Secondo i giudici amministrativi, l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha il potere di intervenire sui rapporti contrattuali fra gli operatori e i singoli utenti. Di conseguenza è stata annullata la parte del regolamento Agcom che limita le modifiche alle "ipotesi previste della legge o dal contratto"
Nuovo colpo di scena nella battaglia fra Telecom Italia e Agcom sui rincari delle tariffe. Dopo lo stop agli incrementi decretato dall’autorità sui prezzi del servizio universale, il Tar del Lazio ha spezzato una lancia in favore dell’ex monopolista sul tema delle tariffe. E ha annullato parte di un regolamento Agcom in cui si stabiliva che eventuali ritocchi dei prezzi potessero avvenire solo “nelle ipotesi e nei limiti previsti dalla legge o dal contratto”. Con questa formula, secondo i giudici amministrativi, l’autorità guidata da Angelo Cardani si sarebbe spinta oltre le sue competenze. Per il Tar, infatti, l’Agcom non ha infatti i poteri per regolamentare i rapporti contrattuali fra gli operatori telefonici e i singoli utenti.
Detta in altri termini, per il Tar la definizione tariffaria rientra nelle facoltà delle compagnie telefoniche e nelle loro strategie di marketing. L’utenza, dal canto suo, resta invece tutelata dal diritto di recesso. “La previsione della possibilità di recedere in qualsiasi momento dal contratto senza alcuna penalità costituisce strumento a tutela degli utenti a fronte della riconosciuta possibilità dei fornitori di modificare le condizioni contrattuali”, come scrivono i giudici accogliendo parzialmente la tesi di Telecom.
Per i magistrati restano invece le tutele informative a favore dell’utenza: il tribunale ha infatti confermato la necessità di comunicare i termini e i motivi della modifica unilaterale del contratto. “Il regolamento ribadisce un mero onere informativo, senza introdurre alcun limite alla possibilità di modificare contratti. Nessuna valutazione, né preventiva, né successiva, è infatti prevista rispetto ai motivi che saranno resi noti agli utenti”, spiegano i magistrati. I giudici hanno poi anche evidenziato come gli oneri informativi sono legati a doppio filo con le disposizioni di Bruxelles che impongono l’obbligo di avvisare l’utente dell’approssimarsi del termine di comunicazione della disdetta del contratto. La decisione del Tar del Lazio gioca insomma a favore delle compagnie telefoniche che potranno fissare le tariffe sulla base delle loro strategie commerciali. Una boccata d’ossigeno decisamente benvenuta in casa Telecom Italia. E non solo.