La Cour de justice de la République, il tribunale dei ministri di Parigi, l'ha giudicata colpevole nel caso dell’arbitrato Adidas/Tapie ai tempi in cui era ministro dell’Economia di Nicolas Sarkozy. Il procuratore aveva chiesto l’assoluzione ma i giudici non hanno accolto la richiesta. Il direttore del Fmi nei giorni scorsi aveva detto: "Ho agito con coscienza"
Il direttore del Fmi, Christine Lagarde, è stata condannata dalla Cour de justice de la République, il tribunale dei ministri di Parigi, per “negligenza” nel caso dell’arbitrato Adidas/Tapie ai tempi in cui era ministro dell’Economia di Nicolas Sarkozy (dal 2007 al 2011). Il procuratore aveva chiesto l’assoluzione ma i giudici non hanno accolto la richiesta.
Per l’accusa l’ex ministro avrebbe commesso errori nell’arbitrato fra l’uomo d’affari Bernard Tapie, che reclamava al Crédit Lyonnais un enorme indennizzo per la cessione che dovette fare alla banca negli anni Novanta del marchio Adidas. Per mettere fine alla disputa giudiziaria, il ministero guidato dalla Lagarde decise nel 2007, contro il parere di un organo consultivo, di ricorrere al controverso arbitrato privato. L’anno dopo, i tre magistrati individuati concessero oltre 404 milioni di euro di denaro pubblico a Tapie come indennizzo. La sentenza, nel frattempo, è stata annullata e l’uomo d’affari è stato obbligato a rimborsare la cifra. La Lagarde, secondo le accuse, avrebbe agito “con leggerezza”, rinunciando poi nel 2008 a ogni ricorso.
Lagarde, che oggi non era presente in aula, il primo giorno di udienza era apparsa battagliera: “Non ho intenzione di stare zitta. Ho agito con coscienza e fiducia, il mio unico obiettivo era l’interesse generale”. In una nota, gli stessi esperti del ministero dell’Economia suggerirono alla Lagarde di non optare per l’arbitrato . All’epoca, si è difesa lei, “ricevevo una media di 8.000-9.000 note annuali e questo solo dal ministero del Tesoro…”. In quelle condizioni sei costretto ad avere “fiducia” nei collaboratori, in particolare, il suo ex capo di gabinetto Stéphane Richard. “Quell’arbitrato non era una priorità”, ha insistito Lagarde, dicendo che in quei momenti le preoccupazioni era ben altre, a cominciare da quelle “macroeconomiche” e “internazionali”, all’inizio della grande crisi finanziaria, che lei doveva contenere dalla cabina di comando di un ministero “gigantesco”. Lagarde rischia fino a un anno di prigione e 15.000 euro di multa.
Nonostante la condanna “parziale” per “negligenza” Lagarde “non è stata condannata a nessuna pena” come spiega Patrick Maisonneuve, legale dell’ex ministro. “Avremmo certamente preferito l’assoluzione piena e semplice, in ogni caso, la corte ha deciso di non condannarla a una qualsiasi pena e di non intaccare il suo casellario giudiziario. Ora abbiamo la possibilità di ricorrere in Cassazione, esamineremo questa opzione, ma visto che non c’è nessuna pena credo che non sarà necessario”. Sulle reti all news di Francia i commentatori parlano di una “condanna simbolica”, visto che la direttrice generale del Fmi è stata dispensata dalla pena. Lagarde rischiava fino a un anno di carcere e 15.000 euro di multa. Sempre secondo quanto spiegato da Maisonneuve, Lagarde è stata considerata colpevole solo “parzialmente”. Due erano i capi d’accusa per “negligenza”: 1) aver dato luce verde all’arbitrato Crédit Lyonnais/Bernard Tapie sulla vendita di Adidas. 2) Non aver presentato ricorso contro la successiva decisione arbitrale, poi annullata, che riconobbe a Tapie un maxi-risarcimento da oltre 400 milioni direttamente tratti dalle casse dello Stato. Sempre secondo quanto riferito da Maisonneuve, i giudici non l’hanno ritenuta colpevole del primo punto, in quanto il ricorso all’arbitrato, non può essere considerato come un errore della ex ministra. Lagarde sarebbe stata dunque condannata “parzialmente” solo per il secondo punto, vale a dire, non aver reagito alla decisione arbitrale di risarcire Tapie con una pioggia di euro.