È intervenuto in consiglio comunale indossando una felpa dedicata a una divisione francese delle SS. Non contento, quando l’Anpi ha sollevato il caso, ha bollato i partigiani come “italioti” che hanno “seminato la guerra civile”. Così la pensa Andrea Bonazza, primo esponente di CasaPound eletto in un consiglio comunale, quello di Bolzano. Nessun dubbio anche sugli indumenti indossati, immortalati in un video che riprende il suo discorso in aula: circa 14 minuti di filmato durante il quale l’esponente delle tartarughe nere solidarizza con i tassisti del capoluogo altoatesino durante un dibattito nato dall’aggressione – i cui contorni sono tutti da chiarire – subita da una passeggera keniana ad opera di un tassista.

È il 14 dicembre scorso. Bonazza parla al microfono, testa rasata e barba folta, mentre veste una felpa nera. Ben visibile la scritta Charlemagne, semplificazione della 33. Waffen-Grenadier-Divison der SS Charlemagne, detto anche Reggimento Charlemagne. Si tratta del nome usato dai volontari francesi delle Waffen-SS, che durante la Seconda guerra mondiale si arruolarono al fianco dei tedeschi durante gli anni di occupazione militare, combatterono prima sul fronte occidentale e poi nell’aprile del 1945 a difesa di Berlino. Ridotto ad appena 300 uomini, il battaglione d’assalto fu tra i strenui difensori della capitale tedesca per conto del regime hitleriano. Fatti che per Bonazza rappresentano una sorta di stelletta da sbandierare in consiglio comunale, luogo di confronto e democrazia.

Dove però nessuno si è accorto di nulla, forse ignorando quale storia ci sia dietro quella scritta. Ci ha pensato l’Anpi Bolzano, domenica pomeriggio a sollevare il caso: “Presidente, sindaco, giunta, consiglieri, solerti funzionari comunali, nessuno ha avuto niente da dire su questo (ennesimo) atto di apologia del peggiore dei nazismi, quello dei vari ‘Quisling’ traditori delle loro patrie, al servizio degli invasori hitleriani – ha scritto l’Associazione dei partigiani bolzanini sulla propria pagina Facebook – Abbiate il coraggio di non essere indifferenti e di chiedere scusa”. Una delle prime risposte? Proprio di Bonazza, e per nulla distensiva. “Preferirò sempre indossare una felpa in onore di 1000 giovanissimi francesi morti, da soldati contro soldati, per difendere l’Europa dall’aggressione sovietica e angloamericana, piuttosto che indossare un bavaglino che ricorda chi, come i partigiani italioti, ha seminato in Italia la guerra civile con bombe, attentati terroristici, stupri, stragi e uccisioni sommarie”, è stato il commento (poi rimosso o cancellato dallo stesso autore) del consigliere di CasaPound al post dell’Anpi Bolzano.

Contro Bonazza e CasaPound, che alle elezioni della scorsa primavera ha raccolto il 6.7% dei voti e portato in consiglio comunale tre suoi candidati, si è scagliato anche il vicepresidente nazionale dell’Unione di associazioni pro Israele, Alessandro Bertoldi: “È inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni indossi un indumento che possa offendere la memoria di milioni di vittime, tanto più se lo fa all’interno dei luoghi istituzionali democratici – si legge in una sua nota – Auspico che si alzi quanto prima dai banchi del consiglio comunale di Bolzano un coro unanime di condanna di tale gesto, una presa di distanze formale da questa sbagliata, grave ed inaccettabile posizione individuale”.

La felpa è solo l’ultimo episodio che coinvolge Bonazza, che è anche capoultras della squadra di hockey di Bolzano. Dopo la sua prima elezione, il consigliere disse candidamente: “Sì, sono fascista. Se ci fosse Mussolini oggi l’Italia andrebbe alla grande. Oppositori del fascismo uccisi o incarcerati? Ma quando mai. L’8 settembre 1943 c’erano massimo 20 persone al confino. Invece di leggervi di Camilleri e di altri storiografi di parte, leggetevi i libri di Pansa, ad esempio. Basta con queste stronzate, l’unico a essere ammazzato fu Matteotti.  Almeno un suo compagno di partito, invece, lo scorso luglio avrebbe aggredito in una zona residenziale di Bolzano un ragazzo di 19 anni: il consigliere di circoscrizione Davide Brancaglion e l’attivista Mirko Gasperi, ex consigliere di circoscrizione, avrebbero pestato Davide Gallo procurandogli ferite guaribile in 20 giorni. La sua colpa? Cantava Bella Ciao. 

twitter: @andtundo https://twitter.com/andtundo

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