Nel tradizionale discorso di fine anno alla Casa Bianca il presidente, che tra un mese lascerà spazio a Trump, ha affrontato i principali temi di attualità, dalla situazione in Siria ai rapporti con il presidente russo, che ha commentato con una battuta: "Reagan si rivolterebbe nella tomba nel vedere il crescente consenso tra i repubblicani verso di lui"
“Ci sono le prove dell’interferenza russa nelle elezioni presidenziali. Al G20 in Cina ho detto a Putin di smetterla, se no ci sarebbero state conseguenze”. Lo ha detto Barack Obama nella conferenza stampa di fine anno alla Casa Bianca. Probabilmente quello andato in scena sarà una delle ultime occasioni in cui il capo della Casa Bianca tornerà a puntare il dito contro Vladimir Putin, visto che tra un mese ci sarà il passaggio di consegne al successore Donald Trump. E Obama non ha lasciato spazio a fraintendimenti: “Mosca ha interferito sul voto, lo dicono i fatti. E in Russia ben poco si muove senza il consenso di Putin”.
Nel suo discorso il presidente degli Stati Uniti si è esposto sui temi forti degli ultimi mesi di politica americana: non solo gli attacchi hacker russi, ma anche Siria, Hillary Clinton, il rapporto con il suo successore. “Mi sento sempre responsabile” ha detto in merito alla situazione di Aleppo, sottolineando però che il mondo ha visto le azioni di Assad, della Russia e dell’Iran ai danni di civili siriani: “Questo sangue e queste atrocità sono sulle loro mani”. Sull’economia, tema con il quale come da tradizione ha aperto il discorso, ha affermato invece che gli Usa sono “più forti e più prosperi” di otto anni fa.
Obama ha raccontato poi di un “messaggio chiaro” mandato alla Russia e in particolare al presidente Vladimir Putin a margine del G20 in Cina del settembre scorso: “Smettetela” con gli attacchi hacker, altrimenti “possiamo cominciare a farli anche noi”. Il presidente democratico si è detto certo dell’interferenza russa sulla campagna elettorale, in particolare di aver hackerato il suo partito. “Si tratta di fatti basati su una valutazione uniforme da parte di tutte le agenzie di intelligence“, ha sottolineato Obama, che poi ha espresso la speranza che il suo successore “abbia lo stesso tipo di preoccupazione e di determinazione nel combattere certe interferenze”.
Il rapporto tra il presidente russo e Trump torna al centro del discorso anche più avanti. “Ronald Reagan si rivolterebbe nella tomba nel vedere il crescente consenso tra i repubblicani verso Putin”, dice Obama. Sulle conversazioni tra l’attuale e il futuro presidente racconta che sono state “cordiali” e hanno incluso “suggerimenti abbastanza specifici da parte mia. Lui ha ascoltato. Non posso sapere se li ascolterà“. Poi però non risparmia un’altra precisazione sulla precedente campagna elettorale, in cui i toni non erano stati certo cordiali: “Non credo che Hillary Clinton sia stata trattata in maniera giusta nelle elezioni. La copertura su di lei e sui temi è stata preoccupante“.