Nato a Cincinnati il 18 dicembre 1946, è uno dei più grandi registi della storia del cinema: da E.T alla saga Indiana Jones, alcuni dei grandi capolavori del nostro tempo portano la sua firma
Steven Spielberg compie 70 anni. Nato a Cincinnati il 18 dicembre 1946, è uno dei più grandi registi della storia del cinema: da E.T alla saga Indiana Jones, alcuni dei grandi capolavori del nostro tempo portano la sua firma. Pellicole in grado di fissarsi nell’immaginario collettivo e di farsi cult per diverse generazioni: Lo Squalo (1975), Schindler’s List (1993), Salvate il soldato Ryan (1998) e ancora Minority Report (2002). Applauditi da pubblico e critica, i film di Spielberg rappresentano spesso un perfetto punto di equilibrio tra successo commerciale e ispirazione cinematografica seria. E’ dello scorso anno il thriller ambientato durante la guerra fredda “Il ponte delle spie” con Tom Hanks e Mark Ryalance (Oscar come miglior attore non protagonista). Al momento Spielberg è impegnato nella lavorazione di un film sul sequestro di Edgardo Montana, bimbo ebreo di sei anni sottratto alla famiglia dalle autorità clericali nel 1858, per essere allevato come cattolico. Il film, che si basa sul romanzo di David Kertzer, dovrebbe essere pronto per la fine del prossimo anno: tra gli attori protagonisti il guatemalteco Oscar Isaac e il britannico Rylance, molto amato dal regista statunitense (comparirà anche in ‘Ready Player One‘, lungometraggio previsto per il 2018, sempre a firma di Spielberg, tratto dal libro di Ernest Cline).
Una produzione continua e di qualità costante, quella di Spielberg, una carriera in perenne equilibrio. La grande attesa è per la quinta puntata della saga Indiana Jones: confermata la presenza di Harrison Ford che vestirà nuovamente i panni dell’archeologo, la curiosità di vedere se questo nuovo episodio sarà all’altezza dei precedenti è altissima. Uscita prevista per il 2019, si tratterà della continuazione di ‘Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo’ (pellicola del 2008). Tre i premi Oscar vinti dal cineasta statunitense (nel 1994 per ‘Schindler’s list’come miglior film e miglior regista e poi nel 1999 di nuovo come miglior regista per ‘Salvate il soldato Ryan’) e un Premio alla memoria Irving G. Thalberg, categoria degli Oscar assegnata periodicamente ai produttori creativi.
“Da molto tempo – ha detto Spielberg in un’intervista a Efe qualche mese fa – ha capito che non ho controllo sul pubblico, anche se mi viene attribuito l’immeritato credito di riuscire a dare alla gente quello che chiede. Come vengono accolte le mie pellicole è una cosa del destino. Un’alchimia. Faccio il mio lavoro nel miglior modo possibile. Il resto non è nelle mie mani”.