”
“Questo governo è la risposta eloquente ai tifosi del ‘tanto peggio tanto meglio’, ai profeti della sventura che avrebbero voluto spingere l’Italia nel baratro delle elezioni anticipate che avrebbero portato l’Italia all’ingovernabilità”. Lo dice Laura Bianconi, capogruppo di Ncd in Senato, annunciando la fiducia del gruppo al governo Gentiloni. “Nessuno pensi di aver la spina da staccare a questo governo – aggiunge – nessuno pensi di avere la golden share, date di scadenza non ce ne sono. Questo governo andrà avanti finchè ci saranno i voti in Parlamento”.

14.36 – In aula abbraccio tra Giannini e Fedeli
Abbraccio in Aula al Senato fra la neoministra all’Istruzione Valeria Fedeli e la ex titolare del dicastero Stefania Giannini. Molte le strette di mano e gli abbracci che i colleghi, soprattutto del Pd, hanno avuto per la ex ministra dell’università e della scuola. Tra questi, appunto, la neoministra Fedeli che si alzata dal banco della presidenza per andare a salutare la collega.

14.32 – De Petris (Sinistra Italiana): “No a fiducia, governo con pretoriani di Renzi”
“Sinistra italiana non voterà la fiducia al governo Gentiloni”. Lo afferma la capogruppo Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato in Aula intervenendo in dichiarazioni di voto. “Dopo tre anni di bullismo del suo predecessore”, ha aggiunto la senatrice, apprezziamo il cambiamento di tono del presidente Gentiloni “ma non può bastare”. “Il governo che chiede la fiducia – ha detto De Petris – è un governo clone che ha rivendicato tutto quello che ha fatto il governo Renzi. A comandare vuole essere sempre lui tanto è vero che ha messo i suoi pretoriani a guardia del nuovo esecutivo”.

14.30 – Alla Camera ok all’unanimità al decreto terremoto
Arriva il via libera della Camera al decreto terremoto con 441 sì, nessun no e 5 astenuti. Il provvedimento, già approvato dal Senato, è legge. Il decreto contiene le misure in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 24 agosto scorso e anche gli interventi varati a seguito delle scosse registrate tra il 26 e il 30 ottobre nel Centro Italia. Nel testo, le norme per la ricostruzione di tutte le case danneggiate, i risarcimenti, il sostegno alle imprese e le procedure semplificate per gli enti locali.

14.26 – Zeller (Autonomie): “Sostegno, concludere lavoro”
“Appoggiamo questo governo e le sue priorità in continuità con quelle del governo Renzi, dalla legge elettorale al completamento dell’iter di riforme come quella della giustizia e della concorrenza, già avviate da tempo”. Lo afferma Karl Zeller, capogruppo delle Autonomie annunciando il suo sì alla fiducia al governo Gentiloni. “Crediamo nella possibilità di lavorare assieme per un rinnovato impegno di questo governo sul fronte europeo. Abbiamo anche apprezzato le sue parole equilibrate e anche per questo – conclude Zeller – confermiamo la nostra fiducia”.

14.21 – Mazzoni (Ala): “Contro di noi conventio ad excludendum”
“Questo governo avrebbe dovuto ridurre le poltrone e allargare la maggioranza” ed esiste un principio “della dignità politica che non ci ha voluto riconoscere sulla base di una conventio ad excludendum che non comprendiamo”. Lo afferma il senatore Riccardo Mazzoni annunciando la non partecipazione al voto di fiducia del gruppo Ala-Sc. E Mazzoni non risparmia un riferimento a Matteo Renzi. “Chi pensa che esista qualche convitato di pietra che ci etero dirige è totalmente fuori strada”, afferma.

14.18 – Ala: “Governo non all’altezza, non parteciperemo”

14.15 – Ferrara (Gal) a Gentiloni: “Non la voterò, ma lei è meno arrogante di Renzi”
“Oggi è un bel giorno perché come Senato ci riappropriamo del potere di dare la fiducia al governo come previsto dalla Costituzione”. Inizia così l’intervento nell’Aula di Palazzo Madama del presidente dei senatori di Gal Mario Ferrara che annuncia il “no” del suo gruppo al governo, nonostante Gentiloni si sia mostrato “molto meno arrogante del premier precedente”.

14.11 – Banchi del Pd semi-vuoti durante dichiarazioni di voto finali

14.09 – Speranza: “Macché voto, cambiare subito Jobs Act”
“Più che invocare le urne per evitare che si svolga il referendum, è necessario intervenire subito sul Jobs act, a partire dai voucher”. Lo dice Roberto Speranza, deputato che guida l’area di minoranza Pd Sinistra riformista, commentando le parole del ministro Giuliano Poletti secondo il quale ci saranno elezioni politiche prima del referendum.

14.08 – I Cinquestelle con la Costituzione sui banchi del Senato
Una copia della Costituzione italiana in bella mostra sui banchi dell’Aula del Senato. Il M5S ha scelto così di rivendicare la propria posizione in occasione del voto di fiducia del nuovo Esecutivo.

14.08 – La Lega lascia i banchi del Senato
La Lega, dopo aver pronunciato la dichiarazione di voto sulla fiducia al governo, lascia l’Aula del Senato. Poco prima il senatore Centinaio ha attaccato il Pd e indicandoni banchi dei senatori Pd al momento semivuoti: “Lasceremo l’Aula e pensavamo di fare una cosa eclatante…invece…lo ha già fatto il Pd”. Pronte le proteste dei colleghi del partito democratico presenti nell’emiciclo.

14.06 – Centinaio (Lega): “Usciamo perché siamo altro, non siamo come voi”
“Non vogliamo partecipare a questo voto. Usciamo dall’Aula perché siamo altro, non siamo come voi, rappresentiamo i cittadini”. Così il capogruppo della Lega Nord al Senato, Gian Marco Centinaio, conclude il suo intervento a Palazzo Madama, prima di abbandonare l’Aula assieme agli altri senatori del Carroccio. “Volevamo fare un gesto eclatante, ma quello l’hanno fatto già i senatori del Pd che non ci sono, non sono presenti qui, sono il nulla”, ha concluso.

14.03 – Centinaio: “La Lega non parteciperà al voto di fiducia”
La Lega Nord non parteciperà, come già successo alla Camera, al voto di fiducia in aula al Senato. Lo ha annunciato il capogruppo Gian Marco Centinaio. I senatori della Lega, quindi, hanno abbandonato l’aula.

13.59 – I senatori di Idea annunciano il voto contrario alla fiducia
I senatori di Idea, Andrea Augello, Luigi Compagna, Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello, annunciano il voto contrario alla fiducia “a un esecutivo – si legge in una nota – che fin dalla sua composizione denota totale inconsapevolezza di ciò che è accaduto nel nostro Paese, auspicando da oppositori che le concrete scelte di governo siano sottratte al condizionamento di chi ha trascinato l’Italia nelle condizioni in cui si trova”.

13.52 – Bisinella (Fare!): “Non voteremo contro”
“E’ doveroso collaborare alla scrittura legge elettorale. Solo scrivendo insieme le regole del gioco si arriverà ad una stabilità del governo e ad una piena governabilità del Paese. Con il sistema attuale non vincerebbe nessuno e servirebbe un inciucio per governare”. Lo afferma nell’Aula del Senato Patrizia Bisinella della componente “Fare!” del Misto intervenendo in occasione del voto di fiducia al governo. “Non voteremo contro la fiducia al suo governo – assicura Bisinella – e non faremo opposizione acritica. Ma con spirito collaborativo contribuiremo a svelenire il clima nel Paese”.

13.50 – I fittiani voteranno No: “Governo che sa di vecchio”
Conservatori e riformisti (Cor) non daranno la fiducia al governo Gentiloni. Lo annuncia nell’Aula del Senato il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri. “Arriviamo a questo voto di fiducia con un governo che sa già di vecchio, che non sembra marcare una discontinuità rispetto al passato”, ha detto il senatore annunciando che Cor non darà la fiducia. Tuttavia, “le garantiamo rispetto, lealtà, coerenza e propositività. La nostra sarà una posizione rigorosa ma propositiva”, ha aggiunto D’Ambrosio Lettieri.

13.49 – Monti: “Renzi buon motivatore, ma in politica inadeguato”
Matteo Renzi “un buon motivatore” ma “in politica totalmente inadeguato”. Lo dice Mario Monti nel suo intervento in aula al Senato durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo Gentiloni.

13.48 – Monti a Gentiloni: “Voterò sì, mi fido di lei”
“Voterò la fiducia al suo governo per la fiducia che ho in lei e in diversi suoi ministri auspicando tre linee di condotta: sull’Ue, che alla sostanziale povertà di risultati e contestuale altezza di toni faccia seguito una politica più incisiva e meno rumorosa; sull’economia spero che dopo un periodo così laboriosamente orientato dall’ex premier al referendum” si comprenda che “abbiamo perso tempo per crescita, consolidamento fiscale e banche”. Lo afferma il senatore a vita Mario Monti intervenendo in Aula al Senato. L’ex premier ricorda di essere stato “iscritto in un nuovo raggruppamento chiamato dell’accozzaglia, eppure mi sono speso doverosamente per l’interesse del Paese per spiegare che erano completamente fuori luogo le previsioni” di instabilità “alimentate anche dall’Italia e dagli ambienti finanziari del quale si è detto che io sarei controllato”.

13.49 – M5s, Lega e anche qualcuno di Ala presenti in Aula
M5S, Lega e anche qualche senatore di Ala sono presenti nell’Aula al Senato, dove sono in corso le dichiarazioni di voto alla fiducia all’Esecutivo. Le opposizioni, in gran parte assenti questa mattina durante il dibattito, hanno invece occupato i propri posti nell’emiciclo al momento della replica del premier Paolo Gentiloni.

13.31 – Idv: “Da noi fiducia, ma vigileremo”
La componente del Misto Italia dei valori darà la fiducia al governo Gentiloni. Lo annuncia nell’Aula del Senato la senatrice Alessandra Bencini (eletta con il M5s) intervenendo in dichiarazione di voto in occasione della fiducia al governo. “Seguiremo con attenzione tutti i vostri provvedimenti da questo ramo del Parlamento che è rimasto centrale grazie al voto referendario e vigileremo”, ha aggiunto la parlamentare che ha sottolineato come stiano “a cuore a Italia dei Valori provvedimenti sulla legittima difesa, la lotta a mafia e corruzione, politiche per il lavoro e per il rilancio del Sud”.

13.29 – Via alle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo
Si è conclusa, in aula al Senato, la replica del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Sono quindi iniziate le dichiarazioni di voto sulla fiducia.

13.27 – Gentiloni: “Lavoro, tutele universali sia traguardo: no facili slogan”
“Lavoro, lavoro, lavoro” è una priorità del governo: “Cercheremo di lavorarci con serietà e procedere verso la universalizzazione delle tutele che deve essere un traguardo, un traguardo percorribile con serietà e consapevolezza perché non lo risolviamo purtroppo con facili slogan”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni nella replica al Senato.

13.26 – Gentiloni: “Legge elettorale influenzerà l’evoluzione del sistema”
“La decisione che le forze parlamentari prenderanno sulla legge elettorale influenzerà la costituzione materiale del Paese. Non c’è dubbio che in gioco c’è anche l’evoluzione del sistema per come è stato negli ultimi anni. Quando discuterete – e il governo darà il suo contributo – le nuove regole elettorali sarà una discussione che inciderà nel modo di concepire il funzionamento della nostra democrazia”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni nella replica al Senato.

13.24 – D’Anna (Ala): “Ci hanno offerto posti di sottogoverno, noi diciamo no”
“Ci hanno offerto posti di sottogoverno, sottosegretari e viceministri. Ma noi diciamo no. Noi badiamo al nostro decoro politico. Vogliamo pari dignità con le altre componenti”. Così Vincenzo D’Anna, senatore di Ala, interpellato dalla Dire al termine della riunione dei senatori del gruppo di Verdini e Zanetti.
Ala farà una dichiarazione contraria alla fiducia, ma di fatto non parteciperà al voto al Senato, per la fiducia al governo Gentiloni.

13.24 – Gentiloni: “Invito chi difende il Parlamento a rimanerci”
“Io difenderò le prerogative del Parlamento, lo farò nei confronti di tutti. Invito chi nei mesi passati ha difeso il Parlamento da una minaccia, secondo me inesistente, di una deriva autoritaria causata dalla riforma costituzionale a rispettare il Parlamento, a partecipare alle sue riunioni in modo civile e con dignità, come prevede la Costituzione”. Lo dice Paolo Gentiloni, parlando in Senato.

13.22 – Gentiloni: “Per il Sud no a operazioni all’antica, ma altro per il rilancio”
Il Sud “è uno dei luoghi in cui contemporaneamente si manifesta la maggiore potenzialità del nostro paese”. Lo dice il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella sua replica in aula al Senato sulla fiducia al governo. “Se il Paese avrà un tasso di crescita più alto dell’attuale è possibile che si possa fare molto di più per il Sud. Non abbiamo in mente operazioni all’antica con il ministero del Mezzogiorno ma tutt’altro per il rilancio del Sud”, aggiunge.

13.21 – Gentiloni: “Urgente legge elettorale, a prescindere da quando si vota”
“La durata del governo è stabilita dalla Costituzione. Sulla legge elettorale rivendichiamo un compito di facilitazione e sollecitazione perché non ci sfugge, a prescindere da quanto durerà la legislatura, l’urgenza di dare al nostro sistema regole che consentano alla Camera e al Senato di governare in modo armonizzato. Serve alle istituzioni, non è una valvola da aprire o chiudere a seconda dell’urgenza o meno dell’appuntamento elettorale”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni nella replica al Senato.

13.19 – Gentiloni: “Dati di ripresa, ma tenere conto dell’aumento della povertà”
“Ci sono dei dati del centro studi Confindustria in cui si evidenziano dati macroeconomici incoraggianti che fanno vedere che l’Italia si è rimessa in moto così come l’Europa, ma al tempo stesso avete visto in quei dati anche quelli sulla povertà che sono in crescita quindi ci dobbiamo rendere conto della contraddittorietà del contesto in cui siamo”. Lo afferma il premier Paolo Gentiloni a palazzo Madama.

13.19 – Ala non parteciperà al voto
I senatori di Ala non parteciperanno al voto di fiducia che si terrà oggi in Senato sul programma di governo illustrato da Paolo Gentiloni. Lo riferiscono fonti parlamentari al termine della riunione che si è tenuta oggi a via Poli. In questo modo, comunque, si abbassa il quorum per la fiducia.

13.15 – Colloquio Orlando-Napolitano alla buvette del Senato
Almeno un quarto d’ora di colloquio tra l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Guardasigilli Andrea Orlando alla buvette del Senato, mentre in Aula si concludeva il dibattito prima della replica del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. A loro si è aggiunto anche l’ex Senatore Jas Gawronski.

13.11 – Poletti: “Scenario è voto prima del referendum sul Jobs Act”
“Se si vota prima del referendum il problema non si pone. Ed è questo, con un governo che fa la legge elettorale e poi lascia il campo, lo scenario più probabile. Sulla data dell’esame della Consulta è tutto come previsto”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commentando con l’Ansa i rischi che il voto sul referendum proposto dalla Cgil possa essere un ulteriore problema per il Pd e il governo.

13.10 – Gentiloni: “Sarebbe stato utile sottrarsi alla responsabilità, ma più pericoloso per l’Italia”
“Forse sarebbe stato più utile sottrarsi alla responsabilità, ma sarebbe stato più pericoloso per il Paese”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in sede di replica al Senato.

13.10 – Gentiloni: “Impegni immediati su banche, terremoto e Europa”
“Abbiamo impegni immediati sui quali governo è al lavoro: penso al sostegno al sistema bancario, all’emergenza terremoto e ricostruzione oggi pomeriggio ho la prima riunione. E l’impegno europeo di domani”. Lo afferma Paolo Gentiloni replicando al dibattito al Senato sulla fiducia al governo.

13.09 – Gentiloni: “Governo composto in modo rapido per dare all’Italia istituzioni stabili”
“Il governo si assume una responsabilità che riteniamo fondamentale in questo momento, lo abbiamo fatto in modo molto rapido, non per impazienza ma perché credo che sia di evidente importanza dare all’Italia istituzioni stabili e certezza in un contesto come quello attuale”. Lo afferma il premier Gentiloni in replica al Senato.

13.06 – Terremoto, oggi vertice Gentiloni-Errani-Curcio
“Oggi pomeriggio farò una riunione con il capo della Protezione civile e il commissario per la ricostruzione”. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al Senato, confermando l’impegno del governo sulla ricostruzione post terremoto.

13.05 – Gentiloni: “Non siamo innamorati della continuità”
“Non siamo innamorati della continuità, abbiamo anzi rivolto una proposta all’insieme delle forze parlamentari per individuare una convergenza più larga. C’è stata una indisponibilità: non un amore della continuità ma la presa d’atto di questa situazione ha spinto le forze che hanno sostenuto questa maggioranza a dar vita a questo governo, per responsabilità”. Lo dice il premier Paolo Gentiloni nella replica al Senato.

13.03 – Gentiloni: “Chiedo fiducia e ho fiducia nel Senato”
“Voi sapete che io ho condiviso pienamente la riforma costituzionale che è stata approvata ripetutamente in quest’aula, ma sapete altrettanto bene che i cittadini italiani hanno deciso, il popolo ha deciso con un referendum dal risultato netto. Quindi potrei dire che la fiducia che chiedo a nome del governo al Senato è una fiducia un po’ particolare: chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato e delle sue prerogative”. Lo afferma il premier Gentiloni in replica al Senato.

12.20 – Tosiani: “Leali sulle riforme ma non entriamo in maggioranza”
“Leali sulle riforme ma non entriamo in maggioranza”. E’ la posizione del movimento ‘Fare!’ guidato da Flavio Tosi che in Senato conta su tre esponenti: Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato e Raffaela Bellot che oggi dovranno decidere come comportarsi sulla fiducia al governo Gentiloni. Il sindaco di Verona è a Palazzo Madama dove ha fatto il punto con le sue senatrici. Interpellato dall’Agenzia Dire non anticipa l’orientamento, ma dice che anche se Fare! votase la fiducia, non vorrebbe dire che entrerebbe in maggioranza, ma solo per avviare il confronto sulla legge elettorale e sulle altre leggi più urgenti.

12.10 – Marcucci (Pd): “Gentiloni serve il Paese”
Durante le dichiarazioni di voto il renziano Marcucci ha espresso il suo sostegno all’esecutivo: “Ci sono uomini che si servono del Paese, ce ne sono altri che servono il Paese: noi siamo sicuri di poter contare su Gentiloni” mentre “mi viene il dubbio” che “quelle forze politiche che ci dicono che bisogna andare subito a votare, che si dicono indisponibili, che non si vogliono sedere a un tavolo affinché le regole siano chiare per tutti, lo vogliano davvero”.

12.08 – Buemi: “Recuperare Mattarellum”
“Quanto è accaduto in queste settimane dimostra che si può uscire rapidamente da una crisi di governo e che si può rapidamente approvare nelle due Camere leggi importanti come la legge di bilancio, senza eliminare la doppia approvazione di Camera e Senato. In particolare, il Senato, dopo la conferma del referendum, oltre a essere un’istituzione millenaria, ha dimostrato di essere un ventenne che è in grado di fare rapidamente chilometri di corsa che, in altre epoche, sono state risolte nell’arco di un giorno”. Lo ha detto il senatore del Psi Enrico Buemi intervenendo in Aula nella discussione generale sul voto di fiducia al governo.

12 – Fucksia (ex M5s): “Voto Sì alla fiducia, è il momento della partecipazione”
“Non è il momento degli effetti speciali, degli slogan e dei banchi vuoti, ma della partecipazione. La propaganda alla lunga stanca e diventa noiosa. Credo che occorra fare un passo in avanti perché in questo momento il vero protagonista deve essere la responsabilità politica che richiede uno sguardo sui contenuti e sulle prospettive”. Così la senatrice Serenella Fucksia del Misto nel suo intervento al Senato con cui ha anticipato il suo voto di fiducia al Governo Gentiloni. “La sua storia personale e il suo tratto umano – ha detto rivolgendosi al premier – possono offrire garanzie per le tante emergenze del Paese”.

11.59 – Quagliariello (Idea) a Gentiloni: “Non assecondi brame di Renzi”
“L’esecutivo – ha affermato Quagliariello – sconta già in partenza il limite della sua composizione, che è uno schiaffo al voto degli italiani del 4 dicembre”. “Ora starà al presidente Gentiloni decidere se assecondare fino in fondo l’ansia di riconquista del suo predecessore, piegando le scelte di governo alla imminente campagna congressuale del Pd, o rompere gli schemi – ha concluso – incaricandosi di avviare la ricucitura del tessuto di un Paese uscito lacerato da una vicenda lunga e sfibrante”. Così il senatore Gaetano Quagliariello, nell’Aula del Senato, si è rivolto al premier Gentiloni annunciando il No di Idea al voto di fiducia al governo.

11 – Verdiniani riuniti per decidere cosa fare al Senato
I verdiniani di Ala, assieme ai parlamentari di Scelta civica con Enrico Zanetti, sono riuniti in via Poli per decidere il comportamemto sulla fiducia in Senato al governo Gentiloni. La riunione è iniziata alle 10.30. Sarà Denis Verdini a dare la linea a seconda di come si stanno conducendo le trattative con il Pd. Se ci fossero aperture, l’orientamento sarebbe quello di non partecipare al voto come ieri in aula Camera. Ma non è escluso un ‘no’ alla fiducia se i verdiniani non si sentissero rappresentati dal nuovo esecutivo.

10.45 – Gasparri: “Oggi il Senato c’è, Renzi no”
“Se Renzi avesse dialogato con le opposizioni sulla legge elettorale e la riforma costituzionale non saremmo a questo punto. Oggi il Senato c’è, Renzi no”. Lo ha detto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI) parlando con i giornalisti al Senato durante il dibattito sulla fiducia al governo Gentiloni. “Noi siamo sempre stati responsabili, anche quando abbiamo subito scippi di democrazia”, ha aggiunto il senatore.

10.30 – Lega: “Nessun cartello, usciremo dall’Aula”
“Non faremo nessun cartello. Usciremo dall’Aula perché non si possono guardare in faccia. Il cartello peggiore per loro è vederli tutti seduti attaccati ai banchi del governo”. Così il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, commentando il dibattito sulla fiducia al governo Gentiloni. “Ormai abbiamo un governo di mummie. Siamo oltre l’accanimento terapeutico. Presto qualcuno farà una sana eutanasia contro questo esecutivo mummificato”.

10.15 – Aula semivuota
Banchi delle opposizioni semideserti e scranni dei ministri quasi vuoti. L’aula del Senato, dove è iniziata la discussione generale sulla fiducia al governo di Paolo Gentiloni è quasi deserta. Assenti Lega Nord, M5S e Ala, che alle 10.30 si ritroverà con Denis Verdini per una riunione del gruppo. Pochi anche i ministri che siedono accanto al presidente del Consiglio. Presenti: Marianna Madia, Beatrice Lorenzin, Claudio De Vincenti, Maurizio Martina, Enrico Costa, Marco Minniti, Graziano Delrio e Luca Lotti.