Secondo il dipartimento dei Servizi finanziari dello Stato di New York, "dal 2002 al 2006 ha usato metodi e pratiche opache per condurre oltre 2.700 transazioni di clearing in dollari americani per un ammontare di oltre 11 miliardi di dollari"
Il dipartimento dei Servizi finanziari dello Stato di New York ha inflitto una multa di 235 milioni di dollari a Intesa Sanpaolo per aver “aggirato controlli antiriciclaggio per un decennio” in alcune transazioni con clienti iraniani, in violazione delle sanzioni Usa. Lo ha reso noto il dipartimento, che in una nota diffusa giovedì sera cita la “gestione di numerose transazioni sospette che coinvolgono società di comodo attraverso la filiale di New York”. Intesa Sanpaolo avrebbe anche “deliberatamente nascosto informazioni ai regolatori bancari”.
Le violazioni, si legge ancora nel comunicato, “includono mancanze gravi sul fronte della compliance nel corso di vari anni, derivanti da mancanze nell’implementazione e supervisione del suo sistema di monitoraggio delle transazioni”. Le autorità di New York segnalano per esempio che “Intesa ha formato alcuni suoi dipendenti per gestire transazioni riguardanti l’Iran per offuscare le attività di gestione del denaro, in modo che non fossero segnalate come transazioni legate a un’entità sanzionata”.
Dall’indagine delle autorità newyorchesi è emerso che “approssimativamente dal 2002 al 2006, Intesa ha usato metodi e pratiche opache per condurre oltre 2.700 transazioni di clearing in dollari americani per un ammontare di oltre 11 miliardi di dollari, per conto di clienti iraniani e altre entità potenzialmente soggette a sanzioni economiche statunitensi”. “Elaborando transazioni riguardanti entità potenzialmente soggette a sanzioni, utilizzando questi metodi non trasparenti, Intesa – si legge ancora – ha minato i controlli messi a punto per identificare transazioni illegali nella filiale di New York e la supervisione” delle autorità. Ora Intesa Sanpaolo deve passare al vaglio le transazioni della sede newyorchese dal 2014 a oggi per “garantire la compliance” con le leggi antiriciclaggio.