Politica

Grandi opere, la denuncia: “Il governo Renzi? Tante promesse e continuità con Berlusconi”

La legge Obiettivo, “madre” delle grandi opere e uno dei simboli del governo Berlusconi, è stata superata con il nuovo codice degli Appalti dal passato esecutivo Renzi. Ma soltanto sulla carta, almeno per ora. Perché il rischio concreto, al di là della propaganda, è che cambi poco o nulla sul paradigma di grandi eventi e grandi opere. “Il governo dovrà presentare un documento di programmazione snello, per infrastrutture definite “utili e condivise”, ma opere come il Terzo Valico o la Tav Torino-Lione vanno avanti. Senza dimenticare come il recente decreto Madia di semplificazione non è nient’altro che un’altra piccola legge obiettivo”, sottolinea Anna Donati di Green Italia, a margine di un convegno realizzato alla Sala Isma del Senato, alla vigilia del via libera definitivo alla Camera alla ratifica dell’Accordo tra Italia e Francia per l’avvio dei lavori definitivi della Tav. “Nel documento di economia e finanza le grandi opere sono state dimezzate e gran parte delle vecchie opere inserite nella legge obiettivo non sono state realizzate. Un fallimento totale”, aggiunge il deputato di Sinistra italiana Giulio Marcon. Intanto, però, nella campagna elettorale referendaria lo stesso Renzi ha rievocato il Ponte sullo Stretto. E sullo Stato e sui cittadini italiani sono già in passato ricaduti i costi e le spese di decine di opere “inutili”. Anche attraverso il meccanismo del project financing: “Sulla carta dovrebbero partecipare i privati, alla fine paga sempre lo Stato. Per opere che spesso non vedono nemmeno la luce”, si sottolinea nel corso del convegno. Nonostante le promesse e la “cura del ferro”, il governo Renzi è spesso andato in continuità con i passati esecutivi: “Centrodestra e centrosinistra, tutti insieme per realizzare grandi opere che alla fine portano molta corruzione e tangenti e pochi benefici per il nostro Paese”, attacca Marcon. E Gentiloni? “Nomine e ministri alla mano, non ci aspettiamo granché. Non vedo nessuna discontinuità “, taglia corto Monica Frassoni, copresidente del partito Verde Europeo