Società

Sanità, cosa farei se fossi io il ministro della Salute

Da qualche giorno i cittadini italiani hanno un nuovo governo costituito da un numero elevato di elementi già noti. Alla salute ritroviamo la “vecchia diplomata” signora Lorenzin, che gestisce circa il 7,5% del Pil nazionale, sempre meglio della “nuova nemmeno diplomata” signora Fedeli che gestisce gli studenti, quelli veri.

Ho molto lottato in questi anni contro il sistema da medico vero dalla parte del cittadino-paziente ed è per questo che ho deciso di sintetizzare in questo mio post di fine anno le mie idee.

Se fossi io il ministro della salute inizierei da queste semplici e attuabilissime idee per risparmiare, riqualificare, controllare e rilanciare il sistema sanitario nazionale.

1) Esclusione dell’attività privata, sotto qualunque forma, da tutte le strutture, pubbliche o private accreditate, del territorio nazionale convenzionate con il sistema sanitario. I medici, fuori dall’orario di lavoro, avranno libertà di svolgere attività privata ambulatoriale e chirurgica in strutture solo private. Tale attività deve essere garantita per la scelta costituzionale di farsi curare privatamente a proprie spese. In questo modo le liste di attesa, male cronico, verrebbero abbattute e non si assisterebbe più a classi di medici ospedalieri che devono, gli assistenti, e quelle che possono, i responsabili. In ambito ospedaliero si lavora e si collabora tutti nello stesso modo, ognuno nel proprio ruolo, per il bene del paziente;

2) Abbattimento della medicina difensiva, dell’abuso di esami, di farmaci inutili e di chirurgia inutile applicando sistemi di controllo mirati sui pazienti, non sulle cartelle cliniche, con unità operative di controllo specialistiche nazionali e locali. A titolo di esempio la spesa, in questo caso sociale essendo prodotti da banco, di integratori miracolosi per la degenerazione maculare senile è altissimamente inutile;

3) Riqualificazione reale della medicina del territorio che non deve più avere compito di controllo delle prestazioni, esistono le unità citate prima, ma di “primo soccorso” e di “fiducia”. Un medico che decida e curi in piena autonomia e richieda visite specialistiche o intervento di pronto soccorso quando necessario;

4) Immissione di sistemi di gestione e controllo soggettivi avanzati come History Health che permettono controllo indiretto della prestazione sanitaria (tutto scritto ed in mano al paziente), immissione e visione di farmaci ed esami che non verranno inutilmente riscritti con risparmio di tempo degli operatori e dei cittadini. Una nuvola sanitaria che ci segue lungo l’arco del nostro cammino senza nessuno che possa modificarla se non in nostra presenza;
5) Riqualificazione dei piccoli ospedali a presidi di territorio con accorpamenti di medici di base e specialistici per le attività di primo contatto e di primo soccorso;

6) Cancellazione di tutti i sistemi attuali di aggiornamento professionale con immissione in rete di ogni novità scientificamente utile divisa per specialità e inviata alla casella elettronica certificata del medico. Obbligo di tutti i medici dipendenti del sistema sanitario a interscambio professionale fisicamente reale, ambulatoriale e chirurgico, con colleghi di altri ospedali.

Poche cose per iniziare un nuovo anno, per dare speranza di rinnovamento a uno dei sistemi sanitari nazionali più invidiato al mondo sotto attacco dei grossi gruppi finanziari che da anni hanno capito che in sanità si guadagna molto se i politici permettono che sia il cittadino a pagare sempre di più per essere in salute. Non sono assolutamente contrario alla presenza del privato se si pone in concorrenza e non in sostituzione. Solo regole chiare e controlli appropriati possono garantire quello che la nostra Costituzione scrive all’articolo 32 definendo con chiarezza i diritti dei cittadini. Tutto “cristallino”, elemento trasparente di pertinenza oculistica, quello che vedremo nel 2017?