Sono andati sotto proprio quando c’era da approvare una variazione di bilancio per alcuni milioni di euro. E adesso hanno tempo fino al 31 dicembre per evitare le procedure di infrazione. Sarà un’amara vigilia di Natale quella che attende il Movimento 5 Stelle di Ragusa. Colpa di quanto è andato in scena venerdì scorso in consiglio comunale. All’ordine del giorno c’era l’approvazione di alcune variazioni di bilancio, suddivise in quattro delibere, che valevano in totale 20 milioni di euro. Un passaggio cruciale per l’amministrazione guidata dal sindaco Federico Piccitto. Al momento del voto, però, il Movimento 5 Stelle è andato sotto, o per meglio dire ha “pareggiato”: 15 preferenze a favore e altrettante contro non bastano infatti per approvare l’atto amministrativo.
Il problema è che a Ragusa l’opposizione in consiglio comunale può contare soltanto su 14 voti, mentre il gruppo dei 5 Stelle è composto da 16 consiglieri. E infatti decisivo per affossare la proposta della giunta grillina è stato il voto di una consigliera comunale dei 5 Stelle, Maria Rosa Marabita, entrata in carica soltanto nel settembre scorso dopo le dimissioni di un collega. È per questo motivo che il sindaco Piccitto è furioso. “Il comportamento della consigliera è inspiegabile e scellerato: l’ho già segnalato ai probiviri del Movimento”, dice il primo cittadino, timoroso forse di perdere presto la sua maggioranza in consiglio. Marabita, infatti, è vicina a RagusAttiva 5 Stelle, gruppo di cittadini che si professa simpatizzante del Movimento ma è fortemente critico con l’amministrazione. “Volere bypassare il controllo del consiglio comunale sulle variazioni di bilancio, cosiddette urgenti che urgenti non sono è una furbata – scrivono sulla loro pagina facebook – Quindi bene ha fatto la consigliera Marabita contrastando un comportamento arrogante e intimidatorio dell’amministrazione verso il consiglio comunale. La consigliera Marabita non ha fatto altro che difendere il confronto democratico e i principi della carta costituzionale all’interno del consiglio comunale”.
“Possono criticare quanto vogliono ma questo era un atto tecnico e andava votato”, replica Piccitto. “Se la consigliera Marabita e l’opposizione vogliono dare una spallata a questa amministrazione lo facciano con una mozione di sfiducia, senza nascondersi con questi giochetti”, continua il primo cittadino, che al netto del “tradimento” della consigliera di RagusAttiva, in tre anni di amministrazione ha perso più di un pezzo della sua maggioranza. I 5 Stelle, infatti, avevano vinto le elezioni nella città iblea nel 2013, imponendosi al ballottaggio contro una larga coalizione che metteva insieme il Pd con partiti di centro e di destra. I primi due anni di amministrazione erano stati caratterizzati dall’alleanza tra grillini e due liste civiche di centrosinistra. Una in particolare – la lista Partecipiamo – aveva ottenuto l’elezione del suo leader, Giovanni Iacono, alla presidenza del consiglio comunale, dove in totale – tra consiglieri grillini (18) e alleati (2) – erano venti i voti sui quali si reggeva la maggioranza. Nel frattempo, però, i pentastellati hanno cominciato a perdere pezzi: prima due consiglieri hanno lasciato il M5s, poi una terza – Gianna Sigona – è finita nei guai dopo aver pubblicato su facebook foto e post inneggianti al fascismo. I vertici del Movimento avevano annunciato l’espulsione di Sigona che però ad oggi sul sito del comune di Ragusa è ancora indicata tra gli appartenenti al gruppo dei 5 Stelle in consiglio comunale.
Nel febbraio del 2016, intanto, l’asse tra i grillini e Iacono si è incrinato, con quest’ultimo che si è dimesso da presidente del consiglio, in polemica con le manovre dell’Assemblea regionale siciliana sulle royalty petrolifere destinate a Ragusa. “Le mie dimissioni erano in difesa della città e invece che hanno fatto i 5 Stelle? Ne hanno approfittato per piazzare come presidente uno di loro, Antonio Tringali, già candidato con una lista civica vicina a Forza Italia. E non c’entra nulla la presidenza del consiglio: a me non interessano le poltrone ma soltanto il bene della città. Se sono pentito da quest’alleanza? Direi di più: pentitissimo. I grillini qui gestiscono il potere con un’arroganza mai vista: hanno dei metodi assurdi”, dice Iacono che poi denuncia di avere richiesto “senza successo” documenti che spiegassero nel dettaglio “come sono stati utilizzati in bilancio i proventi arrivati dalle royalties petrolifere”. Negli ultimi tre anni, infatti, nella città iblea sono arrivati 65 milioni di euro dalle società che estraggono petrolio nei dintorni. E questo nonostante il Movimento 5 Stelle sia notoriamente il nemico numero uno dei cercatori di oro nero. “È la solita critica alla quale abbiamo già risposto – dice Piccitto – Fosse per me non prenderemmo le royalties perché non ci sarebbe alcuna perforazione a Ragusa. La legge però dice altro e io non posso rifiutarmi di incassare quello che viene considerato un indennizzo per i danni ambientali, rischiando di commettere un danno erariale”.