Sale di livello lo scontro tra Usa e Russia sulle presunte interferenze di Mosca nelle ultime elezioni americane. Questa volta gli 007 di Washington accusano direttamente il numero uno del Cremlino: Vladimir Putin – dice l’intelligence – è personalmente coinvolto nella campagna di hackeraggio per cercare di influenzare l’esito del voto contro la candidata democratica Hillary Clinton. Una nuova accusa bollata dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov, come “una sciocchezza ridicola” che “non può avere nessun fondamento”.
Stando alle prove raccolte dall’intelligence Usa, invece, verrebbe confermato con un “alto grado di certezza” il coinvolgimento diretto di Putin nella campagna per interferire nelle elezioni americane. E’ quanto emerge da un’esclusiva di Nbc News che cita alcune fonti dei servizi segreti e diplomatiche con accesso diretto al dossier. Putin in particolare avrebbe personalmente indicato come far trapelare e utilizzare il materiale hackerato ai democratici.
Quella che era cominciata come una vendetta personale del leader del Cremlino contro Hillary Clinton – spiegano le fonti alla Nbc – si è man mano trasformata in un sforzo teso a mettere in luce durante la campagna elettorale la corruzione nella politica americana, minando l’immagine e la credibilità della leadership degli Stati Uniti nel mondo.
E se ad ottobre le 17 agenzie di intelligence Usa avevano rilasciato una dichiarazione in cui si accusava la Russia di essere dietro l’hackeraggio del partito democratico, affermando che tale operazione poteva essere autorizzata solo ai massimi livelli, ora per la prima volta ad emergere sarebbero delle prove incontrovertibili di legami tra le operazioni degli hacker e Putin in persona. Ultimamente la Cia – facendo infuriare il presidente eletto Donald Trump – ha di fatto avallato la tesi che Putin abbia voluto con forza l’elezione del tycoon alla Casa Bianca. Una visione che l’Fbi e altre agenzie di intelligence non hanno sostenuto in pieno.