Niente congresso anticipato. Alla fine il Pd decide di rinviare – senza troppe polemiche – quella che veniva sbandierata come la possibile “resa dei conti” interna. “Rispetteremo le scadenze statutarie”, taglia corto il segretario Matteo Renzi. E se Gianni Cuperlo accenna qualche critica (“Capisco che Renzi non voglia farlo subito, ma facciamolo prima delle elezioni”), la minoranza bersaniana del Pd non vota la relazione del segretario, ma non forza. Anche per il rilancio del Mattarellum da parte di Renzi: “Siamo d’accordo sulla legge elettorale”, rivendica Roberto Speranza. Lo stesso che aveva lanciato la sua candidatura il giorno prima, ora congelata. “Il Congresso? Lo faremo nei tempi giusti. Così si autolegittima Renzi? Io non vedo questo problema. E non temo cacciate dalle liste”, replica invece il deputato della minoranza dem Nico Stumpo. Critico, invece l’altro candidato “congelato”. Enrico Rossi: “Un errore rinviare il Congresso”.
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