Rinviata la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, C’eravamo tanto amati, così come tutti gli altri impegni romani. Silvio Berlusconi resta ad Arcore, impegnato con i figli e i vertici aziendali a mettere a punto la strategia di difesa di Mediaset, oggetto della scalata del gruppo francese Vivendi di Vincent Bollorè. Che martedì ha annunciato di essere salita al 12,32% di Cologno Monzese. In serata, secondo fonti parlamentari, si è tenuto un vertice a Villa San Martino tra lo stesso Berlusconi, la figlia Marina (presidente di Fininvest), e i vertici di Mediaset tra cui l’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi.
La holding della famiglia Berlusconi ha annunciato subito dopo di aver arrotondato, tra acquisti e diritti di acquisto per oggi, la propria quota nel Biscione salendo al 38,266% del capitale, il 39,775% senza considerare le azioni proprie. Oggi sono attese altre contromosse, dopo che Fininvest ha denunciato la società dei media presieduta da Bollorè alla procura di Milano e alla Consob per manipolazione di mercato.
“Berlusconi-Bolloré, infuria la guerra”, titola l’inserto economico di Le Figaro raccontando la sfida italo-francese per il controllo di Mediaset e la denuncia di Fininvest.
“Quale sarà il seguito di questa vicenda? – si chiede il quotidiano – Da Vivendi non filtra nulla, ma sul piano finanziario il gruppo di media è molto chiaro: ha proseguito il suo shopping di azioni Mediaset”. Les Echos titola “Silvio e i suoi fratelli” e osserva che “Vivendi sceglie il momento migliore“, quello del passaggio di consegne tra il governo Renzi e quello di Gentiloni, “per lanciare l’offensiva su Mediaset”: “l’alleanza ‘B to B’ (Bolloré to Berlusconi) firmata ad aprile scorso fra Vivendi e Mediaset si è trasformata a luglio in ‘B to C’ (Bolloré to Conflict) per il dissidio delle due parti sulle prospettive della filiale di tv a pagamento. Per l’uomo d’affari bretone, il ‘B to C’ è diventato ‘Buy The Cheap'”.